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In Italia sempre più giovani cercano lavoro online

redazione

In Italia sempre più giovani cercano lavoro online

giovedì 20 Aprile 2017

I risultati dell’Osservatorio, leader nella ricerca del lavoro attraverso dispositivi mobile, sul mercato occupazione al primo trimestre 2017. Su oltre 100 mila utenti, la fascia d’età tra i 18 e i 29 anni rappresenta il 56% del totale. Gli under 24 pesano il 36%

ROMA – CornerJob, l’app leader nel settore della ricerca del lavoro attraverso dispositivi mobili, ha pubblicato qualche giorno fa oggi i risultati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro per il primo trimestre 2017 e le previsioni per il secondo trimestre.
L’emergenza giovani, già allarmante nel primo trimestre, è oggi una crisi profonda. Lo dichiara l’Istat evidenziando un tasso di disoccupazione attorno al 35,2% nella fascia 15-24 anni: il più alto dal 2012. I dati di CornerJob confermano questa diagnosi, evidenziandone un’ancor maggiore gravità. Su oltre 100mila persone che cercano lavoro sulla piattaforma, la fascia d’età fra i 18 e i 29 anni rappresenta il 56% degli utenti totali, e gli under 24 pesano per il 36%.
 
Quindi il volto della disoccupazione italiana oltre a essere sempre più visibile, ha anche tratti sempre più giovani. Seppur su un campione statisticamente meno significativo rispetto a quello Istat, l’evidenza di CornerJob è allarmante proprio perché è “pulita” dalla fascia under 18, ovvero quella classe di ragazzi che probabilmente sta ancora portando avanti un percorso scolastico e che, pertanto, se non con qualche “lavoretto” per arrotondare, non è ancora approdata in modo strutturato al mondo del lavoro.
“Le patologie non curate quasi sempre peggiorano”, ha commentato Giovanni Dell’Orto, sociologo e job counselor. “Il nostro Paese sta vivendo un momento di pericolosa paralisi, che parte dalle stanze istituzionali e arriva al mondo delle aziende”. “L’aspetto ancora più preoccupante”, aggiunge Mauro Maltagliati co-fondatore e Ceo Italia di CornerJob, “è che sono proprio i Millennials i più colpiti dalla virulenza di questa crisi. Stiamo parlando infatti di una generazione ‘liquida’ per definizione, che sa fare i conti con la precarietà e dispone di un’esperienza che al massimo raggiunge i due-tre anni. Una generazione che non rappresenta per le aziende una voce di costo elevata e che, anzi, spesso è anche disponibile a retribuzioni limitate e a contratti flessibili in cambio di una crescita professionale”.

Rimane invece sostanzialmente stabile, ma non meno preoccupante, la fascia dei disoccupati over 40
, a quota 21,6 %. Un ultimo aspetto interessante è che le donne hanno apparentemente meno difficoltà rispetto agli uomini, rappresentando il 47% di coloro che cercano lavoro contro il 53% della controparte maschile. In realtà, questi sei punti di scarto sono “fisiologici”: spesso infatti le donne, avendo una necessità di work-life balance inderogabile, sono alla ricerca del part time, di lavoro temporaneo o ad alta rotazione. 
La professione dell’agente immobiliare rimane la posizione più ricercata in Italia, catalizzando il 35% delle offerte di lavoro e consolidando così la propria preminenza. Mentre nell’ultimo trimestre del 2016 il dato era trainato da Lazio, Lombardia e Toscana, oggi vediamo che la domanda di mediatori immobiliari è al primo posto in tutte le regioni italiane. Al secondo posto troviamo il turismo, che catalizza il 13% della domanda, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente ma, al tempo stesso, reduce da una stagionalità che, invece lo vorrebbe tradizionalmente protagonista (il Q1 è infatti il periodo in cui gli operatori pianificano la stagione estiva). In netto calo è invece il classico “lavoro d’ufficio”: segreteria, amministrazione e back office (intorno al 5% dell’offerta). “Un segnale importante”, sottolinea Maltagliati. “Le aziende, e soprattutto quelle di dimensioni medio piccole, in questo clima di preoccupante incertezza, non solo hanno congelato gli investimenti, ma stanno operando tagli, soprattutto sul versante delle funzioni che possono essere comprate in outsourcing, come i servizi post vendita, l’amministrazione.
La Lombardia conferma il proprio status di protagonista assoluto del mercato del lavoro in Italia catalizzando il 22,4% delle offerte e il 35% delle candidature, in leggero aumento rispetto al trimestre precedente. Al secondo posto, ma a diverse lunghezze di distanza, troviamo il Lazio, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente (16,5% delle offerte e 16,4% delle candidature). Al terzo posto si piazza la Campania, anch’essa in leggera flessione rispetto al Q4 2016 con il 10,6% delle offerte  il 9% delle candidature. In posizione più marginale e a ex aequo troviamo regioni tradizionalmente rilevanti nel tessuto economico italiano come Emilia Romagna, Veneto e Toscana (7% dell’offerta e 6,5% della domanda), sostanzialmente stabili rispetto all’ultimo trimestre del 2016.

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