Elezioni Regionali, l'occhiolino di Forza Italia alla Lega - QdS

Elezioni Regionali, l’occhiolino di Forza Italia alla Lega

Raffaella Pessina

Elezioni Regionali, l’occhiolino di Forza Italia alla Lega

giovedì 01 Settembre 2016

Micciché: “Salvini in Sicilia dimostra che l’attacco al Sud è un ricordo lontano”. Schifani, di nuovo in Fi: “Ncd ha disatteso i principi fondativi”

PALERMO – Proseguono le trattative tra i partiti per arrivare ad un’intesa forte per le prossime elezioni regionali. Il tempo comincia a stringere perché manca solo un anno alla data del rinnovo del parlamento regionale che vedrà salire sugli scranni solo 70 deputati, venti in meno di adesso.
 
Mentre ieri abbiamo esaminato la parte che comprende i partiti della sinistra, oggi è la volta di Forza Italia che con il suo commissario straordinario Gianfranco Miccichè ha deciso di schiacciare l’occhio alla Lega di Matteo Salvini. “La Lega di oggi è cambiata, non è più la Lega Nord del passato che attaccava il Sud – ha detto Micciché – Quello è un ricordo lontano. E la dimostrazione è che Matteo Salvini è venuto in visita in Sicilia, e non è la prima volta”. Del resto un’alleanza Nord Sud non sarebbe certo una novità: già in tempi andati l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo aveva stretto accordi elettorali con Roberto Calderoli. Una unione che sicuramente aveva modo di esistere solo perchè prevalevano interessi di Governo e Lombardo non ha mai fatto mistero di questo. Miccichè parlando delle elezioni regionali che si terranno il prossimo anno in Sicilia, non ha escluso perciò un’alleanza con il movimento ‘Noi con Salvini’: “Non so se presenteranno una lista ma perché i siciliani non dovrebbero essere pronti a votarli? si chiede il coordinatore regionale di Forza Italia. “Spero che, essendo nostri alleati, i voti si possano prendere anche qui. Non vedo perché non bisognerebbe fare un accordo con loro”. Del resto, le alleanze vengono fatte proprio per ottenere una maggiore quota di voti per poter andare a governare.
 
Così come ha fatto il Nuovo Centrodestra che prima si è scisso dal Pdl (Partito delle libertà), sdoganando Angelino Alfano, che è passato da delfino di Silvio Berlusconi a leader di una nuova forza politica, coinvolgendo anche una parte dei deputati in Sicilia e poi spostandosi a sinistra e appoggiando la linea di Matteo Renzi del Pd. In questi passaggi il Nuovo Centrodestra ha perso un esponente importante, Renato Schifani, che nello scorso mese di luglio ha fatto rientro in Forza Italia dichiarando che Ncd “ha disatteso i principi fondativi e la sua missione, e ha assunto una posizione eccessivamente filo-governativa che ha comportato una oggettiva difficoltà a portare avanti i nostri punti programmatici e ad affermare la nostra identità: sono stato sempre dell’idea che la nostra esperienza si sarebbe dovuta chiudere con il voto alle riforme. Siamo nati per essere la quarta gamba del centrodestra: così, invece, si continua solo a indebolire la nostra natura”.
 
Non sarà facile mettere d’accordo gli undici partiti e movimenti presenti a Palazzo dei Normanni per presentare liste unite e forti. L’unico in grado di farlo sarà il Movimento cinquestelle, poiché ha già dimostrato che così facendo ha ottenuto egregi risultati. Ancora non si conosce la direzione che prenderà per le prossime elezioni il Partito dell’Udc, attualmente il primo alleato del Pd a Sala d’Ercole. Anche il Pse (ex Megafono), creatura di Rosario Crocetta, potrebbe decidere di pendere più verso la coalizione di centrodestra, visto il gelo con cui il Pd ha accolto da Crocetta la notizia della sua ricandidatura a presidente della Sicilia.

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