Bollo ridotto, l'Ars commette l'errore di richiedere l'iscrizione per i veicoli ultratrentennali - QdS

Bollo ridotto, l’Ars commette l’errore di richiedere l’iscrizione per i veicoli ultratrentennali

Adriano Agatino Zuccaro

Bollo ridotto, l’Ars commette l’errore di richiedere l’iscrizione per i veicoli ultratrentennali

giovedì 07 Aprile 2016

Le iniziative regionali per auto e moto d’epoca. L’intervista al presidente del Registro italiano veicoli storici, Rossano Nicoletto. Il nodo: “La legge statale concede in automatico i benefici. Norma siciliana limitativa e incostituzionale”

ROMA – I collezionisti di auto e moto d’epoca, con tutto l’indotto del settore, osservano da mesi le iniziative che le singole regioni stanno intraprendendo per tutelare un patrimonio motoristico che è destinato ad acquisire un valore inestimabile. Rossano Nicoletto, presidente nazionale del Rivs (Registro italiano veicoli storici), ci guida attraverso le norme che investono i gioiellini a due e quattro ruote disseminati per il Paese.
Quali sono le regioni italiane in cui sono vigenti esenzioni e riduzioni per veicoli ultraventennali e in che misura?
“Attualmente sono sette le amministrazioni regionali che hanno deciso di ripristinare il bollo ridotto per i veicoli storici youngtimer (20-29 anni). Ovviamente si assiste ad una grande frammentazione di norme, ma la linea comune è per un ripristino sostanziale dei benefici sul bollo, e per il riconoscimento dei veicoli affidato non alle sole Asi ed Fmi, come avveniva (di fatto) in passato. Assieme a queste sette ‘Regioni virtuose’, altre amministrazioni si sono attivate per concedere un 10% di sconto ai veicoli ultraventennali. Quindi 11 amministrazioni su 21 – comprese le due Province autonome – hanno riconosciuto la necessità di proteggere le giovani storiche”.
Ci sono delle perplessità che il Rivs ha rintracciato sulle norme scritte in Sicilia?
“L’iniziativa dei deputati dell’Assemblea regionale della Sicilia è lodevole. Non è facile intervenire in un tema così complesso, su cui pende la spada di Damocle del ricorso di costituzionalità. Ciò detto, l’Ars, a nostro avviso – e forse nell’enfasi della discussione assembleare che verteva sul bilancio regionale – ha commesso un errore potenzialmente grave per il settore, richiedendo che anche i veicoli ultratrentennali siano iscritti per ottenere le agevolazioni. Una norma che va in assoluta e pericolosa controtendenza rispetto a tutte le normative esistenti”.
C’è il pericolo d’impugnativa della norma da parte dello Stato?
“Assolutamente sì, la giurisprudenza costituzionale in materia è chiara: non è possibile negare una esenzione legittimamente prevista da una normativa statale in materia di tassa automobilistica. La legge statale concede in automatico i benefici sul bollo ai veicoli ultratrentennali. Limitando questo accesso ai soli veicoli in possesso di certificato, la normativa si pone sicuramente al di fuori del quadro costituzionale.
Il tema generale delle possibilità delle regioni di allargare il raggio delle agevolazioni  rimane, invece, in sospeso. Su questa materia si possono fare solo ipotesi, ma non vi è giurisprudenza pregressa in materia”.
Ci spiega in breve i termini della diatriba Stato-Regioni in materia di tassa automobilistica?
“La legge definisce la tassa automobilistica un ‘tributo proprio delle Regioni’ istituito dallo Stato. Francamente, con una definizione così vaga, è davvero difficile comprendere i margini di intervento delle Regioni in materia. Sulla facoltà delle Regioni di istituire agevolazioni – a fronte comunque di un gettito garantito per lo Stato  – la questione è davvero incerta, e solo l’esito delle impugnative pendenti presso la Corte Costituzionale potrà chiarire la questione. Fino ad allora, dove la leggi regionali sono in vigore (quindi in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e nelle province autonome di Trento e Bolzano) gli appassionati potranno tranquillamente pagare il bollo ridotto. In ogni caso crediamo che la soluzione definitiva della questione possa arrivare solo dallo Stato attraverso una riforma definitiva e complessiva del settore”.
Ricordiamo che per ciò che riguarda la nostra Isola, Maria Cirone, deputato Ars (Pd) ha difeso le scelte dell’Aula (QdS del 1° aprile scorso) e ha avanzato le proprie controdeduzioni: “Le considerazioni del Registro non partono dal presupposto che la nostra è una Regione a Statuto speciale e che abbiamo una legge regionale che regionalizza la tassa automobilistica. Abbiamo realizzato un corpus legislativo equitativo perché non vogliamo penalizzare le casse con esenzioni e riteniamo giusto che i veicoli siano certificati altrimenti potrebbero accedere anche mezzi privi d’interesse storico”.

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