I primi trent'anni del web in Italia - QdS

I primi trent’anni del web in Italia

Antonio Leo

I primi trent’anni del web in Italia

sabato 30 Aprile 2016

#Internetday tra luci ed ombre: il Governo accelera sull’ultra banda, ma intanto siamo 25° nell’Ue. Save the children: al Sud il 17,4% dei ragazzi tra 11 e 17 anni è disconnesso

PALERMO – Era il 30 aprile 1986 quando Stefano Trumpy, direttore del Centro nazionale universitario di calcolo elettronico del Cnr, portò per la prima volta internet in Italia. Trent’anni di web, trent’anni in cui il mondo e il nostro Paese hanno subito una vera e propria rivoluzione.
Con internet, le distanze si sono accorciate, alcuni lavori sono scomparsi e altri sono cambiati o stanno cambiando radicalmente per non soccombere all’innovazione. La rete ci ha regalato le mail, tutta la musica possibile in streaming, maggiore trasparenza da parte delle Istituzioni, informazione praticamente infinita, solo per fare qualche esempio.
Lo scenario è mutato, ma con la diffusione del web sono sorte nuove sfide – dalla privacy al diritto di oblio, dalla sicurezza alla reputazione – e soprattutto nuove discriminazioni, nuove differenze di classe o di area geografica. È  il cosiddetto “digital divide”, che secondo Save the children, in Italia, riguarda almeno “452.000 adolescenti”, ragazzi che non hanno mai usato internet e rappresentano l’11,5% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 17 anni. Un ritardo gravissimo che si manifesta ancor di più nel Mezzogiorno, dove la percentuale di giovani “disconnessi” sale al 17,4%, circa 270.000 ragazzi che vivono nelle città del Sud.
È appunto, prima di tutto, ancora una questione di “classe”. Gli adolescenti privi di connessione vivono in famiglie che dichiarano di versare in condizioni economiche “assolutamente insufficienti”(22,7%) o con “risorse scarse” (14,2%). Pochissimi (sono il 6,5%) invece gli adolescenti disconnessi con famiglie in condizioni economiche “ottime o adeguate”.
Proprio ieri il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha detto a proposito del bando sulla banda ultra larga, di cui si parla da mesi, che “lo Stato mette i soldi, miliardi di euro. Dopo tante chiacchiere si parte”. Staremo a vedere quanto tempo ci vorrà, intanto  – come ha scritto La Stampa in un’inchiesta del 3 aprile – l’Italia su 28 Paesi dell’Ue è al venticinquesimo posto dell’indice europeo di digitalizzazione (Desi). “E se in Corea del Sud, leader mondiale, la velocità media di connessione è di 20,5 megabit, e in Svezia, leader europeo, è di 17,4 mega, noi siamo fermi a 5,4 mega”. Preistoria. Che si traduce in un gravissimo gap per i nativi digitali. E addirittura emargina quanti non hanno nemmeno uno straccio di connessione. “Spesso i ragazzi disconnessi da Internet sono tagliati fuori da altre opportunità educative e culturali, che li allontanano ancora di più dai loro coetanei, in una spirale che non fa altro che aumentare la povertà educativa”, ha commentato Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
 
“Tra coloro che non hanno mai usato Internet – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Onlus – sono 269.000 i ragazzi che non hanno letto nemmeno un libro nell’ultimo anno e 187.000 di loro non sono neppure mai andati al cinema nello stesso periodo”. La grande partita si gioca quindi ancora una volta sul campo dell’uguaglianza: non soltanto creare le condizioni per un migliore accesso a internet, ma garantirlo a tutti.
 

 
La Polizia postale ha incontrato gli studenti di Catania
 
CATANIA – Nell’ambito delle iniziative promosse per l’Internet Day la Polizia Postale e delle Comunicazioni è intervenuta nelle scuole di oltre 100 province sul territorio nazionale, con workshop informativi per illustrare le opportunità della Rete internet evitandone i rischi. L’iniziativa, in collaborazione cin il ministero dell’Istruzione, ha anche una pagina facebook “una vita da social” e un profilo twitter. A Catania la Polizia Postale ha incontrato studenti ed insegnanti del Liceo Lombardo Radice e dell’istituto comprensivo De Amicis di Tremestieri Etneo. “Internet è uno strumento determinante per lo sviluppo di un Paese, – ha dichiarato il dirigente del compartimento Sicilia Orientale di Catania, Marcello La Bella – per questo la Polizia di Stato ormai da anni è impegnata non soltanto nel contrasto del cybercrime ma, anche, in quelle attività di prevenzione che si realizzano anche attraverso gli incontri con i ragazzi per evidenziare loro quei rischi a cui possono esporsi con un utilizzo non consapevole dei servizi di Internet. In questa provincia  – ha sottolineato La Bella – dall’inizio dell’anno scolastico,la Polizia postale ha già tenuto incontri ad oltre 9000 ragazzi di 80 istituti scolastici, coinvolgendo oltre 700 insegnanti e 600 genitori”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017