La Sicilia espropriata del mare. Così il cemento divora la costa - QdS

La Sicilia espropriata del mare. Così il cemento divora la costa

Rosario Battiato

La Sicilia espropriata del mare. Così il cemento divora la costa

sabato 08 Aprile 2017

Online il portale del ministero sull’erosione. In mezzo secolo arretramento delle spiagge per oltre 13 kmq. Ultimo report Regione ha contato 18 mila m3 abusivi nel vincolo a 150 mt dalla battigia

PALERMO – La tutela della coste si verifica sul web. Nei giorni scorsi il ministero dell’Ambiente ha presentato un nuovo strumento digitale per affrontare la problematica relativa all’erosione lungo il litorale italiano. Un’occasione per monitorare la Sicilia che lamenta numerose criticità legate alle proprie coste e si presenta come uno degli anelli più deboli anche per il consumo di suolo e le costruzioni.
Alla fine di marzo è stato presentato il portale erosionecostiera.isprambiente.it che contiene “linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici presentate nel corso dell’ultima edizione di Ecomondo, l’analisi fisiografica delle coste italiane e le informazioni cartografiche”. Parole della sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo che ha sottolineato, inoltre, che si tratta di “un lavoro messo a punto dal ministero dell’Ambiente, dalle direzioni per la Salvaguardia del territorio e delle acque e per la Protezione della natura e del mare che hanno svolto un ruolo di supervisione dei lavori per garantire l’omogeneità di azione su scala nazionale e il Geoportale nazionale che ha assunto il ruolo di infrastruttura cartografica di sintesi delle attività svolte in materia di difesa delle coste”. Inoltre, ha aggiunto Velo, per fornire una quadro conoscitivo omogeneo “sull’assetto fisiografico delle coste italiane, è stata eseguita un’analisi sulle variazioni della linea di costa dal 1960 al 2012 oltre a una serie di elaborazioni preliminari utili a inquadrare l’entità delle problematiche esistenti lungo i litorali”.
Il bilancio complessivo, analizzando i dati tra il 1960 e il 2012, rileva che “la costa italiana ha subito, lungo tratti per complessivi 1534 km (23%), un arretramento quantificabile in 92 kmq; mentre, lungo tratti complessivi di costa di 1306 km (19%), ha registrato un avanzamento di 57 kmq”. Il bilancio complessivo delle superfici nazionali vede un valore negativo pari a 35,3 kmq.
La Sicilia contribuisce in maniera abbastanza determinante. Tra il 1960 e il 2012, l’Isola ha visto un arretramento di 13,4 kmq lungo tratti complessivi di costa di 365 km, mentre ha fatto registrare una avanzamento di 5,9 kmq su 187,9 km di costa. Il dato finale è pari a -7,5 kmq come bilancio definitivo delle superfici.
Allargando il raggio d’azione, il litorale nazionale resta a rischio. A livello nazionale “più di un quinto della fascia costiera compresa entro i 300 metri dal mare – si lette sull’ultimo report Ispra dedicato al consumo di suolo – è ormai consumato”. Inoltre, tra il 2012 e il 2015, l’incremento percentuale maggiore si è registrato nella fascia tra 1 e 10 chilometri dalla costa. Più contenuta la porzione vicina al mare, anche se “si continua a costruire anche nella fascia sotto i 300 metri, con un aumento del suolo consumato dello 0,2% a livello nazionale”. La Sicilia non fa eccezione.
Tra il 2012 e il 2015, la fascia entro i 300 metri mantiene una percentuale di suolo consumato pari al 28,2% (22,9% la media nazionale). Numeri che di fatto confermano un altro fattore abbastanza significativo, cioè che la Sicilia ha il dato nazionale più elevato per edifici lungo la costa: sono circa 700 per kmq sorti tra il 2000 e il 2011 (elaborazione Legambiente su dati Istat). Non si placa nemmeno l’abusivismo. Nel 2013 il dipartimento Urbanistica della Regione ha registrato la presenza di 18mila metri cubi di volumetria abusiva nel vincolo a 150 metri dalla battigia.

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