Fmi lima le stime del Pil Italia, +0,8% nel 2016 - QdS

Fmi lima le stime del Pil Italia, +0,8% nel 2016

redazione

Fmi lima le stime del Pil Italia, +0,8% nel 2016

mercoledì 05 Ottobre 2016

Deficit in calo a 2,5%, debito su a 133,2% e a 133,4% (2017)

L’Italia prosegue la sua ripresa a passo ridotto e il prossimo anno accelererà solo marginalmente la sua crescita che toccherà lo 0,9% mentre la disoccupazione calerà ulteriormente di tre decimi di punto all’11,2% della forza lavoro e il calo del rapporto debito/Pil, quasi stabilizzato, non ci sarà nemmeno nel 2017. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale che nel suo World Economic Outlook, appena presentato a Washington, ha tagliato – rispetto alle sue cifre di luglio – di un decimo di punto le stime del Pil per l’anno in corso e per il prossimo, rispettivamente al +0,8% e al +0,9%.
Stime sostanzialmente allineate con quelle del Governo che pochi giorni fa, nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def) si era mostrato leggermente più ottimista per il 2017 (+1%).
La crescita italiana, secondo le cifre dell’istituzione di Washington, resta la più bassa nel gruppo delle economie più avanzate. Gli altri tre maggiori Paesi dell’Eurozona faranno tutti meglio: dalla Germania, accreditata rispettivamente di un +1,7% e di un +1,4%, alla Francia (+1,3% in entrambi gli anni) alla Spagna (+3,1% e +2,2%). E anche gli altri partner del G7, con la sola eccezione del Giappone, correranno di più: Usa (+1,6% e +2,2%), Regno Unito (+1,8 e +1,1%) e Canada (+1,2% e +1,9%), mentre Tokyo si dovrà accontentare di un +0,5% e di un +0,6%.
La scarsa velocità dell’economia italiana andrà a impattare al denominatore sul rapporto debito Pil che, nemmeno del 2017 riuscirà a calare, anche se è vicino alla stabilizzazione, passando dal 133,2% dell`anno in corso (132,7% nel 2015) al 133,4% del prossimo.
In ulteriore miglioramento il deficit tricolore che in rapporto al Pil passerà dal 2,6% del 2015 al 2,5% di quest’anno al 2,2% del 2017.
Positivi anche i risultati sul fronte del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che, dall’11,9% della forza lavoro registrato lo scorso anno, scenderà all’11,5% nel 2016 e all’11,2% il prossimo.
Nel World Economic Outlook il nodo della situazione in alcune banche italiane viene menzionato marginalmente con riferimento al corsi azionari che in agosto sono saliti in molti mercati internazionali.
“Un’eccezione degna di nota – si legge nel documento – sono le azioni bancarie, che riflettono le aspettative di una redditività futura indebolita, dal momento che i tassi d`interesse sono previsti restare molto bassi ancora più a lungo e ci sono preoccupazioni per i bilanci in alcuni Paesi con sistemi bancari più vulnerabili come Italia e Portogallo”.
Tornando alla finanza pubblica l’Italia risulta, secondo gli economisti Fmi, essere uno dei Paesi nei quali la politica di bilancio fornirà un certo contributo espansivo all’attività economica con un impulso fiscale (derivato dal rapporto tra il saldo strutturale e il prodotto potenziale) che crescerà di mezzo punto percentuale, come negli Usa, mentre tale contributo per la Germania sarà pari allo 0,8% e per il Canada a oltre 1 punto percentuale.
L’Italia anche l’anno prossimo esibirà un saldo attivo delle partite correnti (bilancia commerciale più movimenti di capitale), che viene stimato dai tecnici del fondo pari all’1,9% del Pil rispetto al 2,2% del 2015 e del 2016.

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