Come eliminare i crediti deteriorati - QdS

Come eliminare i crediti deteriorati

Lucia Russo

Come eliminare i crediti deteriorati

venerdì 15 Luglio 2016

Dall’economista Marco Vitale la proposta di un nucleo integrato di aziendalisti esperti di recuperi aziendali. Con la “Casa delle imprese” la Cassa Padana in 24 mesi ha già sperimentato buoni risultati

“Good Recovery Bank” è la proposta di un nucleo integrato e sperimentato di aziendalisti esperti di recuperi aziendali, che hanno dato vita ad un Raggruppamento di Impresa denominato “Officina delle imprese”, con l’obiettivo di fornire alle banche interessate un rapporto integrato di varie collaudate esperienze. “Noi crediamo che per questa via i crediti deteriorati diminuirebbero sensibilmente con vantaggio delle banche, delle aziende e del sistema economico nazionale”.
La premessa è la constatazione che i crediti deteriorati delle banche ricomprendono partite di natura diversa: vere e proprie sofferenze che possono generare perdite gravi e recuperabili solo in parte attraverso procedure legali e/o liquidazione o di svendita. Esistono anche molte partite incagliate o di difficile riscossione verso aziende in crisi reversibile che possono e devono essere aiutate a uscire dalle difficoltà. La soluzione delle Bad Banks è considerata sbagliata e dannosa per le banche, per le imprese e per il sistema economico nel suo complesso, alla luce anche dell’approccio degli organismi di vigilanza e soprattutto della BCE che premono per il raggiungimento di parametri patrimoniali in tempi non sempre realistici.
In Italia, come confermato dallo studio dei Professori M. Baravelli e R. Cappellin dell’Università di Roma (www.economia.uniroma2.it/dedi/ebook-politiche-industriali/),  numerosi settori industriali, intere filiere e migliaia di imprese, soprattutto piccole e medie, dipendono strettamente dal credito bancario e non dispongono di altri canali di finanziamento. Come rilevato nello studio dell’Università di Roma, la cessione dei crediti avviene a prezzi stracciati quando le banche si vedono costrette a rispondere rapidamente alle richieste della Vigilanza e a ripristinare gli equilibri aziendali. Chi acquista i crediti tende a fare cassa liquidando le garanzie patrimoniali immobiliari, facendo scorpori e vendendo i singoli cespiti invece di cercare soluzioni alternative come le aggregazioni con imprese sane, fusioni, ristrutturazioni e riposizionamenti di settore e di filiera. Dunque, si pone l’esigenza di soluzioni e di approcci più creativi.
”L’obiettivo – osservano i professori dell’Università di Roma – deve essere dunque di valorizzare ciò che è valorizzabile attraverso la gestione dei crediti deteriorati e delle aziende debitrici in un’ottica di logica economica di ampio respiro e di politica industriale utile alle banche, alle imprese, al sistema”. Ci sono esempi del passato, come quello delle banche svizzere che, all’epoca della grande crisi dell’orologeria meccanica elvetica per l’avvento degli orologi digitali giapponesi, intervennero con successo per evitare la distruzione del settore.

L’Officina delle imprese all’opera con la BCC Cassa Padana 

La Cassa Padana ha creato al suo interno, con la consulenza di Vitale-Novello-Zane & Co.(VNZ), un intero reparto dedicato al recupero delle aziende denominato “Casa delle Imprese”, partendo dal presupposto che le aziende possono essere aiutate dalla propria banca solo se conosciute in modo approfondito.

La Casa delle imprese ha già maturato 24 mesi di operatività con risultati positivi. Sono state analizzate 120 imprese clienti che mostravano difficoltà attraverso la c.d. Analisi Rapida come base per avviare un percorso di recupero di redditività e quindi dell’impresa e del relativo credito in difficoltà. È stata rilevata dalla banca la maggioranza del capitale di 6 società dove ciò è apparso necessario per sostenere la continuità aziendale.
Sono stati migliorati i crediti in difficoltà di tutte le altre imprese oggetto dell’intervento. L’effetto di questa azione ha portato la banca a perfezionare le sue metodologie di valutazione del rischio e quindi a migliorare la sua operatività ordinaria di banca commerciale ed anche a rafforzare e migliorare la sua presenza sul territorio che era già importante ma che ha trovato nell’attività della Casa delle Imprese uno stimolo ulteriore per conoscere meglio non solo le dinamiche aziendali, ma anche quelle delle famiglie ed in genere dei soggetti operanti sul proprio territorio.

Soggetti partecipanti all’Officina delle Imprese

I soggetti partecipanti all’Officina delle Imprese, sotto forma di raggruppamento di Impresa, sono i seguenti:  Vitale-Novello & Co. Srl – Milano – in persona del presidente Marco Vitale e del consigliere delegato Pierluigi Novello, consulenti strategici ed economici; Vitale-Novello-Zane & Co. Srl – Brescia – in persona del presidente Marco Vitale e del consigliere delegato Stefano Zane, consulenti strategici ed economici; Considi Srl – Vicenza – in persona del presidente Fabio Cappellozza e del consigliere delegato Gianni Dal Pozzo, consulenti per l’ottimizzazione dei processi produttivi e dell’innovazione; Oraculum Advisors Ltd. – Londra – in persona del presidente Carlo Resta, consulenti per l’accesso ai capitali di sviluppo e all’internazionalizzazione; C.Borgomeo & Co. Srl – Roma – in persona del presidente Carlo Borgomeo, consulenti di sviluppo territoriale e per le start-up;  Contract Manager Srl – Milano – in persona del presidente Angelo Vergani, pioniere europeo di Interim management.

Oggetto della proposta

L’“Analisi Rapida” verrà applicata a tutte le posizioni creditorie in sofferenza delle banche clienti, al fine di individuare quelle meritevoli e con potenzialità di recupero di redditività e di sviluppo.
Questo strumento è stato messo a punto da C.Borgomeo & Co. da oltre 10 anni ed è stato già sperimentato anche da altri soggetti del Raggruppamento di Impresa. Si tratta di un servizio che, sviluppato in stretta collaborazione con i funzionari della banca, può essere sviluppato su scala di importanti dimensioni.

Lo schema operativo di massima – flessibile ed aperto ad ogni adattamento che possa essere richiesto dalla banca interessata – è quello contrattuale secondo il quale i crediti deteriorati resteranno presso la banca che affiderà all’Officina delle Imprese la gestione degli stessi e gli interventi necessari nell’azienda oggetto dell’intervento per assicurare un’azione incisiva di recupero. Naturalmente questo schema contrattuale dovrà essere affiancato da un mandato da parte della proprietà dell’azienda che consenta all’Officina delle Imprese di operare senza intralci. Come con Cassa Padana sarà possibile sviluppare la formazione del personale della banca che farà parte dell’Officina delle Imprese.
Sulla base delle risultanze dell’Analisi Rapida sarà possibile individuare e gestire i percorsi di recupero di redditività, di sviluppo, e innovazione, che potranno tra l’altro trovare una propria ragione anche dalla visione complessiva delle varie posizioni. Operazioni di accorpamento e/o razionalizzazioni di settori e/o di filiere ne saranno conseguenza.
 
Oltre all’Analisi Rapida gli strumenti principali saranno:
– l’analisi dei crediti deteriorati finalizzata ad una classificazione degli stessi in base alle possibilità della loro “valorizzazione” tramite il supporto nel risanamento delle imprese, e attraverso processi di consolidamento e razionalizzazione dei vari settori economici;
– la gestione dei piani di risanamento sulla base di mandati chiari e condivisi dalle imprese oggetto dei piani e con mandato forte della Banca per trattare con altre banche.
– la ricerca delle risorse finanziarie eventualmente necessarie al piano (capitale e/o debito) sulla base del mandato.
L’Officina delle Imprese potrà contare sulla struttura dei consulenti dei soggetti partecipanti alla stessa oltre ad altre risorse che verranno attivate caso per caso a seconda delle necessità e opportunità.

La remunerazione del servizio

La remunerazione del servizio sarà stabilita con le banche e sulla base di una stima del costo della struttura che sarà in funzione del volume, del numero delle posizioni e dell’importo dei crediti in gestione e delle entità dei recuperi. Si dovrà prevedere:
– una commissione di gestione in relazione al volume e al numero dei crediti analizzati;
– un premio/incentivo in relazione al successo delle singole situazioni di risanamento; 
– un premio in relazione al volume di investimenti che si riuscisse a far apportare da terzi.

 

 
Con l’Officina delle imprese solo vantaggi e niente rischi
 
Nel progetto “Officina delle imprese” sono state individuati i vantaggi per la banca, le imprese e il territorio:
1. Riduzione delle perdite: è questa la via più sicura e immediatamente accessibile anche per l’incremento della redditività della banca.
2. Consolidamento di una prospettiva di reale recupero totale o parziale dei crediti e rafforzamento patrimoniale dell’impresa cliente.
3. Maggiore consapevolezza delle qualità e caratteristiche dei crediti deteriorati, delle imprese finanziate e delle ragioni che hanno generato le difficoltà; riacquisto della funzione principale bancaria di supporto alle imprese e al territorio.
4. Evitare la svendita a terzi di questi attivi, e dei relativi clienti, a prezzi irrisori; evitare la scomparsa di attività economiche ancora meritevoli e con prospettive di sviluppo sul territorio. Migliore e assai più favorevole negoziazione dei cespiti e degli attivi che occorrerà cedere.
5. Maggior controllo della gestione globale della banca che permetterà di indirizzare le risorse a sostegno degli altri settori e su nuove opportunità operative.
6. Impatto positivo sull’economia nazionale, sulla produttività, l’occupazione. Rinascita della fiducia da parte del pubblico delle imprese e dei consumatori.
Viceversa non sono stati individuati particolari rischi. è scritto nel progetto: “Data la situazione attuale delle banche, lo stadio al quale si trovano i crediti deteriorati, l’approccio sostanzialmente negativo, se non ostile, delle autorità di vigilanza europee, la situazione economica generale del paese, la mancanza di alternative praticabili, l’eccesso di personale bancario che può invece trovare utilizzo nella Officina delle Imprese, non vediamo ci siano particolari rischi derivanti da questa strategia, a patto che la stessa sia attuata con competenza e determinazione.
La verità è che se si dovesse seguire l’approccio della “Bad Bank” invece che del recupero delle aziende, l’effetto totale per il sistema sarebbe catastrofico”.
 

 
Missione civica utile a tutte le banche
 
Per quanto riguarda le Banche potenzialmente interessate, secondo gli ideatori dell’Officina delle imprese, sono tutte le banche sul territorio italiano.
A seconda del contenuto dell’accordo sarà possibile costituire anche una società ad hoc alla quale la banca interessata potrà partecipare.
A seconda delle necessità sarà anche possibile per accelerare e rafforzare l’azione di recupero, rivolgersi a potenziali apportatori di capitali, sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, come investitori o co-investitori ad esempio: Fondi Pensione; Gruppi Assicurativi; Investitori Istituzionali, in particolare le Fondazioni di origine bancaria per le banche più legate ai territori; Family Offices; Fondi di Private Equity.
In tal modo, si darà luogo ad una più veloce dinamica dei recuperi.
Il progetto “Officina delle Imprese”, infine, vede da parte dei protagonisti una forte volontà: “Siamo pronti a dedicarci con grande impegno a questo progetto in cui crediamo fermamente.
Riteniamo che questa iniziativa possa avere sull’economia del paese un grande benefico impatto, e rappresentare uno strumento di politica economica ed una missione civica”.

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