Ars, venti di scissione nella maggioranza - QdS

Ars, venti di scissione nella maggioranza

Raffaella Pessina

Ars, venti di scissione nella maggioranza

mercoledì 12 Ottobre 2016

In un’Aula deserta il deputato Pd Panebianco ha chiesto il voto segreto. Niente numero legale, di nuovo nulla la votazione del Ddl 1218

PALERMO – Un’Aula sempre piuttosto deserta quella di Palazzo dei Normanni dove ieri, tra una sospensione e l’altra, è stato approvato praticamente all’unanimità un ordine del giorno presentato dal deputato regionale dell’Mpa Giovanni Greco che impegna il Governo Crocetta ad effettuare le opportune verifiche sulla copertura dei debiti fuori bilancio e a riferirne all’Assemblea. Il Parlamento ha tentato quindi di votare, in un clima piuttosto teso, il ddl n. 1218 sulle disposizioni contabili che staziona in Aula da tanto tempo. Giovanni Panepinto ha chiesto ed ottenuto il voto segreto, ma con 32 presenti hanno votato in 31 con 23 voti a favore, quattro contrari e quattro astenuti (Forza Italia) e l’Assemblea è risultata non essere in numero legale. Di conseguenza il voto è stato rinviato di un’ora nel tentativo di trovare all’interno della maggioranza quell’unità che sembra ormai impossibile da recuperare.
In Sicilia si riflettono i venti di scissione che si registrano a livello nazionale dentro il Partito democratico e la richiesta del voto segreto da parte di Giovanni Panepinto è la riprova che all’interno del Pd siciliano ci sono anime diverse ed opposte. Gli altri partiti e movimenti invece si riorganizzano in vista delle prossime elezioni regionali. A partire da sabato 15 ottobre, in tutta la Sicilia si terranno i congressi provinciali di Sicilia Futura. “Ci prepariamo alle stagioni elettorali prossime – afferma il segretario regionale Nicola D’Agostino – organizzando il movimento in tutti i territori e continuando con l’attività referendaria che ci vede schierati, con nostri comitati, a favore del Sì per il referendum del 4 dicembre”.
 
Sulle sfide dei prossimi due anni che porteranno anche alle elezioni del nuovo parlamento regionale e italiano, interviene il presidente onorario di Sicilia Futura, Totò Cardinale: “Abbiamo scelto di appoggiare la spinta riformista del premier Matteo Renzi e siamo pronti a fare la nostra parte per rafforzare l’area politica in cui il Pd ha un ruolo fondamentale per conquistare il governo del Paese nel 2018. In Sicilia abbiamo stretto un accordo forte con il Pd perché crediamo nella forte spinta innovativa e di modernizzazione dell’Italia e della Sicilia, con l’obiettivo della crescita e dello sviluppo, su cui si è impegnato Matteo Renzi”. Durissimi invece i componenti del gruppo Ncd all’Ars che hanno dichiarato in una nota che toglieranno il loro “sostegno alla maggioranza, se non ci saranno garanzie di risoluzione per alcuni dei temi importanti che attanagliano la Sicilia a cominciare dall’esito dell’avviso 8 dell’offerta formativa. “Non si può continuare a andare da emergenza in emergenza – spiega il capogruppo, Nino D’Asero – E, in ogni caso, noi non possiamo esser complici di malapolitica che ricada sulle teste dei siciliani”.
Ma altri fulmini si stanno abbattendo sulla Sicilia. Il Consiglio dei ministri ha deliberato l’impugnativa della legge n. 16, approvata il 10 agosto scorso, sul recepimento del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, in quanto una norma riguardante gli impianti di energia rinnovabile, esula dalle competenze legislative attribuite alla Regione dallo Statuto speciale e contrasta con la normativa statale in materia di tutela dell’ambiente. Altre norme in materia di edilizia eccedono dalle competenze statutarie, ponendosi in contrasto con l’ordinamento comunitario e la disciplina statale in materia di tutela dell’ambiente, invadendo peraltro le materie dell’ordinamento civile e penale e i principi fondamentali in materia di protezione civile, riservati allo Stato.
Sempre ieri, il gup Walter Turturici ha condannato a otto mesi, pena sospesa, il dirigente regionale Marco Montoro per favoreggiamento personale. Secondo l’accusa, nove mesi prima del provvedimento di sospensione, la dirigente generale della Formazione Anna Rosa Corsello sapeva già dell’inchiesta a suo carico della procura di Palermo proprio grazie a Montoro. Nel febbraio 2015 Montoro venne interrogato dai pm sui rapporti fra il dipartimento Lavoro e il Formez perché secondo le indagini Corsello avrebbe preteso l’assunzione di sette dirigenti per rinnovare un contratto all’ente di formazione. Terminato l’interrogatorio, Montoro e la Corsello si sentirono telefonicamente e poi si videro nell’ufficio pieno di microspie.

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