Assistenza ai disabili, la Regione siciliana dorme - QdS

Assistenza ai disabili, la Regione siciliana dorme

Raffaella Pessina

Assistenza ai disabili, la Regione siciliana dorme

sabato 04 Marzo 2017

Il sottosegretario Bobba: “Sicilia senza piano, persi 32,4 milioni”. Cgil: “Governo affronta l’emergenza con superficialità”

PALERMO – L’assistenza ai disabili siciliani sta tenendo banco nella politica non solo regionale. Ieri la Cgil e la Funzione pubblica siciliane, in una nota inviata al presidente della Regione Crocetta e alla dirigente del dipartimento regionale del Lavoro, hanno contestato “la superficialità con cui il governo sta affrontando il problema dell’assistenza dei disabili, proponendo ancora una volta come unico rimedio l’utilizzo di personale impegnato in attività socialmente utili”.
“Non è la prima volta – scrivono Mimma Argurio e Clara Crocè, componenti rispettivamente delle segreterie della Cgil e della Fp – che il governo utilizza il personale Asu per superare le emergenze (si ricordi il caso dei musei) trattando questi lavoratori come tappabuchi e anche mortificandoli con le ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione alla stampa”. Cgil e Fp, chiedono a Crocetta un confronto immediato sull’argomento, “perché tanti sono i nodi da sciogliere. Il personale Asu – sottolineano – non prende da novembre il misero sussidio di 580 euro al mese e se è da vent’anni in una sorta di limbo, la responsabilità è della politica e dello stesso presidente Crocetta non hanno avuto il coraggio di risolvere la vertenza”. Cgil e Fp chiedono chiarimenti sull’ipotesi di “utilizzo per far fronte a una problematica delicata come quella dell’assistenza ai disabili di personale con lo status di lavoratore socialmente utile, sottopagato, privo di contratto di lavoro e di professionalità”. La vicenda dell’assistenza ai disabili è un altro scandalo che ha portato anche alle dimissioni dell’assessore alle Politiche sociali, Gianluca Micciché.
Sembra che anche i morti beneficiassero dell’assistenza h24. La scoperta emerge da un rapporto che l’Asp di Palermo ha consegnato al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha chiesto alle aziende sanitarie di verificare i dati dei tabulati sul numero dei disabili gravissimi in possesso dell’assessorato regionale alla Famiglia, di cui ha preso la delega dopo le dimissioni di Gianluca Miccichè, compilati sulla base delle informazioni fornite dai 55 distretti socio-sanitari e dai comuni dell’isola. Nel distretto di Misilmeri che aveva più disabili dell’intero Piemonte, sulla base dei dati dell’assessorato viene fuori che in realtà i disabili gravissimi non sono 110 ma 47 e che 15 persone, inserite negli elenchi dai comuni, sono decedute. Voci gonfiate o verità? Anche in questa materia la trasparenza è stata negata. L’amministrazione replica: “Nessun soldo ai morti. Quei disabili sono deceduti semmai solo successivamente agli inserimenti negli elenchi”. – Ma un altro caso è quello di Partinico: dai 149 disabili gravissimi iniziali, si è arrivati a 56 dopo i controlli e in elenco risultavano 14 persone decedute. “Verificheremo – dice Crocetta – se ci sono altre cifre truccate tra quelle fornite dai Comuni, magari con l’obiettivo di ottenere più fondi dalle normative nazionali e regionali. Faremo in modo che non sia più possibile”.
 
Sulla vicenda scendono in campo anche i Vescovi siciliani monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e delegato della Conferenza episcopale siciliana per la Sanità ha fatto appello perché le “istituzioni regionali mantengano le promesse fatte”. “Le persone con disabilità – ha detto Pennisi –  le loro famiglie che affrontano ogni giorno sacrifici eroici, gli operatori e le associazioni di volontariato in Sicilia vivono nella frammentarietà e nella precarietà dei servizi che portano a una sfiducia paralizzante nelle istituzioni e a una distorsione costante delle relazioni”. Già nell’ultima sessione di lavoro, a gennaio, i vescovi delle diciotto diocesi dell’Isola avevano esortato l’assessore regionale alla Famiglia, perché si creassero “percorsi virtuosi a favore delle persone disabili”, perché si rendessero “più stabili e certi i servizi scolastici ed extrascolastici”.
Appelli rimasti inascoltati, se pensiamo che la Regione siciliana ha fatto ben poco per avviare tali percorsi: il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Luigi Bobba, nel dare riscontro all’interrogazione a risposta immediata presentata dalla deputata siciliana Giulia Di Vita (M5s), ha fatto sapere che “Le risorse relative al fondo per le non autosufficienze per il 2016 sono state erogate al termine dell’anno alle sole regioni che hanno presentato la programmazione richiesta; la Sicilia non è tra queste”.
Chi doveva redigere il piano?
Chi doveva controllare che il piano venisse redatto?
Fotografia di un immobilismo divenuto insopportabile.

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