Vendite al dettaglio in picchiata - QdS

Vendite al dettaglio in picchiata

Michele Giuliano

Vendite al dettaglio in picchiata

venerdì 18 Novembre 2016

Dati Istat: si registra una diminuizione complessiva dello 0,2% in valore e dello 0,8% in volume. Picco negativo per gli alimentari (-0,7%), in ribasso anche calzature e abbigliamento

ROMA – Un’estate nera per i consumi. Dopo la doccia fredda di luglio, anche ad agosto ci troviamo di fronte ad un nuovo calo: le vendite diminuiscono complessivamente dello 0,2% in valore e dello 0,8% in volume, con un picco negativo (-0,7%) per i prodotti alimentari. La ripresa della spesa delle famiglie, che aveva iniziato a rallentare nell’ultimo trimestre del 2015, sembra ormai essersi completamente arenata secondo quanto emerge dai dati Istat.
 
“Normalmente non ci preoccuperebbe il calo delle vendite in un mese di vacanze come quello di agosto. La riduzione delle vendite alimentari, ad esempio, e della grande distribuzione in particolare, potrebbe anche dipendere dal fatto che gli italiani erano in ferie o in albergo – spiega Massimiliano Dona dell’Unc, unione consumatori -. Il problema è che il calo riguarda anche settori che possono essere oggetto di spesa per i turisti, stranieri e non”. Infatti, i gruppi calzature e abbigliamento segnano rispettivamente un calo dello 0,5 e dell’1%. Si salvano gioiellerie e orologerie (+1%), come a dire che solo i turisti ricchi stranieri hanno fatto shopping in Italia. “Le famiglie – dicono Federconsumatori e Adusbef – sono ancora costrette a molte rinunce. La causa principale di tale tendenza è la mancanza di lavoro, soprattutto dei giovani, il cui sostentamento pesa sui bilanci di genitori e nonni. I dati sulla disoccupazione rispecchiano chiaramente tale andamento e lasciano capire come i redditi delle famiglie non accennino a riprendersi”.
Preoccupato della mancata ripresa dei consumi durante il periodo estivo è anche il Codacons: “Il dato è particolarmente allarmante perché registrato in un mese, quello di agosto, in cui notoriamente aumentano i consumi delle famiglie per effetto delle spese legate alle vacanze – si legge in una nota -. Nonostante il fattore stagionale, quindi, le vendite continuano a diminuire, e questo è un cattivo presagio per i prossimi mesi. Il rischio concreto, infatti, è che si possa registrare un Natale ‘in bianco’ sul fronte dei consumi, ossia una contrazione delle vendite anche nel periodo natalizio, se il trend negativo non sarà contrastato con misure efficaci. Il Governo deve intervenire per salvare il commercio e migliaia di piccoli esercizi. Occorre creare in Italia occasioni di acquisto come avviene nel resto del mondo, prendendo ad esempio il ‘Black Friday’ americano e istituendo giornate di sconti straordinari nei negozi, senza il vincolo dei saldi di fine stagione”.
 
“Complessivamente – aggiunge Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti – la performance registrata nell’estate 2016 ci conferma il clima di incertezza di famiglie ed imprese e non fa presagire nulla di buono per il commercio. Ora più che mai, è necessario che il governo si concentri per ridare slancio e forza alla domanda interna perché gli sforzi fatti fino ad ora non sono stati sufficienti”. Numeri in netta controtendenza rispetto al recente passato. Infatti sempre secondo l’Istat la spesa media delle famiglie nel 2015 era risalita a 2.499,37 euro al mese, con un aumento dello 0,4 per cento rispetto al 2014. Il quadro macroeconomico aveva mostrato un lieve aumento, per il terzo anno consecutivo, del reddito disponibile delle famiglie. Ora questo passo indietro preoccupante.

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