Saldi di fine stagione: -20% di acquisti rispetto a luglio 2014 - QdS

Saldi di fine stagione: -20% di acquisti rispetto a luglio 2014

Michele Giuliano

Saldi di fine stagione: -20% di acquisti rispetto a luglio 2014

giovedì 04 Agosto 2016

In Sicilia i dati Confcommercio registrano una tenuta della spesa con una media di 70 euro pro capite. Biennio terribile per le svendite che non attirano nemmeno quando sono al 70%

PALERMO – L’epoca dei saldi è al capolinea? A guardare i dati sugli incassi dei negozianti, durante gli sconti estivi, sembrerebbe proprio di sì: cali a doppia cifra che arrivano anche a -20% rispetto a luglio 2014.
Un biennio terribile per le svendite che non attirano più neanche quando sono al 70%. Per il Codacons la percentuale reale sul calo è anche più elevata. La proposta dell’associazione è quella di estendere i saldi tutto l’anno: “Il consumatore non si sente invogliato dagli sconti che vengono fatti, giudicati troppo bassi e dalla durata fortemente limitata nel tempo, frutto di una politica assurda del commercio che non prevede dei veri e propri saldi.
Tutto l’anno black friday – propone il presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli – è l’unica possibilità reale se vogliamo incentivare i consumi, altrimenti entreremo in una spirale negativa, e la percentuale calerà sempre di più anno dopo anno. Bisogna incentivare il consumatore, i saldi siano più elevati e durino per tutto l’anno”.
Secondo le stime di Confcommercio Palermo, quando i saldi partirono nel primo weekend di saldi, in Sicilia c’è stata una sostanziale tenuta e si è registrato qualche timido segno lievemente positivo. Le previsioni del centro studi e ricerche di Confcommercio sono che in Sicilia ogni famiglia spenderà in media 160-170 euro, con una spesa pro capite di circa 70 euro per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo. E le previsioni sono al massimo di sostanziale tenuta dei dati dello scorso anno.
 
“Va detto – osserva la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio – che le condizioni climatiche piuttosto avverse, con una stagione incostante dal punto di vista climatico, hanno avuto come conseguenza che i negozi si ritrovano tanti prodotti invenduti che certamente rappresentano ottimi affari per i consumatori, i quali possono acquistare bene prodotti di appena pochissimi mesi di vita, quindi attualissimi e a prezzi scontati già fino al 50%”. Numeri che purtroppo rimarcano ancora di più la crisi nel commercio, sull’onda anche dei saldi invernali che non sono andati neanche bene. Secondo un’altra organizzazione di categoria, la Federmoda, gli acquisti sono avvenuti nel periodo invernale scorso soprattutto negli outlet e centri commerciali ed il bilancio è stato a dir poco negativo:
-9% rispetto allo scorso anno, quando già i consumi erano in netto calo. Nei primi 15 giorni si registrò un -5,42% per sprofondare al -9,27% a poco più di un mese dall’inizio saldi imvernali, con una riduzione del 25% del valore dello scontrino medio.
 
“Questi dati – evidenzia il presidente di Federmoda Italia-Confcommercio, Renato Borghi – confermano l’attenzione sempre più marcata al prezzo da parte dei consumatori che di certo non possono permettersi di più, avendo oggi un reddito disponibile reale pari a quello di 27 anni fa e, come registrato a febbraio dall’indagine sul sentiment, commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche, un clima di fiducia che, per il 60% degli italiani, è negativo. La situazione inoltre non è più sostenibile per i negozi multimarca di qualità che noi rappresentiamo soprattutto perché i saldi dovevano essere un momento di respiro e di rilancio per gli approvvigionamenti in vista della nuova stagione. Invece concludono un anno tutto da dimenticare con perdite anche a due cifre”.

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