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Catania – Sul destino delle partecipate molti dubbi e poche certezze

Melania Tanteri

Catania – Sul destino delle partecipate molti dubbi e poche certezze

sabato 21 Novembre 2009

Navarria (Pdl): “L’atto di indirizzo predisposto dall’amministrazione non trova più validità”. I recenti provvedimenti del Governo nazionale hanno stravolto i piani del Comune

CATANIA – “L’assetto legislativo è ‘in fieri’, ma appena diventerà definitivo convocheremo il sindaco Stancanelli e lanceremo la nostra idea relativamente alle società partecipate dal Comune di Catania”.
Si esprime così il consigliere comunale Francesco Navarria (Pdl), presidente della Commissione consiliare alle Municipalizzate, relativamente alla situazione delle aziende partecipate dal Comune che, in applicazione della legge 224/07, articolo 3, comma 27, secondo cui “le amministrazioni non possono costituire società né assumere o mantenere, direttamente o indirettamente, partecipazioni societarie aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali”, avrebbero dovuto essere dismesse o vendute. Il recentissimo decreto legge n. 135 del 2009, il cosiddetto decreto Ronchi sembra, però, aver sparigliato le carte predisposte dalla Giunta cittadina che, lo scorso settembre, ha deliberato il “Piano di risanamento e riqualificazione delle Partecipate”, nel quale vengono esaminate nel dettaglio le singole imprese.
“Con il decreto n. 135 del 2009, approvato giovedì scorso alla Camera – afferma Navarria – l’atto di indirizzo politico predisposto dall’amministrazione non trova più validità né formale, né sostanziale, dal momento che è stata ripristinata la possibilità di creare società a capitale misto con partecipazioni societarie da parte dei privati superiori al 40 per cento”.
L’ente, in questo caso il Comune, dunque, avrebbe nuovamente la possibilità di mantenere parte della società, con alcune novità: le gare a evidenza pubblica diventeranno la regola per l’affidamento dei servizi da parte delle amministrazioni (con alcune eccezioni, come ad esempio la distribuzione dell’energia elettrica) e le società partecipate potranno mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40 per cento del capitale.
In attesa che venga varato il regolamento attuativo del decreto, cosa che avverrà entro l’anno, assicura il Ministro per le Regioni, Raffaele Fitto, sul futuro delle partecipate ancora nessuna certezza.
“L’idea della commissione – continua Navarria – è quella di rilanciare le società attraverso l’immissione di capitali privati, salvo restando il controllo pubblico sulla gestione del servizio, soprattutto quando questo è essenziale”.
“In ogni caso – conclude – abbiamo chiesto un incontro al sindaco per avviare una discussione, prima in commissione e poi in Consiglio comunale, luogo deputato e sede naturale di discussione di temi che hanno come argomento il futuro della città e dei suoi abitanti”.

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