MESSINA – La tassa di soggiorno è stata istituita nel 2012 ma sulla sua destinazione non esiste ancora un preciso atto di indirizzo. Si va da un minimo di 50 centesimi a euro 2,50 giornalieri per gli ospiti degli alberghi a quattro stelle ma finora questa “imposta di scopo” non sarebbe stata destinata ai servizi turistici, così come vuole la legge che l’ha voluta, ma si è persa nei tanti rivoli delle spese del Comune.
Intanto sarebbe già un traguardo capire su quale ammontare annuo si possa contare. I dati farebbero pensare a circa 200mila euro, certo somma lontana forse da quei 500mila euro che si ipotizzavano nel 2012, ma non irrealistica.
Le cifre incassate finora sono state però ben al di sotto di ciò che farebbero supporre le presenze che l’ufficio statistica di Palazzo Zanca ha incluso in un report su dati forniti dal Servizio turistico regionale.
Attenendoci alle 86 mila presenze complessive del 2013 ad esempio, con i soli 37 mila pernottamenti in alberghi a quattro stelle dove la tassa è di euro2,50, il Comune avrebbe dovuto incassare circa 93mila euro, invece dei 51mila 600 euro finiti tra l’altro tutti nelle casse dell’Azienda Trasporti. Nel 2014 sono stati raccolti circa 80mila euro ma è stato scoperto che in Bilancio non esisteva neppure la voce dedicata.
L’ex assessore alla Cultura e Turismo, Tonino Perna cercò di porvi rimedio chiedendo all’allora assessore al Bilancio, Guido Signorino, di introdurre nel Previsionale un capitolo sui servizi turistici. La notizia adesso della disponibilità di 180mila euro, provenienti proprio da questa imposta, ha dato un nuovo impulso al Laboratorio per lo sviluppo turistico.
Questo strumento tecnico consultivo era previsto dalla delibera di Consiglio, la 69/C 2012, la stessa che ha adottato il regolamento istitutivo dell’imposta di soggiorno, e nel 2013 con altra delibera sono stati individuati i componenti: passarono però altri due anni prima che il laboratorio si riuscisse a riunire per la prima volta. Nel 2015 fu anche approvato un atto di Giunta per rimodulare le rappresentanze ma il Consiglio non lo ha mai recepito.
Come ricorda Filippo Grasso, consulente dell’assessorato Regionale al turismo, docente di Analisi di mercato all’Università di Messina ed esperto dell’ex assessore Perna, il Laboratorio è un organo il cui parere nell’indirizzo della spesa è obbligatorio ma non vincolante per le decisioni che spettano solo all’Amministrazione.
Sulla destinazione degli introiti di questa imposta, la legge parla di promozione turistica in tutte le sue forme, dal miglioramento dei servizi di trasporto pubblico destinati ai turisti all’installazione di segnaletiche, alla cura del verde e dell’arredo urbano.
L’ex assessore Perna aveva avviato dei confronti ma le differenze di approccio alle questioni poste portarono a un nulla di fatto.
Nella riunione di qualche giorno fa convocata dall’attuale assessore al Turismo, Signorino, insieme a Daniela Ursino con delega alla Cultura, mancavano ancora una volta i rappresentanti di albergatori e di tour operator, oltre che Autorità portuale e Città Metropolitana, in pratica proprio quegli operatori più conoscono le esigenze a cui fare fronte per migliorare la ricettività turistica utilizzando quei 180mila euro che intanto sono disponibili.
Nel corso della riunione, alla presenza di Confindustria, Confesercenti e Confcommercio, associazioni che rappresentano solo una parte dei portatori di interesse, pare si sia parlato di spese immediate per addobbi, luminarie e concerti in vista delle prossime festività natalizie e questo non rientra esattamente tra le finalità dell’imposta.
Il consigliere comunale Fabrizio Sottile e la consigliera della IV circoscrizione Maria Fernanda Gervasi, hanno sollecitato la Giunta ad adottare al più presto un atto di indirizzo per la ripartizione delle somme del 2016 affinché vengano utilizzate in modo da portare a risultati evidenti sul territorio, evitando attività effimere e di scarsa valenza turistica.