In Sicilia 600 morti ogni anno per l'amianto - QdS

In Sicilia 600 morti ogni anno per l’amianto

Rosario Battiato

In Sicilia 600 morti ogni anno per l’amianto

mercoledì 15 Febbraio 2017

Scarsa applicazione della Lr 10/2014, silenzio sul centro per la cura delle patologie e intanto i siciliani restano “discriminati”. Intervista a Calogero Vicario (Ona): “Pochi Comuni hanno rispettato l’obbligo di mappatura e censimento”

PALERMO – L’amianto è ancora di casa in una Regione che soltanto tre anni fa ha avuto la sua prima legge regionale in materia – la lr 29 aprile 2014, n. 10 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto” – e che ancora oggi fatica a trovare la corretta percezione e gestione del fenomeno in materia di bonifiche e di prevenzione e cura delle patologie correlate. Se ne discuterà sabato e domenica prossimi, rispettivamente a Siracusa e a Gela, negli incontri organizzati dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona).
A livello nazionale l’amianto è fuorilegge dal 1992, ma la Sicilia non sembra saperlo. Il censimento e la bonifica dell’amianto sono temi che soltanto di recente sono tornati alla ribalta in un territorio, come quello isolano, che per anni ne ha sottovalutato la portata sanitaria e ambientale. Eppure la Sicilia resta una delle regioni maggiormente coinvolte e che ha pagato “un altissimo tributo in termini di vite umane”, così come sottolineato dall’Osservatorio nazionale. Il presidente nazionale, Ezio Bonanni, ha voluto spiegare all’Ansa, in particolare, la pericolosità che riguarda “il triangolo industriale di Augusta-Priolo, Ragusa e Gela e le zone industriali della Valle del Mela (Messina) e di Palermo”, realtà che si caratterizzano per “la poderosa utilizzazione di amianto allo stato friabile e compatto”.
I numeri dell’Ona raccontano una realtà che non può dirsi nemmeno esaustiva: censiti 947 mesoteliomi per il periodo che va dal 2000 al 2011, per una media che sfiora i 100 casi all’anno. “Ma – ha aggiunto Bonanni –, poiché il mesotelioma è il ‘tumore sentinella’ e i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio, si calcolano ogni anno complessivamente almeno 600 decessi per amianto in Sicilia”.
I punti scoperti restano parecchi. A partire dall’effettiva applicazione della legge regionale. “Dal 2014 era previsto l’obbligo per censimento e mappatura da parte di tutti i Comuni – ha spiegato al QdS Calogero Vicario, coordinatore Ona Sicilia –, ma sono pochi quelli che hanno operato in tal senso”.
Restano ancora inevasi anche altri punti cardine come il registro regionale degli esposti che attualmente, stando a quanto riportato da Vicario, si trova soltanto presso la direzione territoriale del lavoro di Siracusa e Agrigento. L’altro grande enigma resta il centro di riferimento regionale per la cura delle patologie asbesto correlate – lo Stato aveva messo a disposizione 9 milioni di euro per tutta la rete regionale – che avrebbe dovuto avere sede ad Augusta presso l’ospedale Emilio Muscatello, ma “si sta ancora valutando come fare – ha proseguito Vicario –, ancora non c’è niente”.
Per i lavoratori siciliani il percorso è ancora tutto da vedere. A livello nazionale il lavoratore che ha contratto mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi può accedere al pensionamento anticipato senza limiti d’età e anzianità contributiva.
“I lavoratori della Regione siciliana sono stati discriminati rispetto al resto d’Italia – ha precisato Vicario –, dove ci sono gli atti di indirizzo che garantiscono i benefici previdenziali per minori aspettative di vita”.
La richiesta dell’Ona, che poi è una delle battaglie storiche dell’associazione in Sicilia, è quella di atti di indirizzo “equipollenti” sull’amianto in Sicilia nei quali fare riferimento ai lavoratori esposti all’amianto residenti e che hanno svolto attività lavorative in siti nelle regioni a statuto speciale, così da sostituirsi o stimolare l’atto di indirizzo ministeriale e permettere i prepensionamenti.

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