Fisco, spunta un dossier: "Antonio Fiumefreddo moroso" - QdS

Fisco, spunta un dossier: “Antonio Fiumefreddo moroso”

Raffaella Pessina

Fisco, spunta un dossier: “Antonio Fiumefreddo moroso”

venerdì 31 Marzo 2017

L’au di Riscossione Sicilia denuncia atti di spionaggio: “Spiato anche Crocetta”. Debiti per 28mila euro. La difesa: “Ho pagato tutto”

PALERMO – Polemiche senza fine attorno alla vicenda della discussa partecipata regionale “Riscossione Sicilia”, guidata dall’avvocato Antonio Fiumefreddo.
Sull’amministratore unico dell’ente di riscossione dei tributi siciliani è saltato fuori un dossier anonimo, nel quale verrebbe documentato che Fiumefreddo sarebbe moroso nei confronti della società che dirige. In tutta risposta lo stesso Fiumefreddo ha contrattaccato convocando una conferenza stampa a Catania nel corso della quale ha segnalato una intensa attività di spionaggio fiscale e per la quale sono stati denunciati alla Procura cinquanta dipendenti della società e che si sarebbero introdotti abusivamente nella sua cartella e in quelle di alcuni deputati. “Una verifica degli accessi al sistema informatico di Riscossione ha consentito di appurare che il mio codice fiscale – ha riferito – è stato violato, solo nell’ ultimo anno, ben 177 volte”.
Si tratterebbe di accessi abusivi, e cioè non collegati ad operazioni d’ufficio e tra gli ‘spiati, come li ha definiti Fiumefreddo, c’è stato, oltre a lui (con 748 accessi), il presidente Rosario Crocetta (582), il leader dell’opposizione all’Ars, Nello Musumeci (414), la funzionaria regionale Patrizia Monterosso (250) e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (99). Controlli sono stati eseguiti anche su esponenti del Movimento cinquestelle, e in particolare, ha rivelato Fiumefreddo, da un dipendente comunale, che lavora in Riscossione Sicilia. Chi avrebbe effettuato gli accessi abusivi, lo avrebbe fatto anche per inquinare le posizioni dei contribuenti, se in possesso di codici che permettono le modifiche delle pratiche, è stato detto in conferenza stampa.
“Questi dipendenti – ha aggiunto – invece di aggredire i patrimoni della criminalità organizzata o di chi cerca di evitare ingenti pagamenti, come gli è stato detto, fanno altro”. Se dovessero risultare violazioni, le sanzioni sono comprese tra la sospensione di 10 giorni di stipendio al licenziamento.
I dati di accesso illegali, registrati dal server della Montepaschi a Siena, saranno consegnati alla Procura distrettuale di Catania. In conferenza stampa l’amministratore unico di Riscossione ha anche spiegato la vicenda del suo debito, che nel 2001 ammontava a 28 mila euro e per il quale aveva chiesto in prima battuta la rateizzazione, poi sospesa per alcune rate non pagate. Ma Fiumefreddo precisa di aver chiesto la rottamazione della cartella.
Ma c’è un’altra vicenda che scuote la Regione. Il Codacons ha presentato un esposto alla Corte dei Conti della Sicilia e all’Autorità anticorruzione in merito ai fondi comunitari persi dalla Regione siciliana e che non saranno rimborsati da Bruxelles. L’associazione ha voluto chiedere uno specifico approfondimento, dopo che nei giorni scorsi l’ amministrazione regionale, a conclusione di un lungo processo di mediazione con la Commissione europea, ha di fatto chiuso la trattativa con un saldo negativo di oltre 50 milioni di euro: “Da notizie apparse sulla stampa si apprende che la Regione dovrà restituire a Bruxelles 57 milioni di euro spiegano dall’associazione – la cifra si riferisce ai fondi comunitari della programmazione 2000-2006, risorse che l’Europa non rimborserà alla Sicilia”.
 
Nella nota si fa riferimento alle certificazioni presentate dall’amministrazione e relative alla spesa dei fondi, che non hanno superato l’esame dell’Ue: “Se il contenuto dell’ articolo trovasse rispondenza alla realtà – scrive l’ associazione dei consumatori nell’esposto – si solleverebbero dubbi non solo sullo spreco di denaro pubblico, ma sull’illecito utilizzo dello stesso e, dunque, al grave danno alla Pubblica amministrazione e a tutta la collettività ritenendosi, pertanto, indispensabile, necessario e doveroso che le autorità adite svolgano tutte le indagini volte a stabilire come siano stati assegnati i fondi, quali criteri e come sono stati effettivamente investiti o non investiti”. Il programma era costituito dai quattro fondi strutturali (FseFesr – Feaog -Sfop) che si occupavano rispettivamente di spesa per fondo sociale, agricoltura, pesca e fondi per lo sviluppo regionale. La dotazione del piano complessivo ammontava a 5 miliardi, 557 milioni 834mila euro. Oltre alla cifra perduta, che in dettaglio arriva a 57.064.433 euro, rimarrebbero in ballo 43 milioni ‘congelati’ che restano in sospensione, ma, che al momento non devono essere restituiti alla comunità europea. La proposta iniziale della commissione ottobre del 2012, prevedeva 149 milioni di euro da restituire a Bruxelles.

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