Sicilia ad alto rischio spopolamento - QdS

Sicilia ad alto rischio spopolamento

Valerio Barghini

Sicilia ad alto rischio spopolamento

martedì 10 Maggio 2016

Elaborazione Seo su dati Eurostat: nel 2080 possibile flessione della popolazione del 16% (da 5.055.938 a 4.253.630). Studio che riguarda le principali isole del Mediterraneo. Si può parlare di un vero e proprio esodo

MILANO – Chissà se nel 2080 Roccafiorita, nel Messinese, quello che risulta essere sia in termini di superficie che di popolazione (secondo l’ultimo censimento appena 222 abitanti) il comune più piccolo della Sicilia, esisterà ancora. Per carità, niente di catastrofico. O forse sì. Già, perché stando ad una recente proiezione condotta nella ‘gemella’ (non solo in termini di Statuto speciale) Sardegna da Francesco Sanna, fondatore di Seo (Sardinian Socio Economic Observatory), ‘un punto privilegiato da cui osservare la realtà, uno spazio sociale fatto di persone che, attraverso i dati, si pone l’obiettivo di fornire ai cittadini, alle associazioni, agli amministratori, ai movimenti politici o ai semplici curiosi stimoli e spunti di riflessione sulla realtà che ci circonda’, nel 2080 la Sicilia nel suo complesso subirà una graduale ma inesorabile flessione della popolazione pari a circa il 16 per cento, passando dagli attuali oltre 5 milioni (5.055.938 per l’esattezza) a 4.253.630.
 
Uno studio, quello di Sanna, che prende spunto da dati Eurostat e che ha riguardato, in genere, le isole del Mediterraneo. Che, viceversa, a sorpresa conosceranno un trend assolutamente inverso. A parte anche in questo caso la ‘gemella’ Sardegna, protagonista suo malgrado di uno spopolamento di dimensioni maggiori, quasi il 34 per cento (ma partendo da una base demografica che è un quinto della Sicilia e una densità di popolazione tripla rispetto a quella della Sardegna).
Forse fin troppo facile attribuire le responsabilità di questo andamento all’insularità. Certo, è indubbio che più passa il tempo e più ‘continuità’ e ‘territoriale’ siano solo due belle parole scritte su un foglio di carta. Tuttavia se si guardano i dati relativi alle altre principali isole del Mediterraneo viene da chiedersi se davvero l’insularità sia il fattore che incide sulle condizioni delle due isole. Sì, perché se così fosse, allora il problema riguarderebbe anche Cipro, le piccolissime Baleari, l’altrettanto piccola Corsica. O ancora l’Islanda e l’Irlanda.
Invece, secondo Eurostat e Seo, sarà tutt’altro che così. Nel 2080, infatti, l’incremento spazierà da un più 50 per cento della Corsica a un più 13 per cento di Malta. La piccola Cipro (appena 9.500 kmq) supererà la soglia del milione e duecentomila abitanti (un dignitoso +44 per cento), mentre la Sardegna, con il quasi il triplo della superficie, non raggiungerà nemmeno il milione e centomila. In pratica lo stesso numero attuali di residenti delle Baleari. Che però hanno una superficie che è un quinto di quella della Sardegna ma che, al pari di Cipro, tra poco più di mezzo secolo conosceranno un incremento del 44 per cento nella popolazione.
I dati della Sicilia li abbiamo già detti. Una vero e proprio esodo. Soprattutto se il dato viene raffrontato con un’isola del Nord Europa simile in termini di dimensioni demografiche, l’Irlanda. Che, con una superficie di oltre 70mila chilometri quadrati, che diventano 84mila se si considera anche il territorio del Nord (contro i quasi 26 della Sicilia), conta attualmente poco più di 4 milioni e mezzo di abitanti (a fronte degli oltre 5 milioni di siciliani) ma che nel 2080 avrà conosciuto un incremento di residenti del 41 per cento, che scaturisce dalla somma tra un +28 per cento dell’Eire (Irlanda del Sud) e un +13 per cento del Nord. Con un break even verso l’anno 2070, quando la popolazione nelle due isole si attesterà intorno ai quattro milioni e 700mila abitanti per poi ‘esplodere’ a quasi sei milioni in Irlanda, nel 2080. Anno in cui chissà se Roccafiorita (ma non solo) esisterà ancora.

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