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Palermo – Almaviva, cresce la tensione. Martedì i primi trasferimenti

Gaspare Ingargiola

Palermo – Almaviva, cresce la tensione. Martedì i primi trasferimenti

venerdì 04 Novembre 2016

Fiaccolate, assemblee in Municipio, cortei e tweet bombing: continua la protesta dei dipendenti. L’8 novembre in 154 dovranno prendere servizio a Rende, pena il licenziamento

PALERMO – Una fiaccolata, un’assemblea in Municipio, un corteo e un tweet bombing – cioè un pacifico bombardamento di tweet – per chiedere al viceministro alle Attività produttive, Teresa Bellanova una convocazione urgente al dicastero di via Veneto per scongiurare i trasferimenti a Rende. Sono queste le iniziative che intendono mettere in campo i lavoratori di Almaviva Palermo, al centro di una vertenza nazionale che a Roma e Napoli rischia di avere effetti se possibile ancora più devastanti con migliaia di licenziamenti.
La prima tranche di trasferimenti in provincia di Cosenza – 154 dei 397 operatori legati alla commessa Enel in scadenza a fine anno – scatterà l’8 novembre. L’azienda ha precisato che chi martedì prossimo non si presenterà sul posto di lavoro perderà il proprio impiego: “In riferimento a comunicati ufficiali delle organizzazioni sindacali – si legge nella nota societaria alle sigle sindacali – che hanno dichiarato conclusa negativamente la trattativa per l’assorbimento dei nostri lavoratori sulla commessa Enel da parte dell’azienda subentrante (Exprivia, ndr), vi rappresentiamo che nei prossimi giorni comunicheremo al personale interessato la decorrenza del trasferimento, in precedenza sospeso, per consentire una positiva definizione della trattativa, presso la sede di Rende dalla data dell’8 novembre”. Un annuncio che ha gettato nel panico i dipendenti tanto che mercoledì nella sede di via Marcellini molti si sono sentiti male ed è dovuto intervenire il 118.
I sindacati però non mollano la presa, anche dopo il naufragio delle trattative con l’Exprivia di Molfetta, che aveva proposto l’assunzione di 130 lavoratori full time o di 260 part time a quattro ore con un contratto di terzo livello per tutti, più basso dell’attuale, e la cancellazione degli scatti di anzianità, condizioni ritenute “inaccettabili” dalle parti sociali e sulle quale non si è mai aperto uno spiraglio durante le lunghe notti di trattativa a Roma.
Per stamattina l’Slc Cgil ha organizzato un’assemblea pubblica a Palazzo delle Aquile, a Sala delle Lapidi. In programma c’è anche una fiaccolata di tutti gli operatori del call center, mentre domenica mattina dovrebbe tenersi un corteo con partenza da piazza Politeama.
“Il Governo si deve muovere, dobbiamo passare dalle discussioni ai fatti, troppi annunci sono stati fatti che non hanno prodotto nessun cambiamento: a pagare continuano a essere i lavoratori sempre – dice il segretario Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso -. Ormai da anni questi lavoratori subiscono tagli al salario, ammortizzatori sociali, zero prospettive industriali per il loro futuro e adesso l’ultima beffa dei trasferimenti. L’Slc dice basta, basta, basta”. Il sindacato chiede al Governo di assumere alcune misure immediate: le azioni contro le multinazionali per frenare le commesse al massimo ribasso, l’inasprimento delle sanzioni contro le delocalizzazioni selvagge, i fondi strutturali per aiutare le aziende a essere competitive attraverso formazione, sviluppo e ricerca.
Anche i dipendenti di Palermo si sono mobilitati con il tweet bombing, scrivendo al viceministro attraverso i canali social: “@TeresaBellanova #Almaviva riparte con i trasferimenti=licenziamenti. L’8/11 saremo tutti licenziati #convocazioneMiseSubito #maiarRENDErsi”. “Non c’è più tempo per le parole – aggiunge Rosso -. I lavoratori di Almaviva sono ormai con la pistola puntata alla tempia, mancano pochissimi giorni e saranno trasferiti. Questi lavoratori a basso reddito saranno sradicati dalle loro famiglie e portati in Calabria con un’azione unilaterale e insensata. L’Slc lancia il suo allarme alle istituzioni e all’azienda. Non ha senso continuare così. Chiediamo una convocazione urgente al governo. È ora di attuare gli impegni presi sia ai tavoli al Mise che nei tavoli comunali e regionali. I lavoratori Almaviva Palermo sono disperati perché non sanno come affrontare questo trasferimento disastroso per le loro vite”.

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