Cementificazione ed ecomostri nel 61% delle coste siciliane - QdS

Cementificazione ed ecomostri nel 61% delle coste siciliane

Francesco Sanfilippo

Cementificazione ed ecomostri nel 61% delle coste siciliane

venerdì 05 Agosto 2016

Ciafani (direttore Legambiente): “Nel 1985, 1994 e 2003, gli anni in cui si è discusso il condono, più abusi edilizi”. Zanna: “Nostro obiettivo è l’abbattimento degli edifici sul mare costruiti negli ultimi 40 anni”

PALERMO – Le coste siciliane hanno subito non poche devastazioni ambientali nel corso del tempo, che è difficile trovare aree non sottoposte a sconvolgimenti da parte dell’uomo. Eppure, dagli anni 80, dal tempo delle prime sanatorie, l’assalto alle coste non è mai cessato, assumendo varie forme di abusivismo. Recentemente, il deputato siciliano, Girolamo Fazio, ha provato a risolvere l’annoso problema dei manufatti abusivi che opprimono le coste, ma senza successo.
Il deputato Fazio ha dichiarato: “La politica siciliana ha consumato l’ennesimo strappo e alzato un’altra barriera di separazione tra sé, i cittadini siciliani ed i loro problemi. In particolare quelli creati dalla sovrapposizione di norme urbanistiche che, dal 1976, non hanno dato ai cittadini ‘indicazioni certe ed in tempi rapidi cui conformare la propria condotta’ per costruire e realizzare gli immobili nei 150 metri dalla battigia, salvo considerarli abusivi per l’effetto retroattivo della legge del 1991, per altro non per espressa volontà del Legislatore ma per interpretazione della giurisprudenza. Un pasticcio giuridico che mina una dei cardini della civiltà giuridica e della democrazia: la certezza del diritto”. Legambiente, al contrario, ha presentato, di recente, il dossier “Il consumo delle aree costiere italiane. La costa siciliana: l’aggressione del cemento e il cambiamento del paesaggio” in una conferenza stampa tenutasi all’Ars.
Secondo il dossier, redatto in base a delle foto satellitari dal 1988 al 2013, dei 1.088 chilometri di costa sicula, il 21 per cento è tutelato suddiviso per il 15% in aree naturali e riserve, il 6% è protetto da altri vincoli, mentre il 18 per cento è paesaggio agricolo.
Il restante 61 per cento della costa è urbanizzato, quindi si ha una cementificazione diffusa ed ecomostri. Il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha sostenuto: “Lo studio parte dal 1988, tre anni dopo l’approvazione della legge Galasso che avrebbe dovuto impedire altre costruzioni abusive sulle coste siciliane. Invece, è stato dimostrato da alcuni studi del Cresm che gli abusi aumentano negli anni in cui si è discusso di condono edilizio in Parlamento. Quindi, nel 1985, 1994 e 2003, c’è stata un’impennata delle costruzioni edilizie abusive perché si crea aspettativa del condono. È un tema che siamo costretti a denunciare nuovamente perché continua ad esserci chi strizza ancora l’occhio a questi abusi”.
Il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, ha dichiarato a sua volta: “Le coste siciliane sono eccessivamente antropizzate e cementificate. Le proposte presentate nei giorni scorsi, ci lasciano sconcertati, sono incostituzionali e inammissibili. Al contrario, nostro obiettivo è l’abbattimento di tutti gli edifici abusivi sul mare costruiti negli ultimi 40 anni. Si deve trovare una strategia per tutelare il nostro patrimonio naturale e ripensare a nuovi modelli turistici di sviluppo”. Nel corso della conferenza stampa è stato consegnato al sindaco di Licata, Angelo Cambiano, il premio “Ambiente & Legalità”. Questo riconoscimento nazionale, istituito dal 2006 da Legambiente insieme a ‘Libera’, è assegnato, ogni anno, a coloro che, a vario titolo, si sono particolarmente distinti e spesi nel contrastare le illegalità ambientali.

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