Fondi Ue, la corsa comincia in ritardo - QdS

Fondi Ue, la corsa comincia in ritardo

Rosario Battiato

Fondi Ue, la corsa comincia in ritardo

venerdì 02 Settembre 2016

L’assessore regionale alle Attività produttive Lo Bello ha comunicato l’imminente pubblicazione dei primi bandi di aiuti alle imprese. Obiettivi concreti da raggiungere nel 2018 anche per l’efficientamento degli edifici e per la mobilità

PALERMO – La Regione agita le acque dei fondi europei. La programmazione del Po Fesr Sicilia 2014-2020, che ammonta a circa 4 miliardi e mezzo, dovrebbe vedere già a settembre i primi bandi del triennio, considerando che, agli inizi di agosto, la giunta regionale ha approvato l’elenco della programmazione attuativa 2016/2018 per individuare le procedure da attivare così da raggiungere i target finanziari previsti al 31 dicembre del 2018. Si tratta della prima tappa di un percorso che si concluderà nel 2020 e che in questa prima fase dovrà garantire una spesa pari a circa 900 milioni di euro. La storia è sempre la stessa: la Regione deve correre per certificare la spesa dei fondi Ue ed evitare così il rischio restituzione.
L’elenco della spesa da certificare entro il 2018, che è un allegato dell’”apprezzamento” espresso dalla giunta con la delibera n.285 del 9 agosto del 2016 e che si trova anche online sul sito EuroInfoSicilia.it, ricostruisce i principali obiettivi da raggiungere per ogni dipartimento.
Le attività produttive sono in prima linea. Nei giorni scorsi l’assessore Lo Bello ha annunciato al Giornale di Sicilia l’imminente predisposizione di 25 bandi per lo stanziamento di oltre un miliardo di euro dei fondi destinati alle imprese. Ha precisato che 195 milioni avrebbero avuto una procedura d’urgenza, quindi da spendere entro il 2018, il resto per il 2020.
Andando più in dettaglio scopriamo che si prevedono azioni per il “sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica e commerciale delle imprese”. In questa direzione sono numerose le altre voci che fanno riferimento alla stimolazione dell’avanzamento tecnologico per le piccole e medie imprese, ma non mancano anche gli input per il “rafforzamento e qualificazione della domanda di innovazione della Pa attraverso il sostegno ad azioni di precommercial pubblic procurement e di procurement dell’innovazione”.
Nello stesso ambito ci sono anche gli aiuti alle imprese confiscate alla mafia “per salvaguardare i posti di lavoro in collegamento con azioni di aggregazione e promozione sociale ed economica” che potranno basarsi su 4,3 milioni di euro di risorse.
Altri aiuti sono previsti per il consolidamento di start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e per le iniziative di spin-off della ricerca per circa 5 milioni di euro. Alla fine di dicembre 2015 le start up siciliane iscritte nella sezione speciale del Registro erano circa 250 su un totale di 5mila a livello nazionale. Un dato che vale il 5% del totale e che con questi stimoli comunitari potrebbe crescere ulteriormente. Previsti incentivi anche per migliorare la competitività delle aziende isolane sui mercati esteri.
Tra gli altri obiettivi previsti non mancano le azioni di promozione dell’eco-efficienza e riduzione di “consumi di energia primaria negli edifici – riportiamo dall’elenco – e strutture pubbliche” che comprendono interventi di ristrutturazione, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo e di sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile da destinare all’autoconsumo. Anche il capitolo della mobilità avrà la sua fetta con gli interventi previsti per la “realizzazioni di nodi di interscambio finalizzati alla mobilità collettiva e alla distribuzione ecocompatibile delle merci e relativi sistemi di trasporto”.

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