Fmi taglia le stime di crescita del Pil Italia - QdS

Fmi taglia le stime di crescita del Pil Italia

redazione

Fmi taglia le stime di crescita del Pil Italia

martedì 17 Gennaio 2017

Per il 2017 Previsione di incremento +0,7% e +0,8% per il 2018

ROMA – Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita dell’Italia portando la previsione di incremento del Pil per quest’anno al +0,7% e quella per il 2018 al +0,8 con una riduzione, rispettivamente, di 2 e 3 decimi di punto rispetto alle stime di ottobre. Le cifre dell’istituzione di Washington sono sempre più distanti da quelle del Governo, che nell’ultima nota di aggiornamento al Def aveva previsto un +1% per quest’anno e un +1,3% per il 2018.
Nel suo aggiornamento al World Economic Outlook reso noto oggi, il Fmi segnala previsioni per l’economia globale invariate rispetto a ottobre, con una crescita mondiale confermata rispettivamente al +3,4% e al 3,6%. per gli Stati Uniti, prima economia del Pianeta, le previsioni sono state migliorate rispettivamente di 1 e 4 decimi di punto al +2,3% e al +2,5% anche sulla base delle previste politiche di stimolo fiscale da parte della prossima amministrazione Trump. Sostanzialmente confermate le stime per la zona euro con una crescita all’1,6% per entrambi gli anni che include una revisione al rialzo di un decimo di punto per il 2017.
Il quadro previsionale per i maggiori Paesi della zona euro resta molto differenziato. Tra i paesi in accelerazione figurano la Germania, con una revisione al rialzo di un decimo di punto per entrambi gli anni a quota 1,5% e la Spagna, le cui previsioni si attestano ora al +2,3% per quest’anno (rialzata di un decimo di punto) e al 2,1% (+0,2). Invariate, invece, le previsioni di crescita per la Francia, confermate rispettivaente al +1,3% e al +1,6%.
“Le stime aggregate di crescita e le previsioni per il 2016-2018 – spiega il Fondo Monetario in una nota restano invariate rispetto al World Economic Outlook di ottobre. Lo scenario per le economie avanzate per il 2017-2018 è migliorato e riflette un’attività economica in una certa misura più sostenuta nel 2016 oltre a un previsto stimolo fiscale negli Stati Uniti. Le prospettive di crescita sono marginalmente peggiorate per le economie emergenti e in via di sviluppo nelle quali le consizioni finanziarie si sono in generale ristrette. Le prospettive a breve termine per la Cina (+0,3 a +6,5% per il Pil di quest’anno e confermate al +6% per il prossimo) sono state riviste al rialzo a causa del previsto stimolo ma sono state riviste al ribasso per un certo numero di altre grandi economie, più specificamente India, Brasile e Messico.
Anche se nell’aggiornamento Fmi non esistono menzioni specifiche per Paesi come l’Italia, in un passaggio del documento gli economisti di Washington rilevano che “in quei Paesi avanzati dove i bilanci restano in squlibrio, un calo esteso nella domanda privata e un avanzamento inadeguato nelle riforme (incluso il risanamento dei bilanci delle banche) potrebbe condurre a crescita e inflazione permanentemente più basse, con implicazioni negative per le dinamiche del debito”.
Il capoeconomista Maury Obstfeld incoraggia il Paese ha proseguire sulla strada di forme e plaude, definendole “molto importanti” alle riforme economiche già varate dal governo di Matteo Renzi.
“L’Italia – ha detto Obstfeld in una conferenza stampa – ha avuto una bassa crescita economica per alcuni anni. Il governo Renzi ha fatto alcune riforme strutturali molto importanti che sono molto positive per il Paese e altre devono essere fatte in quella dimensione senza dubbio”.
Secondo Obstfeld “un problema in particolare per l’Italia è la posizione delle sue banche e i guai degli istituti di credito. Se potessero essere risolti più efficacemente questo consentirebbe alle banche di dare più sostegno all’economia e anche di portare a una crescita maggiore.

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