Ma ancora solo il 15,6% degli enti (1.251) ha introdotto parametri energetici e di rispetto dell’ambiente. In testa la Lombardia, cresce il Sud: Catania chiede classe A per nuove concessioni
CATANIA – Sono 1.251 i Comuni italiani che hanno modificato i propri regolamenti edilizi introducendo parametri energetici e di sostenibilità ambientale nel settore delle costruzioni. Si tratta del 15,6% dei Comuni italiani e una popolazione coinvolta che sfiora i ventiquattro milioni di abitanti.
I temi sono tanti e spaziano tra l’isolamento termico introdotto nel regolamento edilizio di 1.038 Comuni, lo sfruttamento dell’energia fotovoltaica che compare nel regolamento edilizio di 1.037 Comuni e il solare termico in 994 Comuni.
Sono dati incoraggianti che leggiamo dal rapporto curato dall’Osservatorio E-Lab di Legambiente e del Consiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. Un documento di sessantasei pagine che recita “L’innovazione nell’edilizia italiana. Dalle direttive ai regolamenti edilizi comunali. Lo scenario dell’innovazione energetica e ambientale in Italia”.
Ricordiamo che c’è già un obbligo per le nuove costruzioni e per quelli ristrutturati di isolare termicamente secondo i parametri di legge, come pure di ricorrere obbligatoriamente all’energia rinnovabile per coprire almeno per il 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria e una quota crescente nel tempo del fabbisogno di riscaldamento degli ambienti.
I Comuni se vogliono possono spingersi oltre tali vincoli inserendo parametri più restrittivi rispetto a quelli di legge. Ad esempio permettendo la possibilità di aumentare la volumetria rispetto ai parametri urbanistici in caso di un buon isolamento dell’involucro edilizio. è il caso di Catania che richiede la classe energetica A per le nuove concessioni edilizie.
Per quanto, invece, riguarda la diffusione geografica dei regolamenti sostenibili, a primeggiare sono soprattutto le regioni del Centro-Nord Italia con Lombardia (503 Comuni), Toscana (148), Emilia Romagna (139), Piemonte (104) e Veneto (102).
Ma anche nell’Italia meridionale stanno crescendo le Amministrazioni che hanno introdotto nei propri regolamenti edilizi, oltre ai vincoli urbanistici, nuovi parametri mirati all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale.
Bisogna, ora, far tesoro delle esperienze accumulate, magari con una banca dati nazionale dei risultati raggiunti, ed estenderle a quanti più comuni possibili tramite un’informazione e formazione capillare dei tecnici comunali preposti alla gestione del tessuto urbano.
Ricordiamo, infine, che lo studio ricostruisce anche il quadro dei provvedimenti europei, nazionali e regionali in materia d’innovazione energetica e ambientale, sottolineando l’importante ruolo svolto dall’Unione europea attraverso direttive e finanziamenti.
In particolare, è merito delle direttive europee se in Italia sono in vigore standard minimi di prestazione energetica per le nuove costruzioni e se si dispone di un quadro di obiettivi e strumenti d’intervento relativi alla riqualificazione degli edifici esistenti.