Blue economy, l'Ue punta anche sulla Sicilia - QdS

Blue economy, l’Ue punta anche sulla Sicilia

redazione

Blue economy, l’Ue punta anche sulla Sicilia

martedì 25 Aprile 2017

Iniziativa della Commissione europea per lo sviluppo sostenibile dell’economia del mare nella regione del Mediterraneo occidentale. Il progetto ha tre obiettivi: uno spazio marittimo più sicuro, un disegno economico intelligente e resilente, una migliore governance del mare

PALERMO – La Commissione europea lancia una nuova iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu nella regione del Mediterraneo occidentale. La regione comprende poli di attività economica come Barcellona, Marsiglia, Napoli e Tunisi e include destinazioni turistiche come le isole Baleari, la Sicilia e la Corsica. La sua biodiversità marina è gravemente minacciata: una recente relazione redatta da esperti del Centro comune di ricerca indica infatti una perdita del 50% negli ultimi 50 anni. A ciò si aggiungono le recenti preoccupazioni in materia di sicurezza e protezione dovute all’aumento dei flussi migratori da Sud verso Nord.
L’iniziativa consentirà all’Ue e ai paesi vicini di collaborare al fine di aumentare la sicurezza e la protezione in mare, promuovere una crescita blu sostenibile e la creazione di posti di lavoro e preservare gli ecosistemi e la biodiversità. Karmenu Vella, commissario per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, ha dichiarato: “Milioni di turisti hanno un’immagine positiva associata al Mediterraneo occidentale. Come altri milioni di persone che vivono nella regione, essi comprendono il fragile legame tra conservazione degli habitat e delle tradizioni nazionali e garanzia della sostenibilità economica. L’economia blu è importante per ciascuno dei paesi coinvolti e questi paesi hanno riconosciuto il valore della cooperazione”.
Johannes Hahn, Commissario per la Politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, ha sottolineato: “Questa nuova iniziativa regionale riconosce e sfrutta il potenziale economico del Mediterraneo e del suo litorale per rafforzare ulteriormente la crescita economica, contribuire alla creazione di posti di lavoro e, a termine, alla stabilizzazione della regione. Si tratta di un passo avanti importante verso il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento tra i paesi partecipanti”.
L’iniziativa è frutto di anni di dialogo tra dieci paesi della regione del Mediterraneo occidentale che sono pronti e disposti a collaborare sugli interessi condivisi della regione: cinque Stati membri dell’Ue (Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Malta) e cinque paesi partner meridionali (Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia). Essa fa seguito alla dichiarazione ministeriale sull’economia blu approvata dall’Unione per il Mediterraneo (UpM) il 17 novembre 2015. Nel favorire la cooperazione tra i dieci paesi interessati, l’iniziativa ha tre obiettivi principali: uno spazio marittimo più sicuro e protetto; un’economia blu intelligente e resiliente e una migliore governance del mare. Si è provveduto a identificare lacune e sfide e per ciascun obiettivo sono state fissate priorità e azioni mirate.
Per l’obiettivo n. 1 le priorità includono la cooperazione tra le guardie costiere nazionali e la risposta in caso di incidenti e fuoriuscite di petrolio. Le azioni specifiche si concentreranno sul potenziamento dell’infrastruttura di monitoraggio del traffico, sullo scambio di dati e sulla creazione di capacità. Per l’obiettivo n. 2 le priorità includono la raccolta di nuovi dati, le biotecnologie e il turismo costiero. Per l’obiettivo n. 3, la priorità è data alla pianificazione spaziale, alla conoscenza dell’ambiente marino e alla pesca sostenibile. L’iniziativa, che sarà finanziata mediante fondi e strumenti finanziari esistenti a livello internazionale, dell’Ue, nazionale e regionale, coordinati e complementari, dovrebbe creare un effetto leva e attrarre finanziamenti da altri investitori pubblici e privati.
Questa “Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu nel Mediterraneo occidentale” è un altro esempio di successo della politica di vicinato dell’Ue. Solo tre settimane fa, l’Unione era riuscita a ottenere un impegno di dieci anni a tutela degli stock ittici del Mediterraneo. La dichiarazione MedFish4Ever, firmata il 30 marzo da rappresentanti ministeriali provenienti dalle coste settentrionali e meridionali del Mediterraneo, interessa 8 Stati membri (Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Grecia e Cipro) e 7 paesi terzi (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Montenegro). I due progetti si rafforzeranno reciprocamente a tutela della prosperità ecologica ed economica della regione.
 
L’iniziativa poggia sulla lunga esperienza maturata dalla Commissione con le strategie destinate a bacini marittimi o macroregioni, come la strategia per l’Atlantico, la strategia dell’Ue per la regione del Mar Baltico e la strategia dell’Ue per la regione adriatica e ionica. è inoltre frutto di oltre due decenni di lavori nell’ambito del dialogo 5+5, che ha permesso di instaurare saldi legami tra i paesi partecipanti. Si basa infine su altre politiche dell’Unione connesse alla regione, come le priorità della revisione della politica europea di vicinato e la recente comunicazione sulla governance internazionale degli oceani.
 
L’iniziativa è presentata in due documenti. Una comunicazione illustra le principali sfide, le carenze e le possibili soluzioni. Un quadro d’azione presenta le priorità identificate, illustra nel dettaglio le azioni e i progetti e definisce obiettivi quantitativi e scadenze che consentano di monitorare i progressi compiuti nel corso del tempo. Alcune delle azioni potrebbero estendersi ben al di là dei paesi in questione e anche al di là del sottobacino.

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