Il Bail-in contro le crisi bancarie - QdS

Il Bail-in contro le crisi bancarie

Luca Mangogna

Il Bail-in contro le crisi bancarie

sabato 23 Aprile 2016

Il Mediolanum tour ha raggiunto il capoluogo di regione. Presente anche il presidente Ennio Doris. In vigore dal 1° gennaio, garantisce la salvaguardia dei depositi sino a 100.000 euro

PALERMO – Si è svolta nella suggestiva cornice del Teatro Politeama, la prima tappa del Mediolanum Tour 2016, che nel corso delle prossime settimane raggiungerà altre nove fra le principali città d’Italia.
Il tema dell’incontro è stato il bail-in e le prospettive per il futuro delle banche in Italia e in Europa. Il bail-in, lo strumento che, attraverso un pacchetto di nuove regole, consente la prevenzione delle crisi bancarie e la gestione di queste in modo tale che causino il minor numero di danni alle aziende e ai risparmiatori.
Dal 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore anche in Italia, e garantisce la salvaguardia dei depositi sino ai 100 mila euro.
“A partire dal 2008 – ha spiegato il presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris –  quando fallì l’americana Lehman Brothers, i vari stati hanno speso cifre folli per salvare i loro sistemi bancari. Cifre che sono andate a carico dei contribuenti. Adesso si è deciso che questo non poteva più avvenire e che se una banca va in difficoltà, a pagare devono essere gli azionisti. In pratica – ha aggiunto – da questo momento in poi, bisogna chiedersi se una banca sia solida secondo l’indice Cet1 (Common equity tier 1). Una banca è definita solida quando ha un indice fra il 10 e l’11 percento, noi di Mediolanum abbiamo un Cet1 di 19,66. Il nostro indice di è altissimo perché noi abbiamo sempre fatto utili”.
Il sistema bancario, per il numero 1 di Mediolanum, è prossimo a una svolta rivoluzionaria. “Il modo di fare banca che ha funzionato per cinque secoli, adesso non va più – ha chiosato Doris –  Quando i tassi erano alti c’era un margine di guadagno pari all’8 percento. Adesso il margine massimo sarebbe inferiore di quasi un quarto rispetto al passato. Inoltre i costi delle commissioni rimangono invariati, ma un bonifico online a un utente costa al massimo un euro. È chiaro che in questo modo i ricavi delle banche crollano, e occorre avere costi molto più bassi, riducendo il numero delle filiali e il personale: un’operazione chiaramente non semplice da fare. Se guardiamo un po’ più a lungo termine, fra 10-15 anni, ci sono previsioni fatte dai più grandi banchieri del mondo, come Francisco Gonzalez, presidente della spagnola Bbva, secondo cui in questo periodo resisteranno solo alcune dozzine di banche digitali a fronte delle attuali 20 mila analogiche. In pratica è destinato a scomparire il 98 per cento delle banche tuttora esistenti. Le banche non offriranno più nuove occupazioni in termini di impiegati, perché questi verranno sostituiti dalla tecnologia. In compenso cresceranno le figure dei liberi professionisti, i promotori finanziari, ma non nella misura in cui caleranno i dipendenti. Le filiali vere e proprie saranno le famiglie, mentre il direttore sarà il promotore finanziario, incaricato di risolvere i problemi più complessi. A quel punto le grandi banche straniere arriveranno in Italia come qualsiasi altro grande marchio. Le piccole banche? Se va bene – ha concluso – vengono assorbite, se va male chiudono”.

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