I mercati contadini attirano sempre di più - QdS

I mercati contadini attirano sempre di più

redazione

I mercati contadini attirano sempre di più

sabato 24 Settembre 2016

Ciò si evince da un’indagine di Campagna Amica su dati di Ipr Marketing, presentata in un incontro con Coldiretti. In cinque anni crescita del 55%. Complice l’attenzione alla salute e alla sostenibilità ambientale

Roma – Più di 4 italiani su 10 (43%) nel 2016 hanno fatto la spesa dal contadino nei cosiddetti mercati degli agricoltori con un aumento record del 55% negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto al calo dei consumi alimentari dovuto alla crisi. è quanto emerge dall’indagine Campagna Amica su dati Ipr Marketing presentata all’incontro sulla “rivoluzione verde dei mercati contadini” con il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini al Salone del Gusto, Parco del Valentino nello Stand 107 della Coldiretti.
Una crescita ininterrotta da ricondurre – sottolinea la Coldiretti – all’attenzione per il benessere e per la salute ma anche alla sostenibilità ambientale e alla volontà di difendere e valorizzare l’economia e l’occupazione del proprio territorio.
L’83% degli italiani – continua la Coldiretti – considera l’acquisto di prodotti alimentari direttamente nei mercati degli agricoltori sicuro con una percentuale che è superiore del 23% rispetto ai supermercati e del 15% rispetto al dettaglio tradizionale. Non è un caso – precisa la Coldiretti – che l’81% degli italiani se fosse libero di scegliere preferirebbe comperare la frutta direttamente dagli agricoltori e l’88% degli italiani vorrebbe avere un mercato vicino a casa per avere più possibilità di scelta e acquisto.
I mercati degli agricoltori vengono scelti per trovare prodotti locali del territorio, cosiddetti a chilometri zero, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto della stagionalità dei prodotti in alternativa ai cibi che devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. è stato calcolato infatti – continua la Coldiretti – che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12 mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11 mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l’anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9 mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei.
Gli effetti positivi per i consumatori si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio.
“Acquistare prodotti a chilometri zero è anche un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale” ha infatti affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, il quale ha anche sottolineato che “si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi, con la crescita dei mercati contadini che in Italia sono diventati non solo luogo di consumo ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.
 

 
Molteplici i vantaggi. Salvaguardate le specialità di tradizioni locali
 
ROMA – Oltre al contenimento degli sprechi e alla garanzia di una maggiore freschezza dei prodotti acquistati nei mercati contadini, vi sono poi molti altri vantaggi. Nei mercati dei contadini, infatti, è possibile trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione dell’offerta.
L’affermarsi di stili di vita salutistici spinge infatti alla ricerca della naturalità anche attraverso la riscoperta dei frutti dimenticati del passato ai quali vengono riconosciute proprietà ‘medicinali’ dalla farmacopea popolare e non, come la pera cocomerina già rappresentata nei quadri rinascimentali e riscoperta per le proprietà antiossidanti, le giuggiole considerate efficaci nell’alleviare gli stati d’ansia, il nervosismo e la depressione o il corbezzolo astringente e antidiarroico e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio.

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