In Sicilia in aumento spesa nel comparto fashion - QdS

In Sicilia in aumento spesa nel comparto fashion

Rosario Battiato

In Sicilia in aumento spesa nel comparto fashion

giovedì 26 Maggio 2016

Gli ultimi dati del rapporto Fashion & High Street Report 2015 di Federazione Moda Italia-Confcommercio. Locazioni immobiliari in vie della moda: Palermo si conferma una delle più economiche

PALERMO – Stabili le locazioni immobiliari nelle high street di prestigio e fatturato della moda in crescita grazie soprattutto ai turisti con particolare slancio del comparto fashion (abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori). Col segno positivo anche la Sicilia nel settore che riguarda le spese degli italiani nel fashion con carta di credito. Si riassume così il Fashion & High Street Report 2015 realizzato da Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital Group, in collaborazione con Osservatorio Acquisti CartaSi e Global Blue.
Crescono in quasi tutta Italia i canoni di locazione delle location prime. Rispetto allo stesso periodo del 2015, la Federazione della moda, sulla base di dati di World Capital Group, ha registrato nella città di Venezia una variazione con punte del +35%. Le mete più ricercate restano comunque Milano e Roma con canoni che “attestano un trend del +17% – leggiamo in una nota di presentazione del rapporto –, rispetto all’anno precedente, a Milano in via Montenapoleone, da una media di 5.750 a 6.700 €/mq/anno, e un +25% a Roma in Via Borgognona da una media di 2.000 a 2.500 €/mq/anno e in via Frattina da una media di 1.400 a 1.750 €/mq/anno”. Così se a Roma o a Milano si passa da un minimo di 57mila euro a un massimo di quasi 900mila euro all’anno per locazioni di 100 mq di spazio commerciale nelle high street, ben più modesti risultano i dati dell’unica siciliana presente nello studio. Palermo si colloca nella fascia bassa della graduatoria, subito dopo Bologna e in condomino con Napoli, risultando più costosa soltanto di Bari e Genova. Nel capoluogo isolano, infatti, il prezzo per una locazione  varia da 58mila a 170mila euro all’anno.
Ancora una volta sono stati i turisti a dare una mano all’asfittico consumo nazionale. I dati sul tax free di Global Blue per Federazione Moda Italia hanno confermato un incremento delle vendite del 16% per i prodotti di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria ed accessori. Domina la porzione extraeuropea sia per le vendite sul totale – Cina al 33% e Russia al 12% tra le prime – che nella spesa media con i numeri record di Hong Kong (1.191euro di spesa media ) e Thailandia (1.151).
Nel complesso il monitoraggio di Federazione Moda Italia sull’andamento delle vendite nel 2015 nel settore moda ha registrato una sostanziale stabilità dei fatturati rispetto al 2014 (-0,06%). Il dato conferma quanto rilevato dall’Osservatorio Acquisti CartaSi per Federazione Moda Italia che illustra un “piccolo incremento del 3,7% – riportiamo dal comunicato – delle spese effettuate dagli italiani con carte di credito nei negozi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, pari ad una spesa di oltre 10,5 miliardi di euro”.
La distribuzione regionale delle spese degli italiani nel settore del fashion con carta di credito premia proprio la Sicilia che ha registrato un +4,7%, la quinta tendenza più in crescita rispetto a tutte le Regioni italiane. Basilicata e Calabria registrano invece un dato leggermente negativo (-0,3%), mentre in forte in difficoltà è la Sardegna con un calo dell’8,5%.
Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confocommercio, per rilanciare i consumi e aiutare l’imprenditoria made in Italy, serve “una strutturale riduzione delle tasse a famiglie e imprese, la conferma dell’eliminazione delle clausole di salvaguardia e un intervento di sostanza sulla riduzione della spesa pubblica”.

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