Acque sotterranee, in Sicilia alti livelli di contaminazione - QdS

Acque sotterranee, in Sicilia alti livelli di contaminazione

Adriano Agatino Zuccaro

Acque sotterranee, in Sicilia alti livelli di contaminazione

mercoledì 18 Maggio 2016

Numeri e percentuali sono stati resi noti attraverso il Rapporto nazionale realizzato dall’Ispra. La presenza di pesticidi è stata riscontrata nel 76,6% dei punti monitorati

PALERMO – Nelle acque sotterranee siciliane è stata riscontrata la presenza di pesticidi nel 76,6% dei punti e nel 59,4% dei campioni. Parliamo di tre punti di monitoraggio su quattro interessati dalla presenza di pesticidi. La situazione non è florida nemmeno nelle acque superficiali in cui ci sono residui di pesticidi nel 69,8% dei punti e nel 76,8% dei campioni investigati. In Sicilia “il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale per 11 punti delle acque superficiali (25,6% del totale) e in 41 punti delle acque sotterranee (22,3% del totale)”. I numeri e le percentuali elencate sono stati resi noti questa settimana attraverso il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque” (dati 2013-2014) realizzato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
La percentuale subirebbe un peggioramento se i punti di monitoraggio fossero più numerosi? Non possiamo saperlo, ma un dato è certo: fino al 2014 l’Isola disponeva di soli 43 punti di monitoraggio delle acque superficiali e 184 di quelle sotterranee.
 
In Lombardia, invece, la rete comprendeva 303 punti delle acque superficiali e 521 di quelle sotterranee. L’Ispra, per l’appunto, precisa: “La copertura del territorio nazionale è ancora largamente incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali, due regioni non hanno inviato nessun dato, e più accentuata per le acque sotterranee, dove non si hanno dati di cinque regioni”.
Il monitoraggio delle “condizioni di salute” delle nostre acque, insomma, necessiterebbe di un upgrade anche perché secondo l’Ispra, restando in ambito regionale, “tra le sostanze più frequentemente ritrovate sia nelle acque superficiali che sotterranee, in particolare l’insetticida imidacloprid, attualmente autorizzato a livello comunitario, è altamente tossico per l’ambiente acquatico e per le api”.
L’Istituto, inoltre, ricorda ai cittadini che “essendo concepiti per combattere organismi ritenuti dannosi, i pesticidi possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. In seguito all’uso, in funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, possono migrare e lasciare residui nell’ambiente e nei prodotti agricoli, con un rischio immediato e nel lungo termine per l’uomo e per gli ecosistemi”. In Italia, infatti, solo in agricoltura si utilizzano circa 130.000 tonnellate all’anno di prodotti fitosanitari (Istat, 2014), che contengono circa 400 sostanze diverse. 
Secondo il rapporto, nelle acque superficiali nazionali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di  monitoraggio controllati (nel 2012 la  percentuale era 56,9). Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31%  nel  2012).
“Le concentrazioni misurate  sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi  delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse. Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione” precisa l’Ispra. In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e  del 95% in Umbria. Nelle acque sotterrane la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% punti, in Friuli 68,6% e, per l’appunto, in Sicilia 76%. 

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