Rifiuti speciali, un nuovo piano per mettere ordine in Sicilia - QdS

Rifiuti speciali, un nuovo piano per mettere ordine in Sicilia

Rosario Battiato

Rifiuti speciali, un nuovo piano per mettere ordine in Sicilia

venerdì 14 Aprile 2017

Con questo strumento la Regione proverà ad evitare le sanzioni Ue. In Sicilia ogni anno prodotte 5,3 mln t. L’assessore Contrafatto: “Fondamentale impulso a regolamentazione settore”

PALERMO – Arriva un altro strumento per mettere ordine tra i rifiuti dell’Isola. All’inizio di aprile è stato approvato il Piano per i rifiuti speciali che servirà a dare forma e contenuti ad  un settore particolarmente complesso che vede la Sicilia tra le prime dieci produttrici d’Italia.
A certificare l’importante passo avanti è stato l’assessore Vania Contrafatto. “Con l’approvazione di questo strumento, abbiamo dato un’importante accelerazione e un fondamentale impulso alla regolamentazione di questo settore, evitando soprattutto l’aggravio delle procedure di infrazioni comunitarie che vede interessate anche altre regioni d’Italia e la Sicilia in particolare per il piano rifiuti speciali”.
La Sicilia, coinvolta in un decina di procedure di infrazione (le due della depurazione si trovano allo stato di condanna), potrà in questo modo tentare di limitare le “attenzioni” comunitarie almeno nel settore dei rifiuti speciali e garantire l’apertura dei cordoni della spesa, cioè dei fondi Ue. “In questo modo si pongono le basi per evitare le sanzioni da parte dell’Unione europea – ha spiegato  – Il piano rappresenta una condizione essenziale posta, ex ante, dai regolamenti per la spesa dei fondi comunitari e i relativi investimenti infrastrutturali”.

L’azione all’interno del settore resta, del resto, necessaria anche per la grande mole di produzione che si registra nell’ambito dei rifiuti speciali isolani. Il quadro complessivo era stato fornito dall’Ispra nel 2016 tramite l’ultimo rapporto con dati del 2014. Nell’Isola la produzione complessiva è pari a 5,3 milioni di tonnellate (tra pericolosi e non) e vale un posto tra le prime dieci a livello nazionale. Attualmente la gestione di questi rifiuti è distribuita tra recupero di materiale (2,2 mln di tonnellate, più del 50%) e smaltimento (in discarica circa la metà e poi altre forme come trattamento biologico, fisico-chimico, etc.) che comprende circa 786 mila tonnellate. Procedendo per tipologia, la Sicilia ha recuperato 2,6 milioni di tonnellate dei suoi rifiuti speciali non pericolosi e 50 mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi.
Inoltre l’incenerimento senza recupero di energia ha coinvolto 33 mila tonnellate di rifiuti speciali (28 mila pericolosi). Una segnalazione a parte merita il capitolo amianto. Nell’Isola non ci sono impianti ad hoc – erano previsti dalla cosiddetta legge amianto del 2014, ma è ancora largamente disapplicata – e la produzione isolana di rifiuti contenenti il pericoloso minerale ammonta a 7 mila tonnellate (340 mila a livello nazionale).

Per la Contrafatto, l’ultimo piano approvato rappresenta un ulteriore passaggio nella giusta direzione
. L’assessore, infatti, ha ricordato che si tratta del quarto piano adottato dal dicembre del 2014, cioè da quando si è insediata alla guida dell’assessorato all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità. La bacheca assessoriale, infatti, può vantare l’approvazione dei piani di bacino idrografico, quello dei rifiuti urbani (alla fine di marzo al QdS ha dichiarato: “abbiamo definito l’iter del Piano rifiuti, che è perfettamente valido e in linea con la normativa nazionale e comunitaria”) e quindi quello relativo alle bonifiche dei siti contaminati. Il piano rifiuti speciali, in particolare, è stato segnato da un iter articolato e complesso e ha visto la partecipazione per la parte ambientale dell’assessorato al Territorio.

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