Pon Legalità, in arrivo 377 milioni al Sud - QdS

Pon Legalità, in arrivo 377 milioni al Sud

redazione

Pon Legalità, in arrivo 377 milioni al Sud

venerdì 24 Marzo 2017

Presentato ieri a Palermo il piano di investimenti per dare impulso allo sviluppo economico di 5 regioni minacciate dalle mafie. Gli interventi si articolano su cinque assi: • Videosorveglianza • Sistemi informativi per la Pa • Recupero dei patrimoni confiscati • Inclusione sociale con azioni mirate per favorire la formazione professionale • Rafforzamento delle competenze del personale degli enti locali

PALERMO – Supporto ai Comuni nella predisposizione, revisione e monitoraggio del piano anticorruzione e nella ricerca di fondi europei e gestione dei progetti, in particolare a favore delle amministrazioni commissariate; ma anche un rafforzamento del nucleo di supporto all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. Sono queste le principali azioni messe in campo dal Programma operativo nazionale legalità 2014/2020.
A presentarlo, ieri mattina, presso la Prefettura di Palermo, il vice capo della polizia, Matteo Piantedosi, il capo dipartimento degli Affari Interni e Territoriali, Betty Belgiorno, e il prefetto del capoluogo siciliano Antonella De Miro.
Il Pon Legalità è un piano di investimenti a cofinanziamento europeo del valore di circa 377 milioni di euro, che mira a dare nuovo impulso allo sviluppo economico di cinque regioni meridionali minacciate dall’ingerenza delle mafie: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le finalità sono quelle di rafforzare le condizioni di legalità per cittadini e imprese attraverso il sostegno della Pubblica amministrazione nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, elevando i livelli di sicurezza nelle aree produttive, promuovendo l’inclusione sociale e la diffusione della cultura della legalità.
Gli interventi sono articolati su cinque assi: presidio dei contesti vulnerabili attraverso la videosorveglianza; sistemi informativi per la Pubblica amministrazione e di analisi intelligente dei dati; recupero e valorizzazione dei patrimoni confiscati con la realizzazione di centri di accoglienza ed iniziative per prevenire la devianza giovanile; legalità ed inclusione sociale tramite interventi mirati a favorire l’orientamento e la formazione nel lavoro; rafforzamento delle competenze del personale degli enti locali grazie alla collaborazione tra pubblica amministrazione e forze dell’ordine.
In particolare, per i beni sequestrati e confiscati, per il cui recupero sono stati stanziati 56 milioni, si punterà ad analizzare e risolvere specifiche criticità concernenti la destinazione e l’utilizzo dei beni, monitorarne il riutilizzo anche contrastandone l’occupazione abusiva, e creare modelli di intervento efficaci e sostenibili.
“L’obiettivo è rafforzare l’azione dei Comuni nel contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose – ha spiegato De Miro -. Solo la legalità può essere foriera di sviluppo in una realtà come quella siciliana. Le strategie del Pon Legalità sono nuove rispetto al passato perché propongono nuovi mezzi e strumenti nel supporto ai Comuni. Anche le Prefetture potranno proporre progetti, anche con fondi europei”.
“Un impegno forte – ha continuato  il prefetto di Palermo – è richiesto alle prefetture, chiamate a promuovere progettualità e diveniente organo di supporto e accomunamento alle azioni dei Comuni, nello specifico ambito di interesse di lotta alla corruzione, alla criminalità mafiosa e alla inclusione sociale”.
Il vicecapo della Polizia, il prefetto Matteo Piantedosi, a margine della presentazione, ha aggiunto che “la criminalità organizzata si è molto evoluta perché, grazie a Dio, uccide meno, è meno visibile dal punto di vista dell’esercizio della violenza fisica percepibile e si è evoluta attraverso meccanismi pervasivi delle istituzioni, dei sistemi di approvvigionamento pubblico dei servizi e degli appalti, con capacità tecniche e professionali importanti”.
“Da questo punto di vista – ha aggiunto – dobbiamo sostenere una maggiore professionalizzazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni. E proprio per questo il Pon Legalità prevede, sia sul versante della formazione che della dotazione infrastrutturale e tecnologica, molte possibilità che saranno a disposizione delle autorità locali e dei comuni attraverso le prefetture”.
Piantedosi, in un passaggio del suo intervento, ha fatto anche riferimento alle polemiche che hanno accompagnato il decreto Minniti: “Fanno parte di ogni iniziativa legislativa. Che ci possano essere visioni contrapposte è il sale della democrazia. Il provvedimento nasce da un’iniziativa del governo. Tutto è perfettibile. Tutti i fenomeni più recenti fanno sì che le istituzioni dello Stato non debbano essere da sole ad affrontarli”.
“C’è una territorialità dei fenomeni – ha detto Piantedosi – anche di quelli internazionali, che rende obbligatorio in chiave moderna di avvalersi del contributo delle autonomie territoriali, e dei sindaci in primis, che sono la prima cellula rappresentativa dello Stato sul territorio. Questa è la filosofia e la scommessa. Poi è chiaro che tutti i provvedimenti vengono valutati dai fatti, nel momento in cui trovano attuazione concreta”.
Il vicecapo della Polizia, sollecitato dai giornalisti, ha anche commentato alcuni fatti di cronaca, in particolare l’attentato terroristico a Londra e le dichiarazioni del procuratore catanese, Carmelo Zuccaro, il quale audito dalla Commissione Schengen non ha nascosto le sue perplessità sull’attività delle Ong nell’ambito del traffico dei migranti.
Sull’attacco a Westminster, costato la vita a quattro persone, compreso l’attentatore, ieri è arrivata la rivendicazione dell’Isis. “A prescindere dal drammatico episodio di Londra, l’attenzione era già molto alta anche per le implicazioni di altro genere che la manifestazione di sabato a Roma già richiamava”. Domani, infatti, nella Capitale ci sarà un vertice dei leader Ue per il sessantesimo anniversario dei Trattati europei siglati nel 1957. “L’episodio londinese – ha aggiunto Piantedosi – conferma quello che è già stato affermato ai più alti livelli. Viviamo in un’epoca in cui il rischio zero non esiste. Questa formula così liquida ed evanescente di terrorismo fa sì che sia molto difficile mettere in campo un’azione di prevenzione che possa far ritenere che si è pensato davvero a tutto. Delle misure sono state adottate, soprattutto nelle grandi città. L’unica è mantenere alta la guardia, da una parte, e dall’altra parte il primo meccanismo di prevenzione deve essere di non cambiare le nostre abitudini”.
Sulle dichiarazioni di Zuccaro, secondo il quale le Ong che operano nel mar Mediterraneo per soccorrere i migranti rendono più difficili il contrasto del traffico di migranti, Piantedosi ha commentato:  “Il procuratore di Catania l’avrà detto sulla base evidentemente di risultanze sulle operazioni e investigazioni che fanno capo al suo ufficio. I rischi sul Mediterraneo sono di più ampia portata. Se l’ha detto, sa cosa l’ha portato a sostenere questo”. “Le Ong – ha spiegato – hanno un ruolo positivo e importante. Si deve sempre presumere il bene e cogliere gli aspetti positivi. Non bisogna buttare via il bambino con l’acqua sporca”.

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