L'Ars ha recepito l'Intesa Stato-Regione - QdS

L’Ars ha recepito l’Intesa Stato-Regione

Raffaella Pessina

L’Ars ha recepito l’Intesa Stato-Regione

mercoledì 13 Luglio 2016

Intanto, i sindacati chiedono un cambio ai vertici di Riscossione Sicilia. La seduta è stata rinviata al prossimo 20 luglio

PALERMO – Si è concluso un altro capitolo dell’Intesa Stato – Regione firmato da Crocetta il 20 giugno scorso e recepito ieri pomeriggio con il Ddl sulle variazioni di bilancio in discussione all’Ars dalla scorsa settimana. Il documento è stato approvato, presenti in Aula 48 deputati, con 43 voti favorevoli, 4 contrari e un astenuto.
Prima della votazione sono intervenute le opposizioni criticando il provvedimento alla presenza del Presidente della Regione Crocetta e dell’assessore al Bilancio Baccei. Quest’ultimo ha replicato soprattutto al deputato del Movimento Cinquestelle Giancarlo Cancelleri smentendo “quanto si afferma in questi giorni” e cioè che “la storia che questi soldi sono un mutuo è una bugia colossale”. Il riferimento è al contributo di un miliardo e 680 milioni di euro che lo Stato corrisponderà alla Sicilia. “In un mutuo – ha proseguito Baccei – c’è un tasso di interesse e un piano di ammortamento e se non si sanno queste cose siamo messi maluccio. Finitela di raccontare balle ai siciliani”.
 
A questo punto ha preso la parola Crocetta che si è infiammato chiedendo alle opposizioni che se l’accordo non piace “indicateci voi la via alternativa e ve ne assumete le responsabilità. Le polemiche mi riserverò di farle all’esterno e non in un’Aula parlamentare. Abbiamo una deformazione mediatica dell’Intesa – ha detto Crocetta – Intesa che non fa altro che anticipare ed applicare gli artt. 36 e 37 dello Statuto della Sicilia, che invece di prevedere che le entrate ci vengono trasferite dallo Stato aspettando ogni anno che la Finanziaria di turno stabilisce di versare un miliardo 685 milioni alla Sicilia e questa è la verità che salva il bilancio della Regione”. In merito alle varie dichiarazioni, Crocetta ha aggiunto che si riserverà di chiedere in sede civile risarcimento a chi diffonde notizie diffamatorie. Prima del voto finale erano stati presentati quattro ordini del giorno, dei quali il presidente dell’Ars Ardizzone ha ritenuto di tenerne uno solo in termini di pertinenza alla materia trattata e lo ha messo in votazione. 
 
Si tra dell’Odg n. 608 con il quale si chiede al Governo regionale di farsi parte attiva presso il Governo nazionale per rilanciare le attività produttive del Parco dei Nebrodi. Il provvedimento è stato approvato. Invece su richiesta dell’assessore all’Agricoltura Cracolici è stato rinviato in commissione di merito il ddl n. 349 sul demanio trazzerale. Il Presidente Ardizzone ha rinviato quindi l’Aula al prossimo 20 luglio, dando appuntamento però a questo pomeriggio alle 15 ai capigruppo per una riunione con la quale fare il punto della situazione e predisporre un calendario dei lavori prima della chiusura per le ferie estive.
Il sindacato di settore della Cgil ha chiesto a Crocetta un cambio ai vertici di Riscossione Sicilia, la partecipata che si occupa della riscossione dei tributi nell’Isola. Il sindacato chiede una verifica su quanto sta avvenendo nella società. “La Corte dei Conti nel suo giudizio di parifica sul Bilancio della Regione Sicilia conferma in pieno quanto affermato dal sindacato: il periodo amministrato dall’avvocato Fiumefreddo – scrive il sindacato – è stato il peggiore degli ultimi anni sia in termini di risultati, che i termini di progettualità per uscire dalla crisi che ha investito la società. Minor riscosso e nessun progetto, nessuna sinergia con Equitalia, che proprio nei giorni scorsi lo ha confermato ufficialmente, nessuna riduzione del tasso di interesse bancario passivo sui conti dell’azienda, nessuna riorganizzazione aziendale”. “L’unico elemento positivo del 2015, secondo la Corte dei Conti, è costituito dai risparmi conseguiti. Ma – prosegue il sindacato – anche in questo caso non si tratta di riduzione delle spese di gestione, ma di risparmi ottenuti negando ai lavoratori ed alle lavoratrici di Riscossione Sicilia parte del loro salario, peraltro rinnegando gli accordi sottoscritti”.
“Il governo regionale – conclude – avrebbe dovuto presentare la riforma della riscossione al Parlamento regionale, ma ancora tutto tace”.

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