150 mln di voucher, 150 mln di ore emerse - QdS

150 mln di voucher, 150 mln di ore emerse

Carlo Alberto Tregua

150 mln di voucher, 150 mln di ore emerse

giovedì 12 Gennaio 2017

Malafede di chi vuole abolirli

Ci siamo chiesti perché Maurizio Landini, segretario del sindacato dei metalmeccanici, che rappresenta circa 350 mila lavoratori, continui a proporre con animosità l’abolizione dei voucher introdotti dal Governo Monti. A ogni persona di buon senso, risulta evidente il fatto che sono così emerse, solo nel 2016, ben 150 milioni di ore lavorate.
Ricordiamo che il voucher di 10 euro copre un’ora di lavoro. Dell’importo, 7,5 euro vanno al lavoratore, 1,3 alla Previdenza, 0,7 all’Inail e 0,5 al rivenditore.
Che vi siano stati abusi sembra plausibile. Perciò il Governo Renzi è intervenuto imponendo la segnalazione digitale all’Inps nel momento in cui si attivava un voucher. Ma è plausibile che per un voucher attivato, lo stesso lavoratore abbia lavorato magari alcune ore in nero e perciò sia stato sottopagato.
Il bersaglio delle critiche, quindi, non deve andare nella direzione dell’abolizione dei voucher, che anzi devono essere spinti verso una maggiore diffusione, piuttosto in un controllo puntuale, magari costringendo chi li utilizza a indicare l’orario in cui viene utilizzata quella determinata prestazione.

Se vi fosse questa annotazione dell’orario, in caso di controllo, risalterebbe subito in modo evidente che quel lavoratore o si trova dentro l’orario coperto dal voucher o se ne trova fuori, con tutte le conseguenze sanzionatorie. Vi sono altri strumenti per rendere evidente l’utilizzo legale dei voucher, soprattutto sistemi informatici che comunicano in tempo reale.
La critica non andava fatta al voucher, ma alla mancata vigilanza da parte di chi ha l’onere di controllare che le cose siano sempre corrispondenti alle disposizioni di legge.
Non ci spieghiamo ancora come pensi, un Landini, di sostituire 150 milioni di ore lavorate ufficialmente col nulla.
Perfino lo Spi, la società di servizi della Cgil di Bologna, ha utilizzato i voucher, in modo del tutto legittimo e regolare, perché è ovvio che tutti i lavori occasionali possano essere effettuati da chi è pensionato, o è molto giovane o comunque ha bisogno di lavorare. Chi ha usato i voucher non certo avrebbe assunto nuovi dipendenti.
 

Non vi è quindi un’alternativa fra voucher e assunzione di dipendenti, perché i due strumenti coprono aree diverse del lavoro.
Bisogna augurarsi che gli strumenti criticati vengano anzi potenziati: per esempio, raddoppiando il numero di ore dello stesso voucher, da una a due; vigilando che non vi siano sospette ripetizioni dei buoni alle stesse persone. Proprio in questo dovrebbe intervenire la sorveglianza dell’Inps e dell’Ispettorato del lavoro, selezionando le verifiche in tutte le situazioni sospette.
Però, vi sono pochi ispettori del lavoro e pochi ispettori dell’Inps per questo fabbisogno. Non si capisce perché, visto che c’è un esubero di pubblici dipendenti in altre amministrazioni, tali dipendenti non vengano trasferiti dove ve n’è bisogno, magari dopo corsi di formazione per adeguare le competenze alle nuove esigenze.
La creazione di lavoro non si fa per legge, ci vogliono le condizioni di mercato affinché tutte le attività produttive divengano più competitive, in modo che prodotti e servizi vengano richiesti con maggiore quantità e con maggiore frequenza.

Perché ciò avvenga, è necessario che gli imprenditori non vengano ostruiti dalla Pubblica amministrazione e non vengano vessati da centinaia di adempimenti ogni anno, che non hanno la funzione di controllare se ognuno di essi opera dentro o fuori dalla legge, bensì di oscure e borboniche necessità di burocrati incapaci, che non si modernizzano e che non vogliono operare sulla base dei valori di merito e responsabilità.
Quando si parla di lavoro, cioè di lavoro serio e produttivo, non possiamo omettere che quello svolto dai pubblici dipendenti sia di scadente qualità, con risultati deludenti, inappropriati e inadeguati al costo che si sostiene per la loro produzione.
Nessun Governo di questa Repubblica degli ultimi trent’anni è stato capace di riformare la Pa, il cui lavoro resta improduttivo. Ma Landini, su questo aspetto nulla dice. Anzi, i suoi colleghi della Funzione pubblica della Cgil continuano a difendere i privilegiati. Bravi!

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