Alla Regione è caos, dipendenti e uffici fermi - QdS

Alla Regione è caos, dipendenti e uffici fermi

Raffaella Pessina

Alla Regione è caos, dipendenti e uffici fermi

martedì 21 Marzo 2017

Ieri la Fp Cgil regionale ha dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori. I sindacati: “Non si capisce com’è gestito il personale”

PALERMO – I battenti di Sala D’Ercole a Palazzo dei Normanni resteranno chiusi fino al 28 marzo prossimo e nel frattempo scendono in campo i sindacati del personale della Pubblica amministrazione contro il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
La Fp Cgil regionale, dopo una riunione di coordinamento ha dichiarato lo stato di agitazione dei dipendenti regionali. Al centro della vertenza il funzionamento degli uffici: dai Beni culturali al Lavoro, passando per le Motorizzazioni. “Questi ultimi, assieme al Genio civile – hanno dichiarato Gaetano ozzo, segretario generale della Fp Sicilia e Clara Crocè della segreteria Fp – sono fermi, molti uffici non hanno neanche la Pec e non si capisce come sia distribuito al loro interno il personale”. I sindacalisti aggiungono che mancano i rinnovi contrattuali da 10 anni a questa parte e la mancata elezione delle Rsu. “Se il governo non dovesse ascoltarci su questi temi – hanno tuonato Crocè e Agliozzo – non esiteremo a mettere in atto ogni iniziativa di mobilitazione”. I sindacati contestano al Governatore la mancata riforma della pubblica amministrazione.”
Non ci sono stati tagli di auto blu – scrivono in una nota – alcuna riduzione degli uffici di gabinetto, alcun azzeramento degli uffici speciali, alcuna soppressione di unità di staff, mentre spesso gli incarichi dirigenziali, onerosissimi a fronte di quelli di chi (lavoratori delle categorie A e B) percepisce poco più di mille euro al mese svolgendo mansioni superiori a quelle che dovrebbe svolgere, continuano a essere attribuiti senza motivazione, in palese violazione della legge e senza avere espletato le procedure di evidenza pubblica”.
Intanto l’opposizione all’Ars vuole ripristinare le 9 province e ieri, nel corso di una conferenza stampa a Catania, il capogruppo di Forza Italia all’Ars ha presentato un ddl in merito. “Con il nostro disegno di legge prevediamo il ripristino delle province in Sicilia, quali enti intermedi tra i comuni e la Regione – ha detto Falcone – Riteniamo fondamentale restituire la voce agli elettori, consentendo loro di potere eleggere gli organi di governo”. Il testo, già depositato all’Ars, prevede il taglio del cinquanta per cento dei componenti degli organi esecutivi e consiliari, “per coniugare rappresentanza e partecipazione con una significativa riduzione dei costi”.
 
Si prevede inoltre che le tre province di Palermo, Catania e Messina assumano la titolarità di città metropolitana ai fini dei finanziamenti strutturali, nazionali e comunitari: “Abbiamo già chiesto al presidente dell’Assemblea Ardizzone, in un momento di stallo dei lavori parlamentari quale è quello attuale – ha concluso Falcone –  di aprire una finestra legislativa per approvare immediatamente questo provvedimento”. Sulle prossime amministrative interviene il vicepresidente vicario all’Ars, Antonio Venturino, eletto nel Movimento cinquestelle e ora componente del Psi: “Voglio prendere le distanze e marcare la differenza tra chi anche dentro il Psi, in vista delle prossime elezioni amministrative in Sicilia, punta a coalizioni territoriali “anomale” pur di garantirsi spazi di gestione del potere piuttosto che promuovere anche a livello locale la linea politica emersa chiaramente a livello nazionale”.
Venturino esclude per le prossime regionali accordi con le forze di centrodestra. “Anche in Sicilia bisogna preparare una campagna elettorale per puntare a vincere con i nostri alleati – ha detto – per essere chiari non sono percorribili strade che portano ad accordi con Forza Italia e la Lega-Noi con Salvini. No ad alleanze che si riconoscono nei principi e nei valori della cultura di centrodestra, sovranista, antieuropea e che non rispecchiano i principi del socialismo, si’ al rilancio delle idee socialiste e riformiste.  Se qualcuno pensa di battere strade diverse – sottolinea Venturino – non fa altro che alimentare nei fatti la diffidenza dei giovani verso una politica confusionaria che conduce ai populismi, ai grillismi e alla linea del fascismo digitale della post-verità”.
 
Polemiche infine tra i Centristi per la Sicilia di cui fa parte Marco Forzese e Nicola D’Agostino di Sicilia Futura, che ha criticato il governo Crocetta e chi lo ha appoggiato. “Non accettiamo lezioni di moralità politica da coloro che hanno fatto del passaggio ai vari gruppi parlamentari e dell’accaparramento di poltrone e strapuntini il proprio ‘marchio di fabbrica”, è stata la risposta. “In particolare – ha aggiunto Forzese – mi meraviglia anche la disinformazione dell’onorevole D’Agostino che in fatto di cambio di partiti è avvezzo, il quale continua a chiamarci Udc, nonostante la nostra fuoriuscita diversi mesi fa e la costituzione del gruppo Centristi per la Sicilia all’Ars”.

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