In aeroporto? Meglio in auto privata - QdS

In aeroporto? Meglio in auto privata

Rosario Battiato

In aeroporto? Meglio in auto privata

giovedì 23 Marzo 2017

Dati Istat: solo un passeggero su dieci, che sbarca o parte dalla Sicilia, utilizza i mezzi pubblici per raggiungere l’aerostazione. Il traffico aereo siciliano continua a segnare numeri di grande rilevanza a livello nazionale

PALERMO – Si verifica una specie di corto circuito quando si incrociano i dati sul traffico aereo siciliano e quelli sulla fruizione dei mezzi pubblici dei passeggeri sbarcati o imbarcati negli aeroporti isolani. Nel primo caso ci troviamo di fronte a numeri dal peso specifico di livello nazionale, mentre nel secondo si registra il secondo peggior dato d’Italia per passeggeri che decidono di utilizzare i mezzi pubblici collettivi sul totale di quelli che transitano dagli aeroporti. Risultati che si potranno migliorare grazie all’ausilio di un sistema di trasporto integrato che potrebbe vedere i primi passi già nei prossimi anni. A Catania, ad esempio, ci sono progetti precisi da rendere operativi già a partire dal 2020.
Il traffico aereo siciliano continua a segnare numeri di una certa rilevanza. Nel 2016 la tratta Fontanarossa-Fiumicino si è confermata come la più affollata d’Italia con oltre un milione di passeggeri, mentre Catania resta il sesto scalo nazionale (primo del Mezzogiorno) per traffico con poco meno di 8 milioni di passeggeri e Palermo il decimo con 5,3 milioni di passeggeri (dati Enac). Eppure questo traffico così cospicuo e costante non riesce sempre a trovare un sistema di trasporto adeguato per gli spostamenti da e verso la città.
A dirlo sono i dati Istat contenuti nell’ultimo aggiornamento sugli indicatori territoriali per le politiche di sviluppo alla voce “traffico passeggeri da e per aeroporti su mezzi pubblici collettivi”. Si tratta della statistica che considera la percentuale di passeggeri che per andare e venire in aeroporto utilizza mezzi trasporto pubblici sul totale dei passeggeri imbarcati e sbarcati. Il dato del 2015 ha visto una media nazionale pari al 23%, questo vuol dire che ci sono più di 2 passeggeri su 10 a utilizzare sistemi condivisi di trasporto pubblico. Il dato siciliano è di quasi tre volte inferiore, infatti si ferma a 9,9: in altri termini appena un 1 passeggero su 10 che sbarca o parte dagli scali isolani utilizza il bus per gli spostamenti. Il dato è decisamente più elevato in alcune regioni come la Lombardia (42,2%, 4 su 10), il Piemonte (22,1%), il Lazio (20%). Nella graduatoria regionale, la Sicilia ha il penultimo dato nazionale, riesce a fare peggio soltanto la Sardegna con 7,7%.
A questo punto del ragionamento sarebbe utile capire il nocciolo del problema: mancanza del servizio oppure predisposizione a utilizzare mezzi privati (collettivi o individuali)? Non ci sono dati per rispondere a questa domanda, eppure il maggiore utilizzo di trasporto pubblico che si registra nel resto d’Italia rispetto alla Sicilia, potrebbe far propendere la risposta verso la seconda opzione. Anche per questo non stupisce che ci siano degli interventi in corso.
Nell’ultimo rapporto sull’attuazione del programma delle Infrastrutture strategiche, pubblicato all’inizio di marzo sul sito della Camera dei deputati e predisposto dal Servizio studi in collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione (dati aggiornati al 31 dicembre 2016), l’operatività della tratta metropolitana Stesicoro-Aeroporto, nel comune di Catania, è stata fissata al 2020 per il primo lotto (Stesicoro-Vittorio Emanuele, 77,3 milioni di euro, contratto stipulato), mentre per il secondo (Vittorio Emanuele-Aeroporto) si è alla progettazione definitiva e non ci sono date di scadenza (402 milioni di euro il costo previsto).

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