Rifiuti, sistema verso il collasso - QdS

Rifiuti, sistema verso il collasso

Rosario Battiato

Rifiuti, sistema verso il collasso

venerdì 04 Dicembre 2009

Ambiente. L’emergenza legata a un servizio fondamentale.
Il dato. Nell’Isola 28 discariche smaltiscono la stessa quantità di rifiuti che nel 2003 era scaricata in 109 strutture. Dei termovalorizzatori non si vede neanche l’ombra, la differenziata è ferma al 6%.
La conseguenza. Secondo studi incrociati, tra due anni il sistema andrà in tilt perché le poche discariche si esauriranno, tanto che altre stanno per entrare in servizio. Impietoso il confronto con le regioni del Nord.

PALERMO – Il sistema rifiuti isolano si manifesta sempre più palesemente al tracollo. Dopo il rapporto della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, e l’audizione del ministro Stefania Prestigiacomo, che hanno tratteggiato un quadro a tinte fosche della gestione rifiuti in Sicilia, la settimana scorsa è stata la volta di Aldo Fumagalli Romario, presidente commissione sviluppo Confindustria, che ha puntato il dito contro le storture della realtà nazionale, facendo in tal modo risaltare ancora di più i risultati siciliani che sono di gran lunga sotto la media italiana. Durante l’audizione alla Commissione ecomafia, Fumagalli ha parlato della quota di smaltimento di rifiuti in discarica, del recupero energia dall’incenerimento, del problema delle bonifiche, delle irregolarità in aumento e dell’assenza di controlli adeguati.
Analizzando nel dettaglio i problemi elencati da Fumagalli sulla gestione dei rifiuti nazionale non si può certo evitare di tenere conto dell’ulteriore profondo inabissamento siciliano rispetto la media nazionale. Si comincia dal problema della produzione dei rifiuti che in Sicilia continua a mantenersi a quota 2 milioni e mezzo di tonnellate, secondo l’ultimo rapporto Ispra, sesta regione per produzione. Il problema non si pone però tanto sulla questione della produzione dei rifiuti, ma sullo smaltimento. Nel 1999 si procedette al commissariamento straordinario dato il rischio di un collasso delle discariche che di lì a breve non avrebbero più resistito all’alta quota di conferimento. A rendere ancora più preoccupante lo stato di salute delle nostre discariche basta pensare che in Sicilia ci sono attualmente 28 discariche autorizzate al trattamento dei rifiuti urbani, vista la diminuzione stabilita negli anni in tutto il meridione d’Italia, ma continuano a smaltire la stessa quantità di rifiuti delle 109 discariche del 2003. Certamente il contenimento del numero delle discariche è una buona pratica, ma se viene associata ad altre modalità di gestione dei rifiuti come la differenziata e l’incenerimento.
“Se si ipotizza di mantenere l’attuale tasso di conferimento di rifiuti in discarica – ha spiegato Aldo Fumagalli – sulla base delle capacità residue ed escludendo ulteriori ampliamenti l’autonomia è di poco superiore a due anni a livello nazionale”. Proprio l’Ispra denuncia come lo smaltimento in discarica in alcune realtà, come quella siciliana, continua a restare l’unica forma di gestione dei rifiuti urbani.
In regioni come Lombardia, 10% rifiuti smaltiti in discarica, si è registrata una diminuzione consistente, 300 mila tonnellate in meno di rifiuti, ma anche Piemonte e Veneto hanno smaltito 100 mila tonnellate in meno tra 2006 e 2007. A livello nazionale però la media di conferimento in discarica è ancora pari al 52%, mentre nell’isola da oltre dieci anni è ferma al 90%, toccando per giunta il 93% nel 2007, con la differenziata che non si sposta dal 6% (circa 164 mila tonnellate), mentre era stata già fissata al 25% per il 2005. “La Sicilia fa addirittura registrare un peggioramento – si legge nel dossier sui rifiuti urbani dell’Ispra – passando dal 6,6% del 2006 al 6,1% del 2007”.
Il fallimento della differenziata fa il paio con l’altra grande questione irrisolta degli inceneritori. “In Italia solo il 12% dei rifiuti – ha dichiarato ancora Fumagalli – finisce negli inceneritori per il recupero di energia a fronte di una media europea che è pari al 20%”. Nell’Isola l’incenerimento in relazione alla produzione di RU è pari allo 0,6%, quindi lontanissimo dalla media italiana, e completamente surclassato da altre Regioni come l’Emilia-Romagna (22,4%), il Friuli Venezia Giulia (22,3%), e la Lombardia (39,8%). “Non sono stati realizzati i quattro impianti che dovevano essere realizzati – ha precisato Stefania Prestigiacomo durante un’audizione alla Camera – e questo ritardo comporta sensibili rallentamenti, e ci vorrebbero altri 6 anni perché il sistema decolli. Entro due anni un termovalorizzatore dovrà entrare per forza in funzione”. Il 15 dicembre è stata convocata la riunione del Comitato che si occupa degli impianti in Sicilia.
A fronte di questi dati imbarazzanti le cattive notizie giungono dall’ultimo rapporto “Green Book-Aspetti economici della gestione dei rifiuti in Italia” di Federambiente secondo cui la spesa più elevata per una famiglia di 3 persone in un appartamento di 80 mq si registra in Campania, seguita da Sicilia e Sardegna.

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