Lo sport del giorno Tutti contro Renzi - QdS

Lo sport del giorno Tutti contro Renzi

Carlo Alberto Tregua

Lo sport del giorno Tutti contro Renzi

mercoledì 19 Ottobre 2016

I cittadini silenziosi voteranno Sì

È impressionante il fuoco di fila, pieno di acrimonia, che tutti i nemici politici e personali di Matteo Renzi hanno aperto in quest’ultima settimana. La potenza di fuoco è segno di impotenza, perché tutti costoro capiscono che, giorno dopo giorno, il buon senso comincia a prevalere, perché lo sforzo di comunicare ai votanti le cinque questioni poste dal quesito referendario si fanno strada.
Assistere a vecchi parrucconi come D’Alema, De Mita e altri, ormai superati dai tempi, scagliarsi anche con parole aspre contro Renzi, è il segnale che costoro non sopportano che vengano cambiate le regole del loro gioco, dopo di che finiranno per sparire dallo scenario politico, come è accaduto a Fini.
Paradossalmente, l’azione di contrasto dei grillini non è altrettanto aspra sul piano verbale. Bisogna dare loro atto della coerenza e del perseguimento di un’azione politica di protesta, che poi cade quando diventa azione amministrativa delle Istituzioni.

Altrettanto coerente è apprezzabile l’azione di Salvini che, con terrore, vede il cambio delle regole costituzionali, perché la Lega verrebbe ridimensionata. Poi c’è Fratelli d’Italia, con il suo 4 per cento, che altrettanto legittimamente fa opposizione.
Forza Italia si sente per le farneticazioni di Brunetta, peraltro dette in modo convincente e supportate da una buona comunicazione. Però, dietro le quinte vi sono le blande dichiarazioni di Berlusconi sul No, perché egli sa due fatti: il primo riguarda l’approvazione della riforma costituzionale del suo partito in prima lettura; non è perciò coerente votare No. Il secondo riguarda molti punti in comune fra questa riforma e la sua, bocciata dal referendum del 2006.
La forma più cattiva di contrasto al Sì è portata dalla vecchia partitocrazia e dal gruppuscolo di aderenti al Partito democratico che si è autodefinito minoranza, il quale non ha mai il coraggio di contarsi, tanto che nelle riunioni interne esce dall’aula anziché votare contro.
Gianni Cuperlo è l’unico oppositore interno coerente, lucido e in buonafede, che sostiene delle tesi contrarie a quelle della maggioranza Pd, ma lo fa con stile.
 

È poi incomprensibile, se non perché hanno il dente avvelenato, il comportamento di alcuni quotidiani e i loro esponenti di punta, quali Marco Travaglio e Stefano Feltri del Fatto Quotidiano, Claudio Cerasa direttore de Il Foglio, nonché l’ex direttrice del Tg3, Bianca Berlinguer, che a Politics di martedì 11 ottobre ha fatto domande velenose, non obiettive come ha il dovere di fare una giornalista, anche in osservanza del codice deontologico dei giornalisti, che ha riunito i precedenti documenti in uno unico, approvato il 26 gennaio 2016.
Nel corso di quella trasmissione, Matteo Renzi ha risposto con padronanza e velocità, contrattaccando punto per punto, senza farsi intimorire dai tre intervistatori.
Il ragazzo (41 anni) ha garretti solidi, un’eccellente comunicativa e l’assoluta padronanza degli argomenti, miscelate a una memoria di ferro, quando snocciola sfilze di dati come fosse un computer. E poi passa da un argomento all’altro con sorprendente semplicità.
 
È facile prevedere che nei prossimi 46 giorni (fino al 4 dicembre) aumenterà l’asprezza del contrasto, perché i conservatori che non vogliono cambiare le cose e, soprattutto, non vogliono tagliare 215 senatori, né i privilegi di cui godono, faranno di tutto per prevalere.
Anche perché hanno una folle paura del responso dei cittadini silenziosi, quelli pieni di buon senso e che parlano poco, i quali voteranno Sì. Almeno, questo è il nostro convincimento, perché in Italia la popolazione parla poco ma non si fa imbrogliare.
I cittadini si divideranno in due grandi categorie: chi non ha paura del nuovo e dei cambiamenti, voterà Sì; chi invece teme tutto e vuole far restare le Istituzioni nella palude, che impedisce qualunque progresso, voterà No.
I sondaggi non sono indicativi, almeno in atto, perché quattro votanti su dieci sono ancora indecisi e, probabilmente, non si esprimono preferendo il silenzio. E sono proprio i cittadini silenziosi che daranno il loro apporto al progresso del Paese, confermando questa Riforma costituzionale.

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