La Sicilia tra le regioni più bucate ma diminuiscono le estrazioni - QdS

La Sicilia tra le regioni più bucate ma diminuiscono le estrazioni

Rosario Battiato

La Sicilia tra le regioni più bucate ma diminuiscono le estrazioni

mercoledì 26 Aprile 2017

Rapporto Istat su cave e miniere: brusca frenata per i minerali estratti (-17,3%) e record di siti inattivi (126). Siracusa, Palermo, Agrigento e Ragusa le province più esposte a pressioni ambientali

PALERMO – In Sicilia ci sono complessivamente 553 cave (316 produttive nel 2014, 122 non attive) e 6 miniere (2 attive nel 2014). In entrambi i settori si sono verificate delle variazioni negative tra il 2014 e il 2013 per numero di siti produttivi, rispettivamente pari a -8,9% e -33,3%, ma l’Isola resta una delle regioni col peso specifico più importante a livello nazionale, fornendo numeri critici in relazione agli indicatori di pressione ambientale. Questi dati sono contenuti nell’ultimo aggiornamento dell’Istat pubblicato nei giorni scorsi.
Nel 2014 in tutta Italia sono presenti 5.353 siti estrattivi attivi e non attivi (5.210 cave e 143 miniere), si tratta del 6,8% in meno rispetto all’anno precedente. Ci sono oltre duemila comuni che sono interessati dalla presenza di almeno un sito estrattivo (il 26,3% del totale). Se riduciamo l’analisi ai soli siti attivi, il numero si riduce a 2.737 (2.652 cave e 85 miniere) dai quali si estraggono complessivamente circa 185,8 milioni di tonnellate di minerali (-4,8% rispetto al 2013). Le estrazioni da cava ammontano, da sole, a 172,9 milioni di tonnellate, in calo del 3,8%, mentre quelle da miniere, pari a 12,8 milioni di tonnellate, sono crollate del 16,4%.
La Sicilia ha numeri record per siti non attivi (122 cave, secondo dato nazionale e 16% del totale de siti non attivi) e anche per gli attivi (431, terzo dato nazionale dopo Piemonte e Lombardia) e per i produttivi nel 2014 (316 siti). Questi dati compongono il quadro complessivo delle cave isolane che sono 553, cioè il 10% del totale nazionale, pari al primo dato nella classifica regionale.
L’estrazione è in netta diminuzione in tutta Italia e la Sicilia non fa eccezione: -17,3% la variazione di minerali estratti tra il 2014 e il 2013 che ha toccato una quota vicina a 12 milioni di tonnellate (determinante l’apporto di calcare, travertino, gesso e arenaria con 8,7 milioni di tonnellate).
Meno incisiva la presenza delle miniere. Nell’Isola sono appena 6 e soltanto 2 sono risultate produttive nel 2014. In tutta Italia sono 123 con una maggiore concentrazione in Piemonte e Sardegna. 
Per determinare l’impatto dei siti sul territorio ci sono gli indicatori di pressione ambientale che considerano quegli aspetti che hanno la tendenza ad alterare lo stato delle componenti ambientali per effetto delle azioni antropiche. Tra questi elementi figura, in particolare, l’indicatore di intensità di estrazione per comune, cioè il rapporto fra le quantità totali di minerali estratti per comune e le relative superfici. Ci sono 152 comuni che rientrano nella fascia maggiormente coinvolta e alcuni di questi sono presenti anche in Sicilia.
Altro indicatore determinante è l’Indice di intensità differenziale di estrazione (Ide) per provincia che si calcola come rapporto tra due grandezze: al numeratore le quantità estratte per provincia divise per la superficie provinciale e al denominatore il medesimo rapporto calcolato su base nazionale. L’indice che oscilla intorno a uno testimonia un livello medio di estrazione pari a quello nazionale, valori superiori, invece, ne indicano un’intensità maggiore. In Sicilia ci sono quattro province che superano il valore uno: Siracusa, Palermo e Agrigento con valori compresi tra 1,06 e 1,50, e Ragusa che invece supera 1,50.
L’ultimo indicatore da prendere in considerazione riguarda l’estrazione in territori con aree protette e comprende quei comuni con presenta di siti estrattivi attivi con quota di superficie sottoposta a tutela ambientale maggiore del 40%. In Sicilia i comuni con presenza di siti estrattivi e aree protette sono oltre il 20% del totale e la quantità di materiale estratta da questi siti è pari a circa un quinto del totale estratto nell’Isola.

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