Assunzioni stabili in calo del 32,3% - QdS

Assunzioni stabili in calo del 32,3%

redazione

Assunzioni stabili in calo del 32,3%

giovedì 17 Novembre 2016

I dati forniti dall’Inps si riferiscono ai primi nove mesi del 2016

ROMA – Calano le assunzioni a tempo indeterminato. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni stabili sono calate di 443.000 unità, in diminuzione del 32,3% rispetto ai primi nove mesi del 2015.
In generale le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-settembre 2016 sono risultate 4.314.000, con una riduzione di 359.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-7,7%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (470.000).
Il rallentamento delle assunzioni “ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato”. Per l’Inps il calo va considerato in relazione al “forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni”. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-34,4%).
Nei primi nove mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 284.000, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 98.000, per un totale di 382.000 rapporti di lavoro agevolati. Attualmente, i rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 33,2% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato.
Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate (con abbattimento totale dei contributi a carico del datore di lavoro per un triennio), sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%.
è ancora boom dei voucher: nel periodo preso in considerazione,  ne sono stati venduti 109,6 milioni destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi nove mesi del 2015, pari al 34,6%. Nei primi nove mesi del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 69,3%.
Nonostante la brusca frenata per i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato il saldo continua a essere positivo. Dai dati dell’Osservatorio sul precariato, infatti, emerge che tra gennaio e settembre la variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è positiva per 47.455 unità. Si tratta di 925mila nuovi rapporti di lavoro, oltre 287mila trasformazioni (da tempo determinato e apprendisti a tempo indeterminato) mentre le cessazioni ammontano a 1 milione e 165mila. Nello stesso periodo dell’anno sorso la variazione netta era positiva per 519mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Resta positiva anche la variazione tra l’insieme dei nuovi rapporti di lavoro subordinato e le cessazioni con un saldo di 533mila rispetto ai 665mila dei primo nove mesi del 2015 e ai 377mila dello stesso periodo del 2014.
Alla frenata delle nuove assunzioni a 4,3 milioni (da 4,67 milioni del 2015) è corrisposto un rallentamento anche delle cessazioni con 3,79 milioni rispetto ai 4milioni del 2015.
Boom dei licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo. Nei primi nove mesi del 2016 sono stati 53.636 in aumento del 32,1% rispetto allo stesso periodo del 2014 quando erano stati 40.586. Il dato è superiore anche a quello del 2015 quando i licenziamenti per giusta causa erano stati 41.783.
L’interpretazione di Boeri è che "le dimissioni online abbiano determinato una ricomposizione delle cause di cessazione (diminuzione delle dimissioni e crescita relativa dei licenziamenti)" e che questa dinamica "abbia coinvolto soprattutto i lavoratori stranieri, con particolare intensità etnie ad alta imprenditorialità come i cinesi".

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