Rifiuti, da settembre smaltiti all'estero - QdS

Rifiuti, da settembre smaltiti all’estero

Rosario Battiato

Rifiuti, da settembre smaltiti all’estero

mercoledì 15 Giugno 2016

La sicurezza del governatore Crocetta: “Non ci sarà alcun aumento dei costi, anzi”. Le stime, però, parlano del contrario. Per rispettare l’ordinanza procedure di gara entro agosto. Al vaglio impianti dell’Est e Nordafrica

PALERMO – Dopo l’ordinanza della scorsa settimana al dipartimento Acque e rifiuti si lavora per rispettare punti e scadenze voluti dal governo per il semestre di gestione speciale dei rifiuti e in vista del rientro in ordinario che dovrebbe avvenire entro novembre. In cima alla lista delle preoccupazioni della Regione c’è il capitolo relativo al trasferimento dei rifiuti, all’estero o in Italia, e già in questi giorni fervono i preparativi tra i primi preventivi di spesa e gli accordi da sottoscrivere.
Il comma 1 dell’articolo 2 dell’ordinanza ha richiesto al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti di redigere, entro sette giorni dall’entrata in vigore (quindi entro oggi), diversi piani di azione tra cui uno che individui, in caso di accordi o gare per il trasferimento dei rifiuti fuori Regione, apposite “aree qualificate come stazioni di trasferenza, nelle quali i rifiuti potranno essere temporaneamente conferiti prima del loro recupero o smaltimento previo idoneo trattamento in impianti fuori regione”.
Fatto il primo passo si dovrà procedere, entro un mese dall’adozione dell’ordinanza (quindi per il 7 luglio), alla stipula da parte del presidente della Regione di accordi specifici con altri presidenti disponibili “a ricevere i rifiuti raccolti sul territorio della Regione siciliana” così da permettere di concludere le procedure di gara entro il 30 agosto. Da quelle data in poi si potrà procedere all’invio fuori dall’Isola.
I siciliani temono i costi dell’operazione che potrebbero ricadere sulle loro tasche. I calcoli compiuti dal dipartimento, esposti lo scorso anno, fanno riferimento a costi di smaltimento che oscillano tra  140/160 euro a tonnellata, quindi più dell’attuale media di conferimento isolana che si aggira sui 100 euro a tonnellata.
A smentire questa eventualità è stato direttamente il governatore Rosario Crocetta che ne ha parlato proprio ieri. “Non ci sarà alcun aumento dei costi, anzi. Stiamo valutando una serie di posti all’estero dove poter mandare la frazione secca dei rifiuti e lo faremo soltanto se ci sarà un risparmio rispetto al conferimento in discarica”. Al momento tra le realtà al vaglio del dipartimento ci sarebbero alcuni impianti nell’Europa dell’est o in Nordafrica. “Si tratta di impianti di valorizzazione – ha aggiunto Crocetta – per cui dal trattamento della frazione secca per la produzione di energia c’è un guadagno, questo consente di abbattere i costi dei trasporti”.
 
L’obiettivo è ridurre la quantità di frazione secca che finisce nella discariche isolane ormai sature. Sul futuro degli impianti di valorizzazione ha ribadito che “per costruirli serve tempo”. Tempo comunque scandito dall’ordinanza che pretende la definizione della procedura di evidenza pubblica entro ottobre prossimo.
Il governatore ha fatto il punto della situazione anche sullo stato di salute delle discariche isolane. “Il problema è solo uno: la discarica di Siculiana non è in regola e dunque è stata chiusa. Ciò ha causato lo spostamento di circa mille tonnellate di rifiuti al giorno dalla Sicilia occidentale a quella orientale. Ma questa fase emergenziale non durerà molto, la discarica di Gela non appena si doterà del biostabilizzatore mobile sarà riaperta”. Per il futuro si stringono i tempi in vista della convocazione di tutti i responsabili delle discariche pubbliche e private dell’Isola per gli impianti di biostabilizzazione: per gli inadempienti si prevedono commissariamenti (in prima battuta) e poi requisizione d’uso del sito.
 

 
L’altro problema. Discariche abusive da bonificare nel mirino dell’Ue
 
PALERMO – Non si risolve la complicata questione che riguarda 155 discariche abusive da bonificare che ancora rientrano nella sentenza del 2 dicembre 2014 della Corte di Giustizia Ue. Lo ha ribadito Silvia Vello, sottosegretario all’Ambiente, rispondendo la scorsa settimana in aula a un’interrogazione di Liliana Ventricelli (Pd) sul tema. Attualmente l’Italia è stata condannata “al pagamento della sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e di una penalità semestrale” di circa 39 milioni “fino alla completa regolarizzazione delle discariche abusive”. In altri termini 200mila euro a discarica, sanzioni che il governo avrebbe già girato alla regioni responsabili delle violazioni tramite “un meccanismo di compensazione con i trasferimenti che lo stato deve effettuare”. Lo aveva precisato lo scorso marzo il ministro Galletti, facendo il punto della situazione in un’altra interrogazione sul tema quando le discariche da bonificare erano comunque sempre 155. Per la Sicilia ce ne dovrebbero essere ancora una decina da risanare, sebbene dall’assessorato abbiano fatto sapere di essere sempre in contatto col ministero per risolvere la questione in tempi brevi.
 


Raccolta: problemi ovunque. A Carini (Pa) un caso particolare
 
PALERMO – Sul fronte rifiuti, situazione critica a Carini (Palermo), dove il Comune ha da poco dichiarato il dissesto. Il sindaco, Giovì Monteleone, spiega che il piano di ripulitura del territorio, "utilizzando più mezzi, si è infranto contro la decisione di chiudere le discariche per quattro giorni e la Regione solo l’8 giugno ci ha indicato di conferire i rifiuti vicino a Catania". "Le autorità mi dicono – aggiunge il sindaco – di far rimuovere in via prioritaria i rifiuti dall’arteria che costeggia l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo per ragioni di sicurezza. Ma io devo scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria nelle zone densamente abitate del paese". Il primo cittadino non risparmia critiche alla gestione dell’emergenza rifiuti da parte del governo regionale guidato da Rosario Crocetta: "L’ordinanza del presidente ci impone di conferire solo 60 tonnellate di rifiuti al giorno, dimezzando il quantitativo consentito finora e raddoppiando la distanza delle discariche e i costi di conferimento: così non potremo neanche disfarci neanche del quantitativo d’immondizia che giornalmente si deposita".

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