L'Ars costerà in 3 anni 424 milioni di euro - QdS

L’Ars costerà in 3 anni 424 milioni di euro

Raffaella Pessina

L’Ars costerà in 3 anni 424 milioni di euro

giovedì 20 Aprile 2017

A Sala d’Ercole incardinata la Finanziaria ma è bagarre sul “collegato”. Bilancio di previsione per il 2017: 143 milioni di euro

PALERMO – Incardinata ieri la Finanziaria all’Ars ma è stata subito polemica. Al centro della disputa vi è il recupero di alcune norme bocciate dalla commissione bilancio. In particolare, quella relativa alla fusione tra Cas e Anas e la programmazione europea. Una richiesta giunta ai deputati tramite una nota del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Inoltre, l’ipotesi di recuperare nel testo principale della legge di stabilità alcuni articoli del cosiddetto “collegato”. In merito è scoppiata la bagarre e Ardizzone è stato costretto a convocare una conferenza dei capigruppo, per provare a trovare una intesa sulla prosecuzione dei lavori: “Se non ci sarà accordo – ha precisato però – tutto rimane com’è, intendendo che il collegato non verrà discusso insieme alla finanziaria”. 
 
Mimmo Turano, fino a pochi giorni fa capogruppo dei Centristi, ha chiesto di sapere se alcune norme presenti nel collegato, in particolare quelle che riguardavano la provincia di Trapani, sarebbero stati recuperati nella legge di stabilità, condizionando, di fatto, il proprio voto a questa operazione. Parole che hanno scatenato la critica del leader del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri: “In un luogo così importante si è data l’immagine della peggiore politica – ha detto – E mi riferisco all’intervento di Mimmo Turano. Questo non può che definirsi voto di scambio. E mi fa schifo. Rivolgo – ha aggiunto poi – un monito a tutti: Crocetta ci ha trattato come pezza da piedi, dando a questo Parlamento tutte le colpe e oggi ci chiede di inserire altre norme in finanziaria. Se avessimo un cuore, dovremmo stracciare la sua nota. Crocetta – ha concluso – è un uomo anziano e solo sul viale del tramonto”.
 
Martedì l’Aula dell’Ars aveva approvato rapidamente gli articoli del bilancio della Regione siciliana. “Si potrà lavorare a un buon testo recuperando magari qualche provvedimento a favore della Formazione professionale e dei disabili”, aveva detto Marco Forzese, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Assemblea regionale siciliana. “Confido molto nel lavoro della presidenza dell’Ars per giungere ad una legge che dia risposte ai siciliani. Vanno stoppati, invece, quegli emendamenti, tra gli 800 presentati, che come al solito rappresentano mance e misure che creano privilegi. Non è facile talvolta fare in modo che tra le norme finiscano anche sconcezze”. Nella stessa seduta è stato approvato anche il bilancio di previsione interno per il triennio 2017-2019. Il documento, per le tre annualità di complessivi 424 milioni 132 mila euro, riporta una dotazione finanziaria per il 2017 di 143 milioni, con una decurtazione di 3 milioni rispetto allo scorso anno: il bilancio dell’Ars è stato approvato con il voto contrario del Movimento 5 stelle. “Nel corso di tutta la legislatura abbiamo tagliato quasi 20 milioni – ha commentato il deputato questore Nino Oddo – le auto blu da 18 sono passate a 6. I tagli lineari sono stati confermati e ancora accentuati con un risparmio di altri tre milioni”.
Ma la notizia più eclatante era che dovevano ripartire i concorsi all’Assemblea regionale siciliana. “Bandiremo dei concorsi -aveva detto il deputato questore Nino Oddo – negli ultimi anni è andata in pensione tutta una generazione, incoraggiata anche dal limite imposto al tetto degli stipendi. C’è stato un fuggi fuggi e si è determinato un vuoto notevole nella pianta organica dell’Ars. Entro la fine della legislatura di certo questi vuoti saranno colmati con un nuovo concorso pubblico”.
Ma immediata è arrivata la smentita da Palazzo dei Normanni: – “Smentisco categoricamente le notizie diffuse da un componente del collegio dei questori sull’avvio di nuovi concorsi all’Ars. Mi dispiace che vi sia una dichiarazione in tal senso, non si procederà a nuove assunzioni in questa legislatura”, ha puntualizzato il presidente Ardizzone. "Siamo in campagna elettorale – ha aggiunto – sarebbe assurdo illudere le persone; per un fatto etico e deontologico non si può a fine legislatura procedere a bandire concorsi”.
Ardizzone si è scagliato contro chi diffonde notizie non veritiere sul Parlamento siciliano: “Gli ascari continuano a gettare fango sul nostro Parlamento. Sui vitalizi c’è un attacco mediatico nei confronti della nostra Isola”.
In Aula ha protestato contro un quotidiano nazionale che riporta un confronto tra le spese per i vitalizi sostenute dalle Regioni. “Il confronto col Lazio, a esempio, non è corretto – ha detto Ardizzone – visto che per questa i costi sono indicati al netto, con un abbattimento del 40 per cento. Senza contare che quella del Lazio è una regione trent’anni più giovane della Sicilia. Noi siamo stati i primi a eliminare i vitalizi e coloro che versano di più allo Stato”.

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