Usura, Sicilia solo sesta per numero di denunce - QdS

Usura, Sicilia solo sesta per numero di denunce

Serena Giovanna Grasso

Usura, Sicilia solo sesta per numero di denunce

martedì 20 Settembre 2016

Secondo i dati Eurispes, al primo posto Campania, seguono Lombardia ed Emilia Romagna. Ancora tanta la paura di denunciare. A svelare le reticenze dell’Isola l’indice di permeabilità: 5 province isolane tra le 10 ad alto rischio

PALERMO – Per il Mezzogiorno e soprattutto per noi siciliani non è ancora giunto a conclusione quel lungo periodo critico avente origine già nel lontano 2008. Pil inchiodato, disoccupazione alle stelle, elevata mortalità imprenditoriale questi sono solo alcuni dei sintomi con cui si presenta il fenomeno critico. Un fattore altamente indicativo del disagio sociale ed economico che sempre più ci affligge e purtroppo assai spesso sottovalutato consiste nella diffusione dell’usura.
Purtroppo i dati disponibili costituiscono soltanto la punta dell’iceberg, a causa della resistenza a denunciare il fenomeno, in modo assai più spiccato nel Mezzogiorno. Secondo il rapporto “Usura: quando il credito è ‘in nero’” pubblicato recentemente dall’Eurispes (l’Istituto di ricerca degli italiani), la richiesta di prestiti a tassi di interesse illegali, tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, ha interessato indistintamente consumatori e imprese (queste ultime nella misura del 60% del totale dei “richiedenti”).
A spingere questi ultimi alla richiesta di credito illegale è la crescente difficoltà a ottenere prestiti dagli intermediari finanziari, in particolar modo successivamente all’entrata in vigore di “Basilea 2” (l’accordo che ha sancito la fine della valutazione delle domande di prestito caso per caso, in favore dell’ingresso di una valutazione oggettiva delle richieste tenendo conto del rating assegnato alle aziende).
Molto spesso, dietro al fenomeno usurario si cela la criminalità organizzata, sebbene esistano numerosi sistemi organizzativi meno articolati ma ugualmente pericolosi (come l’usuraio di quartiere o il collega di lavoro) che spesso inducono il debitore  ad accettare condizioni limite poste dal creditore a proprio vantaggio (come la vendita a un prezzo particolarmente vantaggioso per il compratore di un bene di proprietà del debitore).
Come anticipato in precedenza, i dati ufficiali relativi al fenomeno appaiono assai parziali: infatti, secondo le elaborazioni Eurispes sui dati del ministero dell’Interno, nel corso del 2014 sarebbero stati denunciati all’Autorità giudiziaria appena 405 reati di usura. Si tratta certamente di un fenomeno assai più pericolosamente diffuso. Secondo i dati ufficiali, la regione maggiormente colpita è la  Campania con 69 denunce (il 17% del totale), a seguire troviamo Lombardia ed Emilia Romagna  (rispettivamente con 53 e 49 reati denunciati, costituenti il 13,1% e 12,1% del totale).
Tenendo in considerazione i suddetti dati, la Sicilia rappresenta solo la sesta regione per valore maggiormente elevato di denunce (26, ovvero il 6,4% del totale). Dunque, è molto improbabile fare esclusivamente affidamento ai dati ufficiali. È molto probabile che a parità di altre condizioni una regione in cui l’usura è molto diffusa, ma esercitata da grandi organizzazioni criminali, faccia registrare un minor numero di denunce rispetto a una regione in cui l’usura è meno diffusa, ma sia esercitata principalmente da microusurai.
Al fine di neutralizzare il “dato omertoso” e fornire una stima più attendibile del fenomeno, è stato ideato l’Indice di permeabilità dell’usura nei territori (Input). L’input rappresenta la permeabilità di una data provincia rispetto al fenomeno usura, in considerazione del pil, disoccupazione, spesa familiare, protesti, sofferenze, interessi sui prestiti, valore del credito al consumo e  imprese cessate, iscritte, registrate e attive.
Infatti, tenendo in considerazione il suddetto indicatore, è possibile contare ben cinque delle nove province siciliane tra i primi dieci posti per alto indice di permeabilità dell’usura nei territori. Per la Sicilia apre la classifica Siracusa con il terzo posto (con valore 91,87 su un massimo di 100), a seguire troviamo Trapani al quinto, Palermo al settimo e Catania e Caltanissetta rispettivamente al nono e decimo.
Le restanti province siciliane si collocano nella parte della classifica di medio – alto indice di permeabilità dell’usura nei territori, nei primi trentasei posti della classifica. Rispettivamente troviamo Messina al diciottesimo posto, Enna e Ragusa rispettivamente trentaduesimo e trentatreesimo posto ed infine Agrigento al trentaseiesimo posto. Dunque, la suddetta stima rappresenta certamente un quadro più realistico rispetto all’ufficiale numero di denunce.

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