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Messina – Patto per la Falce: i primi lavori mostrano risultati incoraggianti

Lina Bruno

Messina – Patto per la Falce: i primi lavori mostrano risultati incoraggianti

martedì 05 Luglio 2016

Le risorse necessarie per ripulire la vasta area dai veleni che sono presenti nel sottosuolo sono ingenti. Riportare il luogo alla dignità che la sua bellezza paesaggistica e artistica meritano

MESSINA – Il Patto per la Falce comincia a mostrare i primi effetti. Le demolizioni avviate e il Prg del porto corredato di Vas inoltrato a Palermo, danno senso alla sinergia che si è innescata tra le istituzioni con l’importante ruolo giocato dal Rettore Pietro Navarra.
Certo per vedere la Zona Falcata tornare a vivere con la dignità che la sua bellezza paesaggistica e artistica merita, ci vorrà ancora del tempo ma almeno si è usciti fuori dall’immobilismo di decenni.
L’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce rassicura sui tempi brevi dell’ approvazione del Piano regolatore portuale che attende da un decennio di essere varato.
Lo scorso 23 giugno l’Autorità Portuale lo ha presentato alla Regione, comprensivo del rapporto ambientale e, secondo gli impegni sottoscritti, entro 60 giorni dovrebbe essere approvato.
Sempre secondo le previsione del Patto per la Falce il Comune dovrà rinunziare a tutti i contenziosi in atto pendenti sulle aree entro 15 giorni dalla presentazione del piano portuale. L’assessore ai Lavori pubblici Sergio De Cola assicura che ogni controversia con l’Autorità portuale inerente quelle aree cesserà, contropartita questa ad una Vas che prospetta una drastica riduzione degli indici di cubatura originariamente previsti dal Prg, così come chiesto dal sindaco Renato Accorinti.
Con la fine della diatriba su alcune delimitazioni si potrà fare qualche passo avanti nelle bonifiche delle aree che è forse la fase più complessa da affrontare, preliminare alla programmazione di tutti quegli interventi che dovranno riqualificare la Zona Falcata. Con la piena titolarità l’Autorità portuale potrà procedere con il piano di caratterizzazione, propedeutico ai progetti di bonifica e di disinquinamento dei terreni e il presidente Antonino De Simone ha assicurato la disponibilità delle risorse finanziarie necessarie.
In questo step è prevista anche la collaborazione dell’Università mentre la Regione invierà gli studi in suo possesso. Dopo le indagini sul terreno si dovrà stabilire come ripulire tutta l’area dalle sostanze tossiche e le modalità di intervento sono legate secondo Croce alla destinazione dei vari siti; “è diversa la modalità di disinquinamento se in un’area è previsto un giardino pubblico o se si deve costruire un albergo.
C’è già un appalto per la bonifica delle zone tra la lanterna del Montorsoli e la Real Cittadella, -dice Croce- puntiamo sui fondi della programmazione europea 2014-20, e sulla sinergia con la Soprintendenza”. Le risorse necessarie per ripulire la vasta area dai veleni che sono presenti nel sottosuolo sono ingenti e questo forse sarà lo scoglio più difficile da superare. Intanto si sta procedendo sugli ecomostri e il Comune con la collaborazione dell’Authority e della curatela fallimentare della Smeb a metà giugno ha avviato la demolizione dei serbatoi dell’ex   stazione di degassifica che dovrebbe essere ultimata entro due mesi; “Nei prossimi dieci giorni saranno avviati anche i lavori per la demolizione dell’ex inceneritore di San Raineri, – ha detto l’assessore Croce -. il contratto con l’impresa è stato stipulato e il Cga ha posto fine a tutti i ricorsi”.
Un contenzioso non ancora risolto è  quello con la società che gestiva i depositi costieri di carburante dell’Eurobunker, che insieme alla stazione di degassifica e a tutti gli insediamenti industriali consentiti nei decenni scorsi  hanno devastato la Zona Falcata. “Ritengono di avere ancora la concessione – ribadisce l’assessore Croce – ma la loro attività è ferma da 15 anni e non può essere riattivata perché l’oleodotto è stato interrotto e non esiste più un collegamento con il molo Norimberga. Ma aldilà dagli aspetti tecnici, ci sono quelli amministrativi e nel nuovo Piano regolatore portuale non è previsto alcun deposito costiero”. Il rappresentante del governo regionale ha quindi promesso che in concomitanza con il varo dello strumento urbanistico del porto, sarà firmata un’ordinanza di sgombero.

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