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Palermo – Teatro Biondo, servono i tagli. Respinte le dimissioni di Alajmo

Gaspare Ingargiola

Palermo – Teatro Biondo, servono i tagli. Respinte le dimissioni di Alajmo

sabato 27 Agosto 2016

Nuovi tentativi per far rientare la crisi dell’Ente: al vaglio un Piano straordinario per il pareggio di bilancio. L’ex direttore: “Ringrazio il Cda per la fiducia, chiedo qualche giorno di riflessione”

PALERMO – Dietrofront del sindaco di Palermo Leoluca Orlando sul dimissionario direttore del Teatro Biondo Roberto Alajmo. Dopo le aspre critiche che avevano indotto il giornalista e scrittore a lasciare l’incarico perché, a detta del primo cittadino, il Biondo era “un’isola infelice tra le partecipate”, Orlando tende la mano e prova a ricucire lo strappo. Anche perché nel frattempo la mobilitazione del mondo della cultura, a livello regionale e nazionale, potrebbe convincere Alajmo a tornare sui suoi passi.
Il Consiglio di amministrazione di via Roma, intanto, gli ha rinnovato la fiducia respingendone le dimissioni. Si tenta così una difficile riconciliazione dopo che Alajmo si era sentito sfiduciato dalle parole del sindaco e aveva deciso di abbandonare la difficile impresa che era stato chiamato a compiere proprio da Orlando: rilanciare un’istituzione sommersa dai debiti. Impresa in parte riuscita (più abbonamenti e biglietti, più spettacoli, meno spese), con un percorso di crescita comunque ancora da completare, ma non abbastanza da salvare Alajmo dagli strali del Professore. Ora, però, con la stagione 2016/2017 a rischio, arriva la virata del sindaco, che in una nota congiunta con l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Cusumano, inviata al governatore Rosario Crocetta, all’assessore regionale allo Spettacolo Anthony Barbagallo, nonché al presidente dello Stabile Giovanni Puglisi e all’intero Cda, sollecita “l’attivazione di un nuovo e più incisivo piano di risanamento del Teatro, privilegiando riduzione di costi in ogni settore e anche scelte – meno traumatiche – già praticate di prepensionamento che consentano all’Associazione di guardare con maggior fiducia al proprio futuro. Il tutto – scrivono – a tutela del lavoro di rilancio già avviato e del rinnovato prestigio del teatro della città con la direzione di Roberto Alajmo”. In un successivo passaggio della nota Orlando e Cusumano ribadiscono che “l’auspicio dell’Amministrazione comunale è quello di favorire un momento di rilancio dell’istituzione, sotto la direzione dello stesso Alajmo, anche al fine dell’ottenimento del riconoscimento di Teatro Nazionale in prospettiva metropolitana, in vista del prossimo appuntamento di candidatura”.
Anche il Comune e la Regione devono però fare la loro parte versando le quote societarie, che quest’anno stanno arrivando con un certo ritardo. Piazza Pretoria ricorda che “a seguito della recente approvazione del Bilancio si sono rese disponibili le somme del socio Comune che verranno liquidate una volta espletate tutte le procedure amministrative di rito” e chiede a Palazzo d’Orleans di fare altrettanto. Il Biondo, dunque, vorrebbe ricominciare da Alajmo. Il 24 agosto l’assemblea di soci e il Cda hanno tracciato la strada del risanamento partendo da alcuni punti fermi, tra i quali la rinnovata fiducia, dopo tante polemiche, al direttore uscente.
L’obiettivo primario è la redazione di un “piano straordinario per il pareggio di bilancio” e di un “piano strategico per il triennio 2017/19”, per poi in futuro trasformare il Biondo “da Teatro di Interesse Culturale (Tric) a Teatro Nazionale”, mantenendolo nel sistema dei teatri pubblici. I soci hanno innanzitutto chiesto agli amministratori dell’Ente “l’avvio immediato della stagione artistica 2016/17 nel pieno rispetto delle aspettative degli abbonati, attuali e futuri, e del pubblico palermitano, invitando il direttore Roberto Alajmo a compiere, con sollecitudine, tutti i passaggi necessari”. Ma soprattutto li hanno sollecitati “a porre in essere tutti gli atti e le misure necessarie a raggiungere, nell’immediato, il pareggio di Bilancio dell’anno in corso e la definizione di un piano strategico per il triennio 2017/19” invitando Alajmo “ad avviare con sollecitudine il confronto con le organizzazioni sindacali, secondo le indicazioni e gli indirizzi che darà il Cda, per l’individuazione di scelte e strumenti di prospettiva per la pianificazione del prossimo triennio 2017/19”. Difficilmente sarà accontentata la richiesta di Orlando di un taglio da 1,2 milioni di euro l’anno per tre anni: più facile che il taglio da 1,2 milioni sia complessivo o che comunque si aggiri al massimo intorno al mezzo milione l’anno.
Dopo l’assemblea dei soci si è riunito il Cda, che “ha preso in esame le dimissioni formulate dal direttore Roberto Alajmo nella seduta del 1 agosto e, alla luce delle priorità e delle urgenze emerse in sede di Assemblea, ha, con voto unanime, respinto le dimissioni stesse, ribadendo la piena fiducia del Cda al direttore, tanto alla luce dell’attività pregevole da lui fin qui svolta, nell’interesse del Teatro, quanto nella convinzione che la sua attività dovrà e potrà risultare efficace per il raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Assemblea e stabiliti dal Cda”.
Ma è così scontato che Alajmo accetti di tornare? Per il giornalista sono giorni di riflessione: “Voglio ringraziare tutti – ha scritto in una nota -: i Soci, il Consiglio d’Amministrazione, l’intero mondo teatrale italiano, i lavoratori e soprattutto la città di Palermo, che in queste settimane ha dimostrato di avere apprezzato il mio lavoro al Teatro Biondo. Sono lusingato del segnale di stima arrivato ieri dal Cda nel rigettare le mie dimissioni, presentate a suo tempo con motivazioni circostanziate e con la formula dell’irrevocabilità. In questo momento solo di una cosa sono sicuro – ha sottolineato -: se tutte le parti coinvolte spingeranno nella stessa direzione, non ci sono traguardi che siano preclusi al Biondo. Per quanto riguarda me, esistono delle motivazioni personali che permangono, e per risolvere le quali chiedo a tutti qualche giorno di riflessione”.

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