Imprese, puntare su formazione e lavoro - QdS

Imprese, puntare su formazione e lavoro

Giorgia Lodato

Imprese, puntare su formazione e lavoro

mercoledì 21 Settembre 2016

In un incontro organizzato dalla Compagnia delle Opere presentati i risultati del rapporto “Sussidiarietà e politiche industriali”. Si è posto l’accento sul fatto che la competitività imprenditoriale dipende fortemente dalla valorizzazione del capitale umano

CATANIA – “Un’associazione di imprenditori che si ferma a riflettere su uno studio sulla competitività imprenditoriale, in cui si evidenzia una forte connessione tra operatività, lavoro e formazione”. È questo per Carlo Saggio, componente dell’esecutivo nazionale ed ex presidente di Compagnia delle Opere, l’aspetto principale dell’incontro che si è tenuto venerdì 16 settembre nella sede della Fondazione Sant’Orsola, durante il quale sono stati presentati i risultati del rapporto Sussidiarietà e politiche industriali, curato dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo.
“Fino a quando questi elementi viaggeranno separati – insiste Saggio – ci mancherà qualcosa e questo incontro deve essere un’occasione per guardare la realtà da vicino e capire cosa succede in ogni professione”. Oggetto dello studio, infatti, sono 3.314 imprese appartenenti a quattro ambiti distinti -abbigliamento, agro-alimentare, arredamento e macchine e utensili – sottoposte a un questionario di 27 domande su motivazioni e attitudini, ma soprattutto su aspetti intangibili conosciuti come variabili di Heckman: apertura all’esperienza, tendenza a cooperare, omologazione e responsabilità.
Il cosiddetto capitale umano che, spiega Giorgio Vittadini mentre presenta il rapporto agli ospiti, “è cambiato negli ultimi anni, attribuendo maggiore importanza a istruzione, salute e processi educativi, che portano benefici per l’impresa e per l’ambiente circostante”. “Un modello di sviluppo per il nostro Paese” secondo il sindaco Enzo Bianco che, intervenuto all’evento, sottolinea l’importanza del lavoro della Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, presieduta da Salvatore Abate e diretta da Cristina Scuderi, che evidenzia l’emergere di “un nuovo paradigma basato sulla personalità del singolo imprenditore, in cui a fare la differenza è il fattore umano”.
E l’esempio concreto lo offre Miro Fiordi, presidente del Credito valtellinese, azienda in cui il cosiddetto Fattore K è centrale. “Le banche devono recuperare la capacità di dare valore a queste valutazioni ed entrare nel meccanismo”– commenta Fiordi, per cui il lavoro delle banche è quello di “gestire il risparmio per poterlo reinvestire finanziando le imprese”, con cui condividono l’interesse comune di dare vita a un ciclo nuovo di investimenti a beneficio dell’economia, degli imprenditori e delle banche stesse. Ma questo rapporto oggi deve innovarsi rispetto al passato, avverte Fiordi, e qui entra in gioco “la capacità degli imprenditori di strutturare piani in modo puntuale e quella delle banche di valutare il merito di credito a partire da elementi quali determinazione e capacità di mettere in luce i lavoratori, piuttosto che da bilanci e andamenti”.
E lo scopo della ricerca scientifica è proprio quello di individuare e mettere in evidenza i fattori di eccellenza dell’imprenditore, valutato per le sue capacità. Un lavoro che aprirà una prospettiva nuova e segnerà il passaggio del mondo delle banche a un tipo di valutazione qualitativa dei progetti imprenditoriali.
“Il segreto sta nella tenacia e nella determinazione” – dice Salvatore Mancuso, presidente di Equinox Luxembourg, mentre il presidente Cdo Abate pone l’accento sulla grande soddisfazione di ospitare il convegno, “perché ci sono presenze importanti, gente che lavora sul campo e che dà l’opportunità a chi ascolta di continuare a sperare”. La formula per uscire dalla crisi? “Lavorare sempre di più, essere propositivi e mettere l’uomo prima di ogni cosa”.

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