Sergio Mattarella: "Democrazia è solida: ora serenità e rispetto" - QdS

Sergio Mattarella: “Democrazia è solida: ora serenità e rispetto”

redazione

Sergio Mattarella: “Democrazia è solida: ora serenità e rispetto”

martedì 06 Dicembre 2016

L’invito del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al senso di responsabilità

ROMA – Il No trionfa al referendum costituzionale con quasi il 60% dei consensi e oltre 19 milioni di voti in più rispetto al Sì, che si attesta poco sopra il 40%, e Matteo Renzi, che ha trascorso la mattinata di ieri a Palazzo Chigi, è salito ieri pomeriggio al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato.
Per Renzi una sconfitta politica personale che brucia parecchio, una batosta alla quale forse non era preparato  e che ha aperto scenari nuovi, di grande incertezza, per il nostro Paese.
Dopo il colloquio informale, avvenuto ieri mattina, tra il premier Matteo Renzi e il capo dello Stato Sergio Mattarella, quest’ultimo ha ribadito l’importanza di lavorare per il bene del Paese: “Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”.
Il Presidente della Repubblica, al quale è stato affidato il difficilissimo compito di trovare una soluzione alla crisi politica italiana apertasi con il trionfo del No, ha detto: “L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di domenica, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva. L’Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco”.
L’impegno di tutte le forze politiche, ha detto in sostanza Mattarella, deve essere volto a garantire la governabilità del nostro Paese.
La sonora bocciatura della Riforma costituzionale, che è stata seguita da un’apertura di seduta difficile per le borse europee e poi da una successiva ripresa, ha suscitato diversi commenti e reazioni da tutto il mondo.
Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, puntualizza che quello italiano è un voto su una questione “interna”, che il Paese troverà la possibilità di andare avanti con nuove riforme e che “i populisti in Europa stanno cercando di trasformare qualunque voto in un voto pro o contro l’Unione europea, ma hanno torto e perderanno”.
Intanto, brutte notizie arrivano da Bruxelles.
Le conclusioni della prima parte dell’Eurogruppo riunitosi ieri e dedicata alla valutazione dei documenti programmatici di bilancio nazionali degli Stati membri dell’Eurozona, hanno confermato che l’Italia sta nel gruppo di otto paesi “a rischio di non conformità” alle regole del Patto di Stabilità, e contengono un linguaggio piuttosto duro nei confronti del Governo, nonostante il fatto che sia dimissionario a seguito del risultato del referendum di domenica.
Nelle conclusioni c’è un richiamo, fermo e senza concessioni, agli impegni che sono richiesti all’Italia per mettersi in regola. In conferenza stampa, tuttavia, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha mostrato una maggiore apertura nei confronti della comprensione delle difficoltà in cui si trova il Paese dopo il referendum.
“Aspetteremo gli sviluppi politici. Ho parlato con il ministro Padoan e nell’Eurogruppo siamo d’accordo – ha riferito Dijsselbloem – che in questa situazione è difficile per il governo italiano a impegnarsi ora a prendere misure aggiuntive.
Per questo, l’Eurogruppo invita l’Italia a fare i passi necessari nel prossimo futuro (‘in the nearby future’, ndr) per assicurare che il suo bilancio sia conforme ai requisiti del Patto di Stabilità”.
E poco dopo, rispondendo ai giornalisti, il presidente dell’Eurogruppo ha ribadito che “è impossibile chiedere oggi al governo” di sostenere le misure aggiuntive richieste.

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