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Allo studio etichette intelligenti per i supermercati del futuro

redazione

Allo studio etichette intelligenti per i supermercati del futuro

mercoledì 25 Gennaio 2017

Sensori chimici per controllare la corretta conservazione dei cibi

ROMA – Etichette “intelligenti” da utilizzare nei supermercati del futuro, per controllare lo stato di conservazione dei cibi grazie a sensori chimici di temperatura e umidità. Applicate, ad esempio, su una confezione di surgelati possono trasmettere informazioni su eventuali anomalie attraverso una semplice app installata sul telefonino di chi va a fare la spesa.
Non si tratta di fantascienza, ma di elettronica organica, una delle piattaforme più avanzate di sperimentazione di nuovi materiali, sviluppata presso il Centro Enea di Portici, noto anche per la ricerca sul fotovoltaico innovativo, i nasi elettronici e il supercalcolatore “Cresco”. Centro di sviluppo per l’elettronica organica – un settore dalle innumerevoli potenzialità e in crescita in tutto il mondo con un giro di affari di oltre 26 miliardi nel 2016 – è il laboratorio Tripode, sigla che sta per Tecnologie e Ricerca per la applicazione dei polimeri nei dispositivi elettronici: qui si sperimentano materiali a base di carbonio per la realizzazione di dispositivi e sistemi iper leggeri, flessibili, sottilissimi, a basso costo e a basso impatto ambientale.
Fra le applicazioni potenzialmente più interessanti le etichette Rfid (dall’inglese Radio-Frequency IDentification, in italiano identificazione a radiofrequenza) sensibili, dotate di un innovativo sistema di lettura e di riconoscimento.
“Dotate di sensori chimici, di temperatura e di umidità possono essere utilizzate nei supermercati del futuro, ma anche per il monitoraggio di ambienti contaminati, lavorazioni industriali, e in agricoltura”, spiega l’ingegnere Carla Minarini, responsabile del laboratorio. Le etichette sensibili Rfid nascono nell’ambito del progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale chiamato Smartags (Smart application for organic Tags). L’altro grande progetto portato avanti nel laboratorio Tripode si chiama ReLight (Research for Light – lighting and sunlight) e riguarda lo sviluppo di dispositivi innovativi per l’illuminazione come le sorgenti luminose Oled ad alte prestazioni e le celle fotovoltaiche organicheintegrabili nelle facciate degli edifici, nelle tettoie e nei tessuti.
“L’elettronica organica è una tecnologia ancora giovane ma con molti punti di forza come la possibilità di realizzare dispositivi ad elevato grado di flessibilità ed elasticità -aggiunge Minarini – Ad esempio con gli Oled, gli Organic Led possiamo fare lampade piatte, curve e flessibili con ottime rese di colore. Il nostro obiettivo è fare ricerca utile per l’innovazione delle imprese ed è per questo che lavoriamo in stretto contatto con partner industriali”.

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