Distretto tecnologico della Sicilia: grandi potenzialità poco sfruttate - QdS

Distretto tecnologico della Sicilia: grandi potenzialità poco sfruttate

Chiara Borzi

Distretto tecnologico della Sicilia: grandi potenzialità poco sfruttate

venerdì 21 Ottobre 2016

Ad oggi sono 28 gli aderenti al progetto e undici gli anni di attività. Ne parla l’Ad Filippo D’Arpa. Le quote di partecipazione della Regione sono state cedute all’Ismett un anno fa

CATANIA – Circa un anno fa, per via delle esigenze dettate dalla legge n. 124/2015, la Regione Sicilia ha scelto di cedere il proprio ruolo di partner all’interno del Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi s.c.a.r.l. 
Nonostante questa notizia non trovi riscontro nella pagina ufficiale dedicata al consorzio ed all’interno del sito dell’amministrazione regionale si parli di un impegno in essere fino al 2050, le quote di partecipazione (11,33%) sono state cedute all’Ismett di Palermo, azienda anch’essa presente nel partenariato.
Ad oggi sono circa 28 gli aderenti al progetto e undici gli anni di attività. Il distretto è un organo senza scopo di lucro che ha per mission l’accrescimento del livello tecnologico e la competitività del sistema produttivo regionale, oltre che una funzione di trasferimento delle conoscenze al sistema industriale, insieme alla tutela del capitale umano locale.
Opera sfruttando fondi europei e statali, corrisponde un trattamento economico solo all’amministratore delegato, Filippo D’Arpa, e a tre componenti del collegio sindacale su cinque. Ha prodotto 165 pubblicazioni, ha il 99 per cento della spesa accertata e nel 2015 ha prodotto un utile di quasi 10 mila euro. È una piccola somma, ma per capire quanto sia un gruzzolo importante basti pensare che il distretto AgroBioPesca, a parità di organizzazione e con il doppio degli stipendiati, ha prodotto invece un utile di 22 euro.
Analizzando il calcolo di costi benefici sorge spontaneo chiedersi perché la Regione abbia deciso di cedere la propria quota all’interno di un distretto non oneroso e per di più produttivo. La scelta potrebbe scoraggiare, ma in realtà non ha sconvolto i piani di chi prosegue la mission del progetto. “Incontrerò in questi giorni l’assessore alle Attività Produttive Mariella Lo Bello perché deve sapere che la Sicilia è seduta su una miniera d’oro – ha dichiarato l’ad Filippo D’Arpa -. Lavorando intensamente siamo diventati un partenariato credibile, abbiamo delle potenzialità. Rispetto temi come l’energia non ci presentiamo come l’ultimo dei moicani e se avessimo accanto la Regione Siciliana ci sarebbero delle grandi opportunità”.
Hippocrates, Energetic e Plast_ICS sono alcuni dei piani a cui ha partecipato il distretto siciliano dedicato a micro e nano tecnologia, ma sono stati bypassati i fondi del POR a partire da quelli della programmazione 2007-2013.
“Non abbiamo partecipato nonostante il consorzio sia eleggibile – ha spiegato D’Arpa – perché secondo i contenuti del bando ci verrebbero finanziati praticamente degli interventi d’ufficio”. Il problema si sta ripetendo anche con i fondi POR 2014-2020 perché le attività delle società affiliate vengono considerate terze rispetto quelle del consorzio stesso, dunque non direttamente finanziabili.
Tra scarso appoggio amministrativo e difficoltà di accesso ai fondi il rischio è che il contributo del distretto si radichi nel deserto. In questi anni diversi partner sono entrati ed usciti dal progetto, altri non esprimono grande vivacità, ma si è riusciti comunque a costruire un’ottica di lavoro che mira alla collaborazione. “Ad inizio del 2015 abbiamo avviato una call tra i soci, attraverso cui sono stati raccolti più di 200 contributi in idee e progetti che guardano ad Horizon 2020 – ha illustrato l’ad Filippo Arpa -. Tra il 25 ottobre e l’8 novembre presenteremo a tutto il partenariato le proposte e chi non ha fornito un contributo potrà comunque aggiungere le considerazioni più opportune”. È questo il modus operandi di un progetto che, come ricorda Giovanni Bonanno dell’Inaf di Catania, storico partner del Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi s.c.a.r.l., “è stato voluto dal Governo, ma dobbiamo ancora imparare ad utilizzare”.

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