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Catania – L’Amt incassa somme pregresse ma il futuro è tutto da scrivere

Melania Tanteri

Catania – L’Amt incassa somme pregresse ma il futuro è tutto da scrivere

venerdì 24 Giugno 2016

Sindacati indicono sciopero per il 5 luglio: dopo anni di sprechi, azienda in uno stato di prefallimento. L’assessore Pistorio: “La Regione farà la sua parte per superare questa fase”

CATANIA – Gli impegni assunti dalla Regione, nello specifico dall’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio, non bastano ad allentare la tensione. Le condizioni economiche e finanziarie in cui si trova l’azienda di trasporto pubblico catanese, l’Amt, continuano infatti a placare polemiche e preoccupazioni di dipendenti e sindacati autonomi, sebbene da Palermo siano stati sbloccate alcune somme necessarie a far rifiatare le casse dell’azienda (si tratta di 8 milioni, risultato di una conciliazione su un debito del 2014 e altri 7 recuperati dall’assessorato) e siano stati presi precisi impegni da parte del governo regionale per aumentare i fondi a disposizione del trasporto pubblico locale.
La Regione farà la sua parte per consentire all’Amt di superare questa fase. – ha assicurato Pistorio in occasione della Giunta straordinaria di lunedì -. Abbiamo un programma triennale da approvare all’Ars, che dovrebbe permettere una nuova dotazione finanziaria oltre quella dell’assessorato” .
Impegni precisi sui quali anche il presidente dell’Azienda metropolitana trasporti, Carlo Lungaro, punta molto. “È più di un impegno – ha commentato. Per noi rappresenta moltissimo. Dopo tre anni di peregrinaggi – ha aggiunto – siamo riusciti a trovare una soluzione per un contenzioso innescato nel 2012”. Per Lungaro “il personale può tirare un sospiro di sollievo”, ma i sindacati mantengono alta la guardia e annunciano 24 ore di sciopero per il prossimo 5 luglio.
La protesta, indetta dai due sindacati autonomi (Faisa/Cisal e Fast/Confsal), vuole mantenere i riflettori accesi sulla gestione della società.
“L’Amt è un’azienda condannata a una stentata sopravvivenza che non ha imparato a pensare da Spa”, hanno sottolineato Aldo Moschella della Faisa e Giovanni Lo Schiavo della Fast. “La montagna di debiti accumulati da anni e anni di sprechi, consulenze e costi ingiustificati, dove tutto è passato inosservato agli occhi di chi invece avrebbe dovuto sorvegliare con oculatezza e scrupolo, ha fatto sì che l’Amt si venisse a trovare in una condizione di prefallimento con tutte le conseguenze che ora ne possono derivare”. In assenza di immediate risposte concrete sul futuro dell’azienda, soprattutto da parte del Comune – è l’accusa dei sindacati – “abbiamo seri motivi per ritenere che la Partecipata, sarà condannata a una stentata sopravvivenza e questo non possiamo permetterlo a tutela degli interessi dei lavoratori, a salvaguardia dei livelli occupazionali e per difendere un adeguato ed efficiente servizio essenziale, dal quale, Catania e i suoi cittadini, non possono privarsene”.
Sotto accusa i tagli regionali al chilometraggio e il mancato pagamento, da parte di Palazzo degli Elefanti, di parte del debito ingente nei confronti di Amt, oltre le mancate risposte sulla programmazione e sul futuro dell’azienda.
“Fino a oggi – hanno concluso i sindacalisti – abbiamo assistito al “gioco delle tre” carte fra Comune e Regione, alla “pantomima” che si è svolta all’interno del Consiglio comunale. In concomitanza dello sciopero, svolgeremo anche una grande manifestazione, con tempi e modalità che saranno successivamente comunicati, per far sentire la voce di protesta dei lavoratori e dei cittadini che hanno a cuore la salvezza dell’Amt”.

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