Tutela della biodiversità, obiettivi da lungo a medio termine - QdS

Tutela della biodiversità, obiettivi da lungo a medio termine

Giuseppe Bellia

Tutela della biodiversità, obiettivi da lungo a medio termine

venerdì 24 Aprile 2009

La seconda giornata del G8 Ambiente a Siracusa fa segnare un passo in avanti sul documento finale. Gli studi scientifici confermano: dal 2020 previsti picchi climatici d’estate

SIRACUSA – Speranze e ansie si fondono nelle intenzioni dei ministri del G8 Ambiente. I passi in avanti
ci sono, ma “il tempo stringe”. Le dichiarazioni ufficiali del ministro danese, Connie Hedegaard, rappresentano bene il quadro complesso sui cui i “grandi” si sono confrontati, nella seconda giornata dei lavori, in materia di biodiversità .

“Questo G8 – ha dichiarato Hedegaard – è un passo avanti rispetto ai precedenti incontri”. Il ministro danese non “canta vittoria”, ma lancia un monito ai suoi colleghi. “Dovrebbe arrivare un messaggio molto chiaro ai capi di Stato, alla Maddalena in luglio”. La Hedegaard entra nel merito: “Il tempo si sta esaurendo, il calendario è serrato”. Il ricorso alla tutela della biodiversità della fauna e della flora mondiale secondo il ministro danese potrebbe venire con “un finanziamento supplementare anche perché sul lungo termine è stato facile raggiungere un accordo, ma ora gli scienziati ci dicono che è importante lavorare su obiettivi di breve e medio termine”.

In accordo con Prestigiacomo, Hedegaard asserisce sulla correlazione fra crisi economica e quella climatica. “La crisi economica – ha osservato – e la crisi climatica non devono andare l’uno contro l’altra”.
Come sta cambiando il mondo e nella carta della biodiversità quali effetti stanno producendo i cambiamenti climatici? Da uno studio da parte dell’ Enea, una possibile risposta in merito.

L’Ente di ricerca, in collaborazione con il Centro di fisica teorica di Trieste (Ictp) e il Centro Euro-Mediterraneo per i mutamenti climatici (Cmcc), hanno presentato una ricerca che fa il punto sulla relazione fra cambiamenti climatici e innalzamento del livello del mare. Secondo lo studio, dal 2020, a livello generale, si prevedono picchi estivi sempre più violenti e intensi e si ipotizza un innalzamento dei mari fino a un metro entro il 2100. 

Quali saranno le conseguenze se le previsioni di questo studio, si realizzassero del tutto? L’Italia le temperature nel Sud e nelle Isole dovrebbero salire più di quanto previsto (nel Nord e nel Centro aumenteranno meno). Cambiamenti in vista con dei distinguo. Le regioni alpine vedrebbero salire le precipitazioni primaverili ed estive (che non scenderanno sotto la soglia dei 3 mm al giorno), con un aumento di eventi intensi.

Come si è giunti alla determinazione di questi dati?  Questi sono stati ricavati grazie ad un nuovo sistema regionale che rispetto ai modelli attesi permette di specificare con un maggior dettaglio spaziale e temporale l’aumento delle temperature superficiali, integrando nuovi fattori (come l’indicatore della risorsa acqua) con previsioni più accurate anche per le zone marine. La seconda giornata ha chiuso i battenti e nel momento in cui scriviamo non si è tenuta la conferenza stampa finale dei ministri, fatto che ha sconvolto l’ordinario lavoro dei giornalisti al seguito dell’evento. In tarda serata è anche attesa la conferenza stampa di Lisa Jackson,  capo della delegazione americana.

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