L’Udc è ancora fuori, maggioranza risicata - QdS

L’Udc è ancora fuori, maggioranza risicata

Raffaella Pessina

L’Udc è ancora fuori, maggioranza risicata

mercoledì 25 Novembre 2009

La crisi politica alla Regione fatica a trovare una soluzione. Ma le elezioni anticipate sono scongiurate da tutti

PALERMO – Praticamente certo il ricorso all’esercizio provvisorio per i primi tre mesi del 2010.
La crisi politica alla Regione fatica a trovare una soluzione. Segnerà il passo anche questa settimana l’attività d’Aula a Palazzo dei Normanni. Il presidente della Regione è intenzionato infatti a chiedere un rinvio della discussione della mozione contro l’assessore Gaetano Armao e presentata dal Pd per permettere alle forze politiche una verifica che porti ad una unità di intenti e di programmi.
Si trova già d’accordo il co-coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione, che al termine dell’incontro a Catania di qualche giorno fa tra i vertici regionali del suo partito e quelli del Movimento per l’autonomia ha dichiarato che “L’Mpa aprirà un tavolo anche con l’Udc.
“Abbiamo insistito – ha aggiunto – sulla necessità di includere l’Udc: una maggioranza risicata non sarebbe sufficiente ad affrontare i grandi temi che il governo di Raffaele Lombardo dovrà affrontare”. “Senza un chiarimento – ha concluso Castiglione – è chiaro che la nostra linea in aula non subirebbe modifiche”.
Il riferimento è a quando il Pdl aveva votato insieme al Pd la bocciatura del Dpef del Governo. Meno propensi ad un accordo i componenti del Gruppo Pdl Sicilia.
A margine di una riunione tenutasi lunedì scorso a Palazzo dei Normanni per la presentazione di un emendamento alla legge nazionale sui beni confiscati alla mafia il finiano Fabio Granata ha dichiarato che: “Il punto non è negoziare la presenza di un assessore in più o in meno o in giunta. Serve un chiarimento politico-programmatico per dire se si sostiene o no il governo Lombardo e la sua azione di riforma”. Ed ha aggiunto: “I coordinatori nazionali hanno scelto la via del silenzio, lasciando galleggiare la vicenda siciliana. Ma una delle condizioni della ripresa del confronto è il cambio dei coordinatori regionali. Lo abbiamo chiesto, proponendo di affidare il partito a un triumvirato Alfano-Miccichè-Scalia, senza avere risposta”.
Granata ha interpretato comunque il pensiero di tutti i deputati di non voler andare nuovamente ad elezioni: “Le elezioni anticipate in Sicilia sarebbero una iattura – ha detto – soprattutto alla luce della programmazione 2007- 2013 in corso. Se non si trova una soluzione nell’ambito della maggioranza di centrodestra dobbiamo guardare a soluzioni diverse, ma è prematuro parlarne”.
Il presidente Lombardo non ha voluto esternare il suo pensiero sulla crisi tant’è che alla fine della conferenza stampa sul codice antimafia tenutasi a Palazzo d’Orleans ieri mattina lo stesso ha solo ribadito che è necessaria una verifica per trovare una unità di intenti per attuare il programma delle riforme.
A questo punto dipende a quali compromessi i vari partiti sono disposti a scendere per rientrare in una maggioranza di governo forte, operazione alla quale non intende sottrarsi nessuno, nemmeno il Pd.

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