Assenteismo: in manette due medici del servizio 118 - QdS

Assenteismo: in manette due medici del servizio 118

redazione

Assenteismo: in manette due medici del servizio 118

martedì 14 Febbraio 2017

Avrebbero lasciato il posto di lavoro per interi turni di servizio

LETOJANNI (ME) – Arrestati due medici del servizio di emergenza sanitaria 118, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, su richiesta del pm Anna Maria Arena. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti del Commissariato di Polizia di Taormina.
Entrambi i medici, secondo l’accusa, abusando dei propri uffici, con artifici e raggiri, si sarebbero assentati dal posto di lavoro per interi turni di servizio, simulandone la presenza e sottoscrivendone l’apposito registro. Le indagini dei poliziotti hanno permesso di smascherare le ripetute assenze degli indagati a partire dal 2014 fino all’agosto 2016. Gli inquirenti, inoltre, hanno disposto il sequestro preventivo di somme di denaro a carico di ciascuno dei medici, in ragione dell’ingiusto profitto accertato ai danni della Pubblica amministrazione.
Il lavoro svolto dagli investigatori attraverso servizi di osservazione, con telecamere nascoste nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza, intercettazioni telefoniche e attività di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche ha permesso di smascherare “una sistematicità di spudorate assenze dei due medici dal posto di lavoro – scrive la Polizia in una nota – in contrasto con le firme presenza apposte sui registri”.
Stando a quanto appreso, sono 40 gli episodi contestati a uno dei medici e 36 quelli attribuibili all’altro. In particolare, i due indagati si “mettevano” nei turni, coprendosi a vicenda e, alternandosi, non effettuavano del tutto la notte in cui restava in servizio uno solo, accordandosi, così, dello “scarabocchio” da apporre sul registro delle presenza. Entrambi avrebbero inoltre assunto atteggiamenti di sfida nei confronti dei colleghi di lavoro o di chiunque avesse provato a contrastarli “… è la mia parola contro la sua…”.
A carico degli indagati il gip ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro pari a oltre 16 mila euro per l’uno e circa 15 mila euro per l’altro, quale danno arrecato alla Pubblica amministrazione quantificabile per ogni singolo episodio accertato. Le ipotesi di reato contestate ad entrambi sono di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

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