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Palermo – Caos sulla gestione dell’aeroporto, è scontro aperto tra Enac e Gesap

Gaspare Ingargiola

Palermo – Caos sulla gestione dell’aeroporto, è scontro aperto tra Enac e Gesap

martedì 22 Novembre 2016

L’Ente nazionale ha avviato le procedure per revocare la concessione all’azienda che si occupa dello scalo. Cresce la preoccupazione dei sindacati: troppi rischi per i lavoratori di Punta Raisi

PALERMO – L’Enac mette in mora la Gesap. L’Ente nazionale di aviazione civile ha comunicato alla società che gestisce l’aeroporto di “Punta Raisi” di aver avviato la procedura di revoca della concessione. A diffondere la notizia sono stati i sindacati, “preoccupati per i lavoratori, sia per i dipendenti Gesap che delle altre società che a vario titolo operano nell’ambito dello scalo aeroportuale, perché l’evolversi di una situazione di scontro tra l’Enac e la Gesap può vanificare i risultati raggiunti dallo scalo palermitano, che si è via via affermato in questi anni come importante volano di un’intera economia e di un intero territorio”, scrivono in una nota la Cgil Palermo, la Filt Cgil Palermo e la Rsa Filt Cgil di Gesap spa.
Alla base della decisione dell’Ente presieduto da Vito Riggio c’è la contestazione che la società aeroportuale non sarebbe riuscita a dimostrare, almeno fino a questo momento, di essere in grado di reperire i 44 milioni di euro necessari per completare il programma di infrastrutture concordato a luglio. Se la società presieduta da Fabio Giambrone non dimostrerà in tempo di poter reperire questi fondi, c’è la possibilità che la procedura di revoca vada in porto e che l’Enac indica una gara per trovare una nuova società concessionaria. E a quel punto l’aeroporto potrebbe finire in mano ai privati.
Attualmente, infatti, la Gesap è a quasi totale partecipazione pubblica: Leoluca Orlando, massima carica sia del Comune di Palermo sia della città metropolitana, controlla il 72,8% delle quote. Il Professore sarebbe andato su tutte le furie appresa la notizia e sarebbe già pronto a rivolgersi alla magistratura. La Gesap, invece, si limita a far sapere di “aver risposto a Enac chiedendo il ritiro del provvedimento”. I sindacati, però, si scagliano contro il Consiglio di amministrazione e chiedono le dimissioni dell’amministratore delegato Giuseppe Mistretta: la decisione dell’Enac “ha generato un fondato stato di incertezza, tra i lavoratori dell’azienda, che fortemente allarmati vivono un momento di grande sconforto per la tenuta della società e conseguentemente del proprio posto di lavoro”, scrivono Legea Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Ta.
Da giorni i sindacati sono in stato di agitazione: “L’incapacità di dare risposte chiare e prepositive – si legge nella nota – è stato l’elemento portante di questa amministrazione, l’assenza di un clima di corrette relazioni ha contribuito alla gestione padronale della cosa pubblica, generando una miriade di contenziosi legali che certamente alimenteranno un danno non indifferente per le casse aziendali. Adesso apprendiamo che Enac un mese addietro, aveva già scritto alla Gesap, chiedendo conto dei 44 milioni di euro che l’azienda doveva reperire per il completamente delle opere. Emerge chiaramente una preoccupante superficialità nella gestione dell’azienda: chiediamo a tutti gli azionisti e al Cda dell’azienda l’immediata revoca delle deleghe e il sollevamento dall’incarico dell’attuale a.d. e la sua sostituzione con un tecnico di esperienza e capace, che sappia condurre l’azienda fuori dal pericolo fallimento”.
Anche sul piano lavorativo le sigle non sono soddisfatte e hanno minacciato lo sciopero “per via della palese violazione del contratto nazionale messa in atto dall’azienda – affermano Giuseppe Panettino di Filt Cgil, Domenico Perrone e Gaetano Moncada di Fit Cisl, Santino Russo di Uiltrasporti, Mimmo De Cosimo di Ugl e Giacomo De Luca di Legea Cisal – attraverso il mancato riconoscimento di automatismi e mansioni superiori, e di una manomissione dell’organizzazione del lavoro preesistente con l’attribuzione di incarichi identificabili come veri e propri avanzamenti di carriera, senza un criterio selettivo adeguato quali anzianità o concorsi interni.
Chiediamo da tempo – aggiungono i sindacalisti – chiarimenti sui costi dei servizi esternalizzati, a nostro parere ingiustamente, dato che si tratta di attività svolte finora dai lavoratori come ad esempio la manutenzione e il giardinaggio, affidato a fine ottobre ad una ditta senza comprensibili motivi”.
Su tutte le rimostranze delle parti sociali, però, la Gesap, contattata dal Quotidiano di Sicilia, ha preferito non commentare.

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